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Semaglutide, i farmaci che fanno perdere tanto peso riducono anche il rischio di tumori, secondo uno studio

Uno studio di coorte retrospettivo condotto negli Stati Uniti ha evidenziato che l’assunzione dei nuovi farmaci per perdere peso è in grado di ridurre sensibilmente il rischio di diversi tumori. Quali sono e quanto risultano protettivi contro il cancro la semaglutide e la tirzepatide.
A cura di Andrea Centini
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I nuovi farmaci per perdere peso appartenenti alla famiglia degli agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1), come i famosissimi semaglutide e tirzepatide, sono associati a una significativa riduzione del rischio di ammalarsi di diversi tumori. Fra essi il meningioma, il cancro alle ovaie e all'endometrio. È quanto emerso da un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA Oncology, nel quale sono stati analizzati i dati di decine di migliaia di partecipanti. Già in precedenza erano state trovate evidenze positive nel contrasto ai tumori; ad esempio, una ricerca condotta da scienziati del Kathleen Lonsdale Institute for Human Health Research presso l'Università Maynooth, ha dimostrato che questi farmaci dimagranti – in grado di far perdere decine di chilogrammi – sono in grado di riattivare le funzioni delle cellule Natural Killer (NK), celle immunitarie con spiccate proprietà antitumorali. Diversi altri studi hanno evidenziato effetti benefici contro varie patologie, facendo aumentare a dismisura la popolarità e la richiesta dei farmaci, che in principio erano destinati ai soli pazienti con diabete di tipo 2. Successivamente, dopo aver dimostrato anche l'efficacia anti obesità grazie all'innesco di un prolungato senso di sazietà, sono stati “reinventati” anche come farmaci dimagranti.

A determinare che gli agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1) come la semaglutide e la tirzepatide sono associati a una riduzione del rischio di cancro è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Biostatistica e Scienza dei Dati Sanitari dell'Università dell'Indiana, che hanno collaborato con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti la Divisione di Ematologia e Oncologia dell'Università della Florida, il Centro oncologico Melvin e Bren Simon, il Dipartimento di Farmacia dell'Università Purdue e altri. I ricercatori, coordinati dal dottor Hao Dai, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto le cartelle cliniche elettroniche di oltre 43.000 persone che assumevano i sopracitati farmaci con altrettante che non li prendevano. I partecipanti, tutti inseriti nel database sanitario OneFlorida+, non avevano una storia di cancro al basale, avevano un'età media di circa 52 anni ed erano in maggioranza donne (68,2 percento). Utilizzatori e non utilizzatori sono stati abbinati per caratteristiche sociodemografiche.

I ricercatori si sono concentrati su 14 tipologie di tumori, la maggior parte dei quali associati all'obesità, come il cancro a fegato, pancreas, colon-retto, rene, prostata, ovaie, endometrio e altri. È stata valutata anche l'incidenza del cancro ai polmoni. Incrociando tutti i dati è stato osservato che le persone che assumevano farmaci come semaglutide e tirzepatide avevano un rischio ridotto di cancro (in generale) del 17 percento rispetto a chi non li assumeva. Elevata la riduzione delle probabilità di ammalarsi per alcune specifiche malattie: – 25 percento per il cancro all'endometrio; – 47 percento per quello alle ovaie; e – 31 percento per il meningioma. Il dottor Dai e colleghi hanno osservato anche un aumento statisticamente non significativo del rischio di tumore al rene per chi assumeva i farmaci, un dato che dovrà essere vagliato da indagini più approfondite.

“Questo studio di coorte retrospettivo ha rilevato che l'assunzione di GLP-1RA era associata a un ridotto rischio complessivo di cancro, inclusi rischi minori di tumori dell'endometrio, delle ovaie e di meningioma, tra i pazienti con obesità o sovrappeso”, hanno spiegato gli scienziati nell'abstract dello studio. Saranno comunque necessari studi a lungo termine che possano valutare al meglio la correlazione tra i nuovi farmaci dimagranti e il rischio di cancro, anche in relazione al carcinoma renale. Sottolineiamo che questi farmaci vanno assunti sempre sotto stretto controllo medico, anche per la presenza di effetti collaterali significativi. I dettagli della ricerca “GLP-1 Receptor Agonists and Cancer Risk in Adults With Obesity” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata JAMA Oncology.

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