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Shock anafilattico, addio alle iniezioni salvavita? Presto in Italia lo spray nasale: “È più rapido”

Un nuovo studio ha dimostrato l’efficacia dello spray nasale a base di adrenalina per combattere le reazioni allergiche gravi come l’anafilassi (o shock anafilattico). Risulta anche più rapido dell’iniezione intramuscolare nell’assorbimento del principio attivo. Quando arriva in Italia.
A cura di Andrea Centini
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All'inizio del 2026 sarà disponibile in Italia un rivoluzionario spray nasale per combattere le reazioni allergiche gravi, come il temuto shock anafilattico potenzialmente mortale. Com'è noto, il trattamento standard per i pazienti allergici colpiti da una reazione anafilattica (anafilassi) dopo essere stati esposti a un allergene – come il veleno degli insetti imenotteri, le arachidi o il principio attivo di un farmaco, per citare esempi ben noti alla cronaca – è l'iniezione di epinefrina o adrenalina, “un ormone e neurotrasmettitore prodotto dalle ghiandole surrenali”, spiega la Fondazione Veronesi. Essa serve a contrastare i sintomi più gravi dello shock anafilattico, come il crollo della pressione e l'ostruzione delle vie aree per il gonfiore indotto dalla reazione, che è considerata una vera e propria emergenza medica. Non a caso chi è a rischio di reazione allergica grave porta sempre con sé (o dovrebbe farlo) un dispositivo pronto all'uso, con cui è possibile iniettarsi l'adrenalina per via intramuscolare. In genere è raccomandata l'iniezione sulla coscia.

Tuttavia ci sono persone che hanno la fobia degli aghi e in talune circostanze non è sempre possibile iniettarsi o farsi iniettare qualcosa in una situazione di emergenza, per questo gli scienziati sono da sempre alla ricerca di alternative valide. Un nuovo studio ha dimostrato che lo spray nasale (liquido o in polvere secca) a base di adrenalina è efficace tanto quanto l'iniezione, se non addirittura più rapido in termini di assorbimento del principio attivo. Si tratta di una revisione sistematica guidata dalla dottoressa Danielle Furness mentre completava i suoi studi di Medicina presso l'Università di Buckingham (Regno Unito). La ricercatrice ha analizzato i dati di cinque studi condotti in cinque Paesi diversi (Canada, Giappone, Israele, Thailandia e Stati Uniti) e si è concentrata su sicurezza ed efficacia di vari metodi di somministrazione dell'adrenalina, nonché sulla farmacocinetica, ovvero l'assorbimento e altri parametri relativi al principio attivo da quando entra e fino a quando viene espulso dall'organismo.

Ebbene, incrociando tutti i dati è emerso che l'assorbimento degli spray nasali a base di adrenalina risulta persino più rapido rispetto all'iniezione, ovvero dai 2,5 ai 20 minuti, contro i 9-45 minuti registrati con l'adrenalina iniettata. “Livelli di adrenalina simili o superiori sono stati osservati nel plasma sanguigno per gli spray nasali, mentre la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna erano simili tra i pazienti che hanno ricevuto adrenalina tramite spray nasale o iniezione”, si legge in un comunicato stampa pubblicato dalla Società Europea di Medicina d'Urgenza (EUSEM), che a fine settembre ha tenuto un congresso a Vienna (Austria) in cui è stato presentato lo studio della dottoressa Furness. I ricercatori non hanno riscontrato effetti collaterali significativi nei pazienti sani esposti allo spray nasale, che sono andati incontro solo a reazioni lieve e temporanee.

Come evidenziato dalla Fondazione Veronesi, è doveroso sottolineare che gli studi per un nuovo farmaco salvavita come l'adrenalina non possono essere condotti nel contesto del cosiddetto gold standard della ricerca scientifica, ovvero randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo. In altri termini, i ricercatori non possono coinvolgere persone colpite da uno shock anafilattico, somministrare loro lo spray nasale con adrenalina e osservare cosa accade in altre persone con una reazione anafilattica ma trattate con un placebo. Una simile procedura si scontrerebbe contro ogni principio deontologico e di umanità, anche considerando che per contrastare lo shock anafilattico si usa già da decenni – e con successo – l'iniezione intramuscolare.

Lo spray nasale rappresenta una valida alternativa che potrebbe ampliare la platea delle persone protette e soprattutto migliorare l'aderenza alle raccomandazioni di prevenzione. È stato osservato che percentuali significative di pazienti si iniettano il farmaco in ritardo o in modo errato, oppure non lo sostituiscono quando è scaduto. Lo spray nasale è più piccolo della “penna” con adrenalina iniettabile, inoltre si conserva più a lungo (30 mesi contro 12-18), piccoli vantaggi che possono migliorare la qualità della vita delle persone allergiche.

"Se approvati per l'uso, gli spray nasali potrebbero diventare un'alternativa senza aghi adatta e altrettanto efficace all'EpiPen, che è l'attuale trattamento per l'anafilassi", ha dichiarato la dottoressa Furness. "I pazienti avrebbero comunque bisogno di istruzioni chiare su come e quando utilizzare uno spray nasale, ma potrebbe migliorare la somministrazione tempestiva di adrenalina, soprattutto per le persone che hanno paura degli aghi o in luoghi pubblici, extra-ospedalieri, il che potrebbe ridurre i tassi di ospedalizzazione. Per i medici, è un altro strumento che potrebbe aiutare a prevenire ritardi nel trattamento", ha aggiunto l'esperta. "I dispositivi iniettivi, come gli EpiPen, sono utilizzati da decenni per somministrare adrenalina ai pazienti con anafilassi. Tuttavia, alcuni pazienti incontrano difficoltà nell'utilizzarli per motivi come la fobia degli aghi o la facilità con cui sono trasportabili. Dalla mia esperienza, molte persone esitano anche a usare un ago su un parente o un amico per paura di ferire o ledere la persona. Gli spray nasali sembrano superare queste barriere e, se ulteriori studi ne confermeranno la sicurezza e l'efficacia, rappresenteranno un'utile alternativa per i pazienti e uno strumento aggiuntivo per il personale medico", le ha fatto eco il professor Felix Lorang.

Alla luce della novità e dell'assenza di studi approfonditi sui casi gravi di anafilassi, la raccomandazione di alcuni esperti è di portare con sé entrambe le formulazioni in attesa che ci siano dati sufficienti in letteratura scientifica sul nuovo metodo. Lo spray nasale contro lo shock anafilattico è stato già approvato negli Stati Uniti dalla FDA e dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA); in Italia sono in corso le ultime verifiche dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il via libera alla commercializzazione è atteso per l'inizio del 2026.

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