64 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Quando saranno pronti i vaccini anti Covid aggiornati contro la variante Omicron

Le case farmaceutiche stanno aggiornando i vaccini anti Covid a mRNA per renderli più specifici contro la variante Omicron. Ecco quando saranno pronti.
A cura di Andrea Centini
64 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La variante Omicron (B.1.1.529) del coronavirus SARS-CoV-2 continua a diffondersi nel mondo a una velocità senza precedenti e presto diventerà dominante, soppiantando la variante Delta come quest'ultima aveva detronizzato la Alfa nella tarda primavera di quest'anno. Tuttavia c'è una differenza sostanziale nel nuovo ceppo rispetto ai precedenti, ovvero un numero significativamente superiore di mutazioni sulla proteina S o Spike, che gli conferiscono una maggiore trasmissibilità e soprattutto la capacità di eludere le difese immunitarie, sia quelle innescate da una precedente infezione naturale che quelle indotte dalla vaccinazione. Sebbene la terza dose (richiamo o booster) stia dimostrando una notevole efficacia nel proteggere sia dall'infezione sintomatica che dalla forma grave della COVID-19, le case farmaceutiche si stanno comunque "portando avanti" e hanno avviato la sperimentazione per aggiornare i propri vaccini. Solo in un secondo momento si valuterà la necessità o meno di renderli disponibili e commercializzarli, proprio alla luce del fatto che la terza dose si sta dimostrando protettiva anche verso la variante Omicron.

Il lavoro sull'aggiornamento dei vaccini è partito sin dal 23 novembre, ovvero da quando gli scienziati hanno caricato sulle banche date genetiche la peculiare sequenza “super mutata” della variante identificata in Sudafrica. I vaccini anti Covid a mRNA (RNA messaggero) hanno il notevole vantaggio che possono essere (ri)progettati contro le nuove varianti in tempi rapidissimi aggiornando la sequenza dell'antigene, nel caso specifico proprio la proteina S o Spike, il “gancio” che il coronavirus SARS-CoV-2 sfrutta per legarsi al recettore ACE-2 delle nostre cellule, rompere la parete cellulare, riversare il suo materiale genetico all'interno e dar via ai processi che portano alla malattia chiamata COVID-19. Gli anticorpi prodotti dai vaccini si legano a questa proteina impedendogli di agganciarsi alle cellule e dunque neutralizzano il virus. Tuttavia, se il virus è troppo mutato come nel caso della variante Omicron, i vaccini basati sulla proteina S del ceppo originale possono risultare meno efficaci, come stanno evidenziando studi e dati epidemiologici. Per questo sia il colosso farmaceutico americano (in collaborazione con BioNTech) che la società di biotecnologie Moderna stanno aggiornando i propri vaccini a mRNA, rispettivamente il Comirnaty e lo Spikevax. L'intero processo di sintetizzazione in laboratorio e test del vaccino aggiornato dovrebbe durare circa cento giorni (tra i 3 e i 4 mesi), in base a quanto dichiarato da Pfizer, che conta di avere il farmaco pronto per la consegna entro Marzo 2022. A questo breve lasso di tempo va aggiunta la sperimentazione clinica, che fortunatamente avrà un percorso più rapido perché siamo innanzi a un aggiornamento e non a un cambio di piattaforma vaccinale (è sufficiente modificare l'mRNA che istruisce il nostro organismo a produrre la proteina S). Si ritiene dunque che i nuovi vaccini possano essere disponibili alla distribuzione entro la primavera, qualora si decidesse di produrli.

Come indicato, infatti, non è ancora sicuro che le case farmaceutiche commercializzeranno i vaccini con l'aggiornamento specifico contro la variante Omicron. Al momento la terza dose si sta dimostrando ampiamente efficace nel fortificare la produzione di anticorpi neutralizzanti diretti verso di essa e nel contrastarla. Uno studio di Pfizer ha rilevato un aumento di 25 volte dei livelli di anticorpi dopo il booster di Comirnaty, paragonabile a quello delle due dosi del ciclo vaccinale di base contro la variante originale e selvatica del coronavirus SARS-CoV-2, quella emersa a Wuhan, in Cina. In uno studio analogo Moderna ha invece dimostrato che il richiamo da 50 microgrammi dello Spikevax aumenta i livelli di anticorpi neutralizzanti contro Omicron di circa 37 volte “rispetto ai livelli pre-booster”, mentre una terza dose da 100 microgrammi li ha aumentati fino a 83 volte. Come specificato, la società sta lavorando a vaccini aggiornati, specifici sia contro la Omicron che progettati per prevedere potenziali mutazioni sulla proteina S o Spike. Si tratta di “candidati multivalenti” chiamati mRNA-1273.211 e mRNA-1273.213 che incorporano i profili delle varianti di preoccupazione. Solo più avanti verrà deciso se immetterli o meno sul mercato o puntare tutto sul booster dei vaccini già disponibili, previsto a 5 mesi dalla seconda dose.

64 CONDIVISIONI
32806 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views