Stanotte fortissimo brillamento di Classe X sul Sole: scagliato da una macchia solare più grande della Terra

Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 maggio si è verificata una fortissima eruzione solare. Il brillamento, registrato esattamente alle 01:51 del Tempo Coordinato Universale (UTC) di oggi, le 03:51 ora italiana, è stato infatti di Classe X, la più potente in assoluto. Più precisamente è stato un evento di Classe X 1.1, dunque un po' più debole dei due verificatisi il 14 maggio a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Gli scienziati stanno ancora monitorando i dati per capire se contestualmente si è verificata un'espulsione di massa coronale (CME), il principale fenomeno in grado innescare forti tempeste solari sulla Terra. Al momento lo Space Weather Prediction Centere della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) non ha diramato allerte per i prossimi giorni, ma la situazione potrebbe cambiare dopo aver analizzato meglio le informazioni. Ciò che è certo è che stato rilevato un forte blackout radio (R3) a causa delle radiazioni emesse dalla stella, i cui effetti sono praticamente immediati, mentre il vento solare sprigionato dalle CME può impiegare da diverse ore – nei casi più estremi – a 2/3 giorni per raggiungere la Terra.
Cosa sono i brillamenti o eruzioni solari
La NASA spiega che i brillamenti sono intense esplosioni di radiazioni sul Sole. Poiché riguardano l'intero spettro elettromagnetico, abbracciano varie tipologie di fenomeni con lunghezza d'onda differenti, come raggi ultravioletti, raggi X, raggi gamma e anche la luce visibile. “I brillamenti solari sono le esplosioni più potenti del sistema solare: le più grandi possono avere un'energia pari a quella di un miliardo di bombe all'idrogeno”, evidenzia l'agenzia aerospaziale statunitense. Come indicato, quello di stanotte è stato di Classe X, la più forte di tutte. Le eruzioni solari si dividono infatti in cinque classi principali (A, B, C, M e X) suddivise in sottoclassi individuate da valori numerici da 1 a 9, anche con decimali. Solo la Classe X non ha questo limite; basti sapere che il più forte brillamento solare mai registrato è stato un clamoroso X 45 rilevato nel novembre del 2003.
Il ruolo delle macchie solari
Le eruzioni solari sono legate ai turbolenti campi magnetici della stella, che in determinate condizioni può liberare tantissima energia. Uno dei fenomeni principalmente coinvolti è la riconnessione delle linee di campo sulle macchie solari, che sono regioni più fredde della fotosfera in cui il plasma (composto particelle cariche elettricamente) è meno denso. Nel caso dell'evento di stanotte è stata coinvolta la macchia solare AR 4098, che adesso si trova sul margine dentro del disco solare, in zona equatoriale. Curiosamente, il rischio che questa struttura potesse da vita a un brillamento di Classe X era solo del 5 percento. Come spiegato da Spaceweather.com la macchia solare è in rapida crescita e ora ha nucleo scuro più grande della Terra.

Le macchie solari si vedono scure nelle immagini perché i loro campi magnetici sono in grado di intrappolare il calore prodotto dalle reazioni nucleari negli strati sottostanti del Sole; quando avviene la rottura e la riconnessione delle linee di campo, viene liberata un'immensa quantità di radiazioni in modo violentissimo. I brillamenti solari, appunto. Questi, a loro volta, possono essere accompagnati dalle espulsioni di massa coronale, ovvero materiale solare strappato dalla parte più esterna dell'atmosfera della stella. Se la CME è rivolta verso la Terra, allora c'è il rischio di significative tempeste geomagnetiche.
Rischio tempesta geomagnetica
Il materiale solare espulso, una combinazione di campi magnetici e particelle cariche elettricamente (ionizzate), prende il nome di vento solare. In base alla velocità e all'intensità può dar vita anche a fenomeni estremi, che possono avere conseguenze catastrofiche in un mondo ipertecnologico e connesso come quello attuale. Danni gravi alle infrastrutture con blackout elettrici di settimane o persino mesi; blocco delle comunicazioni e delle linee internet; distruzione dei satelliti e altri problemi diffusi ci farebbero piombare nel caos totale. Ricordiamo che l'unica tempesta geomagnetica estrema (G5) con effetti estesi in epoca moderna è stato l'Evento di Carrington del 1859, che fece prendere fuoco ai telegrafi e causò brutte scosse agli operatori, oltre a far funzionare i dispositivi e accendere le pile senza i collegamenti. Tra gli “effetti collaterali” delle tempeste solari ci sono anche le aurore polari, che in caso di fenomeni intenso risultano visibili anche a latitudini più basse del normale. Nel 2024 e il 1 gennaio 2025 abbiamo potuto assistere all'aurora boreale e a fenomeni annessi come i SAR anche in Italia.