Scoperte “mummie di dinosauro” con gli zoccoli, i primi mai osservati in un rettile e in qualsiasi animale

Per la prima volta nella storia della paleontologia è stato scoperto un dinosauro con gli zoccoli, che risultano perfettamente conservati nel fossile. Si tratta di un ritrovamento eccezionale non solo per la qualità dei reperti, ma anche perché si tratta dei primi zoccoli mai rilevati in un rettile (oltre a essere i più antichi osservati in un qualsiasi animale). A rendere ancor più intrigante questa scoperta, il fatto che siamo innanzi a delle cosiddette “mummie di dinosauro”, fossili così ben conservati che tengono traccia anche di tessuti molli e carnosi, spine, organi e varie strutture tegumentali che normalmente vengono perse durante il processo di fossilizzazione. Purtroppo non c'è traccia di materiale organico nei nuovi reperti analizzati, ma l'impronta – che gli esperti chiamano “rendering” – dei dettagli fossilizzati nell'argilla è davvero rimarchevole.

Gli zoccoli sono stati individuati in due giovani esemplari di edmontosauro (Edmontosaurus annectens), una delle specie di dinosauro meglio conosciute grazie all'abbondanza dei fossili e al buonissimo stato di conservazione di molti di essi. Si tratta di un dinosauro erbivoro di medie – grandi dimensioni che poteva superare i 12 metri di lunghezza per oltre 5,5 tonnellate di peso; appartiene alla famiglia degli adrosauridi (Adrosauridae) – i cosiddetti dinosauri dal becco d'anatra – come il più famoso Parasaurolophus e il recentemente descritto Cariocecus bocagei, sul quale ha lavorato il paleontologo italiano Filippo Bertozzo. Gli edmontosauri vissero in quello che è l'attuale Nord America alla fine del Cretaceo – erano contemporanei del Tyrannosaurus rex, loro predatore – e si estinsero con l'evento di Chicxulub 66 milioni di anni fa, l'impatto di un asteroide di oltre 10 chilometri che spazzò via dalla Terra i dinosauri non aviani e il 75 percento delle specie viventi contemporanee.

Secondo gli scienziati queste mummie di edmontosauro si sono conservate in modo eccezionale grazie alla tragica fine cui andarono incontro. Morirono a causa della siccità nella pianura alluvionale in cui vivevano, ma incredibilmente, pochi giorni dopo il decesso, furono travolti da una piena e ricoperti di fango e detriti argillosi, che permisero la peculiare conservazione dei loro corpi. Non a caso ci troviamo nella cosiddetta “valle delle mummie di dinosauro” in Wyoming, Stati Uniti, una formazione paleontologica risalente al tardo Cretaceo – tra i 69 e i 66 milioni di anni fa – in cui sin dall'inizio del XX secolo vengono recuperati fossili in eccellente stato di conservazione. Fra essi quelli di un triceratopo e di un tirannosauro, oltre che di diversi edmontosauri. I primi scopritori di questi erbivori estinti chiamarono i loro fossili “mummie di dinosauro” proprio alla luce della conservazione della pelle squamosa e di altre strutture tegumentali. Ma i due esemplari recentemente descritti hanno una “marcia in più”, non solo grazie alla presenza degli zoccoli, ma anche della silhouette completa delle strutture carnose, in particolar modo del più giovane dei due, morto quando aveva solo un paio di anni di vita (l'altro a 4-5 anni, secondo le stime).

A descrivere le mummie di edmontosauro è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Biologia e Anatomia degli Organismi dell'Università di Chicago, in collaborazione con i colleghi di Intellectual Ventures di Bellevue e di Ventura County Science Center di Santa Paula. I ricercatori, coordinati dal dottor Paul C. Sereno, hanno indicato nello studio che i due esemplari presentano creste carnose su collo e tronco, file di aculei interdigitali lungo fianchi e coda, zoccoli e cuscinetti digitali sulle dita dei piedi posteriori.
Come si legge nell'abstract dello studio, la conservazione di queste strutture tegumentali è stata possibile grazie al deposito di un sottile strato di argilla (inferiore a 1 millimetro) sulle carcasse durante la decomposizione, “prima della perdita di tutti i tessuti molli e dei composti organici”. “A differenza dell'osso scheletrico permineralizzato sottostante – spiegano il dottor Sereno e colleghi – i resti del tegumento di queste ‘mummie di dinosauro' si sono conservati come una sottile maschera esterna di argilla, un processo di modellazione precedentemente documentato solo in ambienti marini anossici”.

Gli zoccoli dei due edmontosauri si presentano come guaine di cheratina a forma di cuneo e vanga con fondo piatto, posti al di sopra degli ungueali delle dita dei piedi. Il più grande, sul terzo dito, misura oltre 15 centimetri. Guaine cheratinizzate simili erano state osservate in altri adrosauridi, ma è la prima volta che queste strutture si presentano così estese – e dettagliate – oltre le dita, esattamente come gli zoccoli presenti negli ungulati, preistorici e viventi. Secondo gli autori dello studio, gli zoccoli sarebbero comparsi sin dal Giurassico in dinosauri corazzati come stegosauri e anchilosauri, nelle mani e nei piedi dei quali risultano presenti “ungueali a forma di vanga collegati a impronte di dita arrotondate”. I dettagli del nuovo studio “Duck-billed dinosaur fleshy midline and hooves reveal terrestrial clay-template “mummification” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.