Sole inquieto, eruzione violentissima e macchia record: crescono le condizioni per l’aurora boreale

Siamo ancora nella fase di picco massimo del ciclo solare 25 e il Sole continua a mostrarsi particolarmente irrequieto, manifestando fenomeni intensi come eruzioni solari estreme e macchie solari gigantesche e instabili. Alle 02:49 del Tempo Coordinato Universale – UTC (le 03:49 ora italiana) di oggi, lunedì 1 dicembre 2025, la nuova macchia solare AR 4295 – inizialmente si credeva la AR 4296 – ha sprigionato un potentissimo brillamento di classe X 1.95, innescando un forte blackout radio che ha colpito in particolar modo l'Australia e l'Asia sudorientale. Trovandosi sul margine sinistro del disco solare, una eventuale espulsione di massa coronale (CME) associata all'eruzione solare non sarebbe rivolta direttamente verso la Terra; non a caso, al momento. lo Space Weather Prediction Center della NOAA non ha diramato bollettini di allerta per tempeste geomagnetiche nei prossimi giorni.
Curiosamente i fisici solari si aspettavano un brillamento di classe X per la giornata odierna, tuttavia non dalla sopracitata macchia solare AR 4295; poco più in basso, infatti, sta emergendo un vero e proprio “mostro”, una struttura formata dalle macchie solari AR 4294 e AR 4296 con un diametro sufficiente a inglobare numerosi pianeti Terra. Come spiegato dall'astrofisico Tony Phillips, che gestisce il portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com, questo complesso è “uno dei più grandi gruppi di macchie solari degli ultimi dieci anni”. Lo scienziato spiega che da un'estremità all'altra misura circa 180.000 chilometri; considerando che il diametro della Terra è di 12.740 chilometri all'altezza dell'equatore, all'interno dell'enorme macchia solare entrerebbero affiancate oltre 14 terre. Se ciò non bastasse, il complesso formato da AR4294 e AR4296 presenta diversi nuclei scuri giganteschi e almeno cinque di essi “sono singolarmente più grandi della Terra”, evidenzia il dottor Phillips.
Le dimensioni e la turbolenza delle macchie solari sono dati molto significativi per i fisici solari, per una semplice ragione: più sono grandi e instabili, più sono pericolose. Si stima che la macchia solare responsabile dell'Evento di Carrington, la più forte tempesta solare rilevata in tempi moderni, avesse un diametro di ben 250.000 chilometri. Tra il 31 agosto e il 1 settembre del 1859 si ritiene che sul Sole si verificò un brillamento di classe X con valore superiore a 40-50, tale da scagliare una o più violentissime CME verso la Terra. La tempesta geomagnetica che ne seguì fu talmente forte da far prendere fuoco ai telegrafi e azionare gli strumenti anche senza pile collegate; molti operatori presero brutte scosse. In un mondo ipertecnologico e connesso come il nostro, un evento raro ma possibile di questa portata potrebbe avere esiti catastrofici, sfociando in settimane o mesi di caos e blackout, a causa dei danni estesi a infrastrutture elettriche, comunicazioni e servizi satellitari. Ecco perché è così importante monitorare colossi come quello emerso sul margine sinistro del disco solare, i cui campi magnetici sono molto instabili,

A causa della sua instabilità magnetica, il complesso rappresenta una possibile minaccia per brillamenti di classe X, come del resto il più piccolo AR 4295 che ha già dato un avvertimento questa notte. Come spiegato dal dottor Phillips, i campi magnetici del grande complesso sono di "tipo beta-gamma-delta, che ospita energia per brillamenti solari di classe X". Un effetto collaterale di questa intensa attività potrebbe essere la comparsa di nuove aurore boreali anche in Italia nei prossimi giorni, come accaduto alcuni giorni fa e nel 2024. L'enorme macchia solare si sta spostando verso il centro della stella e presto punterà direttamente la Terra; se dovesse esplodere un altro brillamento di classe X in quella circostanza, che rientra ampiamente nel novero delle possibilità, allora potremo rivedere molto presto gli spettacolari archi aurorali anche nei cieli dello Stivale (meteo permettendo e soprattutto impatto della eventuale CME nelle ore notturne).
"Con le molteplici macchie solari che rappresentano una minaccia, è molto probabile che si verifichino altre eruzioni X questa settimana", ha spiegato il dottor Phillips; non resta che attendere i prossimi giorni, nella speranza che il complesso non dia vita a qualcosa di clamoroso. Proprio in questi giorni abbiamo visto quali conseguenze possono avere le eruzioni solari, con la messa a terra di oltre 6.000 aerei della famiglia A320 di Airbus a causa dell'impatto di questi fenomeni sui sistemi di volo.