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Scoperto il corpo di una donna di 4.500 anni fa: ha ancora i capelli e le unghie

I resti, eccezionali per il loro stato di conservazione, sono stati rinvenuti nel sito archeologico di Áspero, in Perù, e risalgono alla civiltà Caral, una delle civiltà più antiche di sempre: oltre ai resti della donna, nella sepoltura erano presenti anche i resti di molti oggetti parte del corredo funebre.
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MINISTERO DELLA CULTURA PERUVIANO | I resti della donna scoperti nel sito di Áspero
MINISTERO DELLA CULTURA PERUVIANO | I resti della donna scoperti nel sito di Áspero

In Perù, nella regione di Lima, un gruppo di archeologi ha fatto una scoperta eccezionale: nel sito archeologico di Áspero, dove migliaia di anni fa sorgeva un'antica città di pescatori, sono stati rinvenuti i resti di una donna vissuta circa 4.500 anni fa, all'epoca della civiltà Caral, la più antica del Perù e dell'intera America. Si stima infatti che questa civiltà abbia abitato la valle di Supe, nell'attuale provincia di Barranca, tra il 3000 a.C. e il 2000 a.C. Parliamo quindi di una delle civiltà più antiche del mondo, contemporanea a quelle dell'antico Egitto e della Mesopotamia.

Si tratta di una scoperta sorprendente anche per lo straordinario stato di conservazione dei resti del corpo: nonostante siano trascorsi millenni, la pelle, i capelli e le unghie della donna sono tuttora presenti. "Una condizione rara in questa zona, dove di solito vengono recuperati solo i resti ossei", hanno spiegato gli autori della scoperta, i ricercatori dell'Unità Esecutiva 003 Zona Archeologica Caral (ZAC) del Ministero della Cultura del Perù, guidati dall'archeologa Ruth Shady Solís.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

Oltre ai resti del corpo, i ricercatori hanno trovato anche numerosi elementi del corredo funebre, dettagli importanti che permettono di ricostruire, o almeno ipotizzare, non solo la possibile estrazione sociale della donna, ma anche il ruolo femminile all'interno della civiltà Caral.

Nello spazio inferiore della sepoltura c'erano resti di cesti di canna, un ago con disegni incisi, un guscio di lumaca amazzonica, il becco di un tucano con intarsi di perline verdi e marroni, un tessuto di lana, strumenti per lavorare a maglia, una rete da pesca, e un altro dettaglio particolare: i resti di una trentina di patate dolci.

Inoltre, lo stesso corpo era adornato con una serie di materiali: la testa della donna era decorata con un copricapo di fibre e fili attorcigliati, e tutto il corpo era avvolto da diversi materiali, tra cui tessuti di cotone, tappetini di giunco, e soprattutto, sopra i resti del corpo, c’era un pannello decorato con piume di ara, un genere di pappagalli noto per la bellezza del piumaggio, disposte una a una e incastonate in una rete di fibre vegetali. Questo pannello – spiegano i ricercatori – è a oggi "uno degli esempi più antichi dell'arte piumata nelle Ande", oltre a testimoniare come già l’antichissima civiltà Caral fosse dotata di tecniche specializzate.

Tutti questi dettagli hanno portato i ricercatori a ipotizzare che la donna, probabilmente morta tra i 20 e i 35 anni, provenisse da una famiglia importante all'interno del sistema sociale della città. Sono anche la prova dell'importanza riconosciuta alla donna nella civiltà Caral.

Quest’ultima scoperta si inserisce in una serie di ritrovamenti importanti nel sito archeologico di Áspero che gli archeologi identificano come “sepolture d’élite”: come quelle della "Dama de los Cuatro Tupus" (2016) e dell’"Uomo d’Élite" (2019), entrambe rinvenute a pochi metri a nord rispetto a quella che custodiva i resti appena scoperti.

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