Risolto il mistero del “rat hole”, la buca a forma di ratto comparsa negli USA 20 anni fa: c’è una sorpresa

Circa venti anni fa, presso il 1918 di West Roscoe Street, nel cuore del quartiere Roscoe Village di Chicago, è apparsa una curiosa impronta a forma di ratto nel cemento fresco. Divenne immediatamente virale e fu ribattezzata “Chicago Rat Hole”, ovvero buca a forma di ratto di Chicago (con l'uscita del film Ratatouille della Pixar nel 2007 prese anche il nome di “Splatatouille”). L'impronta, del resto, è talmente dettagliata da fare invidia alle buche lasciate dal povero Will il Coyote: zampe, testa, artigli e persino la piccola coda sono perfettamente impressi nel cemento, quasi come fosse stata fatta di proposito.
In realtà fu creata accidentalmente da un animale finito dopo un salto o una caduta nel cemento fresco (e che dovrebbe essere riuscito a salvarsi dopo un ulteriore balzo di fuga). Fino ad oggi si credeva fosse stata lasciata da un ratto bruno (Rattus norvegicus), la più comune e infestante specie di roditore al mondo, tuttavia un nuovo studio scientifico – sì, avete letto bene – appena pubblicato su Biology Letters ha stravolto questa convinzione. A lasciare l'iconica silhouette del “Chicago Rat Hole” non è stato un ratto, bensì uno scoiattolo. Più nello specifico, uno scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis), la specie più coerente con l'iconica impronta.

A determinare che la buca a forma di ratto della “Città del Vento” (Windy City è uno dei tanti soprannomi di Chicago) è stata rilasciata da uno scoiattolo e non da un ratto è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi dell'Università del Tennessee Knoxville, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Anatomia del New York Institute of Technology – College of Osteopathic Medicine e del Dipartimento di Antropologia e Archeologia di Calgary (Canada). I ricercatori, coordinati dal dottor Michael C. Granatosky, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto le proporzioni e la morfologia dell'impronta con quelle di otto specie di roditori normalmente presenti nel quartiere Roscoe Village. Oltre ai sopracitati ratto bruno e scoiattolo grigio orientale, sono stati presi in considerazione lo scoiattolo volpe (Sciurus niger), lo scoiattolo volante meridionale (Glaucomys volans), il topo domestico (Mus musculus), il tamia striato (Tamias striatus), il topo dai piedi bianchi (Peromyscus leucopus) e il topo muschiato (Ondatra zibethicus). Per le analisi dimensionali sono state misurate decine di esemplari esposti in vari musei del Nord America.
Incrociando tutti i dati è emerso chiaramente che le proporzioni della silhouette del Chicago Rat Hole non appartengono a un ratto, ma sono più compatibili con quelle di uno scoiattolo. “I test univariati non hanno mostrato differenze significative nella lunghezza dal muso alla coda, nella larghezza della testa, nella larghezza della base della coda o nella lunghezza del terzo dito tra l'impronta e i membri del genere Sciurus (cioè gli scoiattoli arboricoli)”, hanno spiegato C. Granatosky e colleghi nell'abstract dello studio.
Dalle analisi è stato stabilito che c'è una probabilità del 98,67 percento che l'impronta sia stata lasciata da uno scoiattolo e non da un ratto. Per quanto concerne le specie di scoiattolo, ce ne sono due che si contendono il primato: lo scoiattolo grigio orientale con una compatibilità del 50,67 percento e lo scoiattolo volpe con una compatibilità del 48,00 percento. Poiché nella zona sono molto più abbondanti gli scoiattoli grigi, i ricercatori ritengono che sia proprio questa la specie responsabile del Chicago Rat Hole. Ricordiamo che lo scoiattolo grigio fu introdotto decenni fa anche in Italia come specie ornamentale, causando un danno ecologico significativo soprattutto ai danni nel nostro scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), con cui è entrato in fortissima competizione.

Per compiere le loro misurazioni i ricercatori si sono dovuti basare sulle fotografie della celebre impronta, poiché dall'aprile del 2024 la lastra del marciapiede su cui era impressa è stata trasferita presso il municipio di Chicago (alla luce della viralità era diventata una sorta di meta di pellegrinaggio e in molti la riempivano di monetine e altri oggetti). Secondo il dottor Granatosky e colleghi lo scoiattolo che lasciò l'impronta cadde da un albero nei pressi dell'impronta e poi se ne andò. La coda lasciò solo quel segno sottile perché la folta pelliccia non aveva la forza per restare impressa nel cemento fresco.
Sebbene la ricerca possa apparire molto frivola – non ci sarebbe sa stupirsi se venisse candidata ai prossimi IgNobel – gli scienziati sottolineano che anche questo è fare scienza. “Pur riconoscendo lo spirito giocoso di questa ricerca, il nostro obiettivo più ampio è quello di sottolineare che la ricerca scientifica inizia con curiosità e osservazione: qualità che non sono esclusive degli scienziati professionisti, ma accessibili a chiunque abbia interesse a comprendere il mondo naturale”, hanno chiosato gli autori dello studio. Come dar loro torto. Recentemente uno studio ha analizzato la vicenda di un ratto nero che prese un volo transatlantico tra Stati Uniti ed Europa (ma non finì bene). I dettagli della nuova ricerca “Rodent indent not self-evident: a case of mistaken identity of the ‘Chicago Rat Hole’ sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Biology Letters.