Si fa mordere centinaia di volte da serpenti velenosi: dal sangue di Tim un antidoto “universale”

Grazie all'assurdo comportamento di uomo americano gli scienziati sono molto vicini alla creazione di un antidoto “universale” contro il veleno dei serpenti più velenosi al mondo, tra i quali il mamba nero (Dendroaspis polylepis), il cobra egiziano (Naja haje), il taipan (Oxyuranus scutellatus) e altri mortali rappresentanti della famiglia degli elapidi (Elapidae). Protagonista di questa curiosa vicenda il quarantacinquenne Tim Friede del Wisconsin, che per 18 anni si è fatto mordere deliberatamente o si è iniettato il veleno di serpenti mortali per ben 856 volte, al fine di crearsi una sorta di super immunità. Ha infatti assunto dosi crescenti di veleno, con l'obiettivo di “allenare” il proprio sistema immunitario a resistere contro alcune delle tossine più letali della natura. Nel corso del suo folle e irresponsabile esperimento – senza alcuna formazione scientifica – è andato incontro a incidenti gravi e in alcune occasioni ha seriamente rischiato di morire, ma si è salvato da dosi che avrebbero ucciso un cavallo proprio grazie all'esercito di anticorpi neutralizzanti che si è creato nel corso del tempo.
La passione per i serpenti di Tim Friede si è trasformata anche in uno "spettacolo" su Youtube, dove ha mostrato il lungo e pericolosissimo processo di immunizzazione (invitando gli utenti a non fare la stessa cosa). I suoi video hanno suscitato l'interesse dell'immunologo Jacob Glanville della società Centivax e del professor Peter Kwong dell'Università Columbia, che hanno deciso di contattarlo per analizzarne il sangue, al fine di verificare l'effettiva presenza di anticorpi così preziosi.
Del resto, ancora oggi, gli antidoti si ottengono attraverso il siero di pecore e cavalli morsi dai serpenti, una procedura antica che presenta anche rischi di rigetto. Inoltre, in genere, si tratta di prodotti efficaci contro una singola specie o comunque contro un ristretto numero di serpenti. Friede, grazie alla sua straordinaria tenacia, è riuscito a coltivare nel proprio corpo un mix unico di anticorpi in grado di contrastare il veleno di 19 tra le specie di serpente più velenose al mondo, come i sopracitati mamba, taipan e cobra, tutti appartenenti alla famiglia degli elapidi.

Dopo le zanzare, che uccidono oltre 700.000 persone ogni anno a causa dei patogeni che trasmettono, i serpenti sono gli animali più mortali al mondo; si calcolano circa 110.000 decessi ogni anno e 300.000 casi di disabilità per via dei loro morsi, con circa 600 specie coinvolte in totale. Gli appartenenti alla famiglia deli elapidi sono tra i più pericolosi assieme ai viperidi (che non sono rientrati nell'esperimento di Friede). Chiaramente i serpenti non hanno nessuna colpa di ciò, dato che inoculare veleno è nella loro natura anche quando sono esposti a una minaccia. Il problema principale risiede nel fatto che deforestazione e urbanizzazione stanno aumentando a dismisura i contatti fra esseri umani e la fauna selvatica, un fattore intimamente legato anche al rischio di nuove pandemie. Gli antidoti sono costosi e non sempre è possibile somministrare quello corretto alle vittime, per questo è fondamentale arrivare a un siero universale, pratico ed efficace. Da qui l'idea degli scienziati di sfruttare la super immunità sviluppata dell'ex meccanico Tim Friede.
A condurre gli esperimenti sul suo sangue è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della società Centivax, Inc. di San Francisco, del College Vagelos di Medici e Chirurghi e del Dipartimento di biochimica e biofisica molecolare presso l' Università Columbia di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro di ricerca sui vaccini – Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive degli Istituti nazionali di sanità. I ricercatori hanno ottenuto due specifici anticorpi (chiamati LNX-D09 e SNX-B03) dalle cellule B di memoria estratte dal siero di Friede. Il primo è risultato efficace nel proteggere i topi da una dose letale di veleno di sei serpenti (più altre tre quando è stato aggiunto il farmaco varespladib), mentre il secondo ha offerto protezione parziale contro il veleno di 19 specie. Combinando tutti gli elementi i ricercatori hanno ottenuto un antidoto sperimentale con protezione completa contro 13 specie di elapidi e parziale contro 19, ciò significa il più efficace in assoluto. Tutte le specie coinvolte rientrano nella categoria 1 e 2 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le più letali.
“Quando abbiamo raggiunto i tre componenti, avevamo un'ampiezza senza precedenti di protezione completa per 13 delle 19 specie che avevamo esaminato e poi una protezione parziale per le restanti che avevamo esaminato”, ha affermato il dottor Glanville in un comunicato stampa. L'antidoto potrebbe essere efficace anche contro il veleno di molte altre specie di elapidi non coinvolte nell'esperimento, ma serviranno ulteriori studi ad hoc. Il prossimo passo saranno i test nelle cliniche veterinarie in Australia (su cani morsi da serpenti velenosi) e successivamente si passerà alla sperimentazione clinica. Nel frattempo i ricercatori stanno studiando un preparato efficace anche contro il veleno delle vipere. I dettagli della ricerca "Snake venom protection by a cocktail of varespladib and broadly neutralizing human antibodies" sono stati pubblicati su Cell.