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Quali sono i sintomi del morbillo e perché la nuova variante può sfuggire ai test ma non ai vaccini

Il morbillo è una malattia virale molto contagiosa che si manifesta con sintomi come febbre alta, eruzioni cutanee (esantema), tosse, naso che cola e congiuntivite: le complicazioni includono polmonite e infiammazione del cervello (encefalite), che sono una delle principali cause di morte nei bambini. La nuova variante, diffusa in anche Italia, è in grado di sfuggire ad alcuni test diagnostici, ma i vaccini continuano a conferire protezione efficace.
A cura di Valeria Aiello
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Il morbillo continua a guadagnare terreno in Italia, dove nei primi due mesi del 2024 sono stati segnalati 64 casi di infezione, il 67% in più dell’intero 2023, quando i casi registrati furono 43. Il forte aumento, indica l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si è iniziato a osservare a partire dagli ultimi quattro mesi dello scorso anno, con 32 casi segnalati tra settembre e dicembre, rispetto a 3 casi registrati nello stesso periodo del 2022, indicativi di una copertura vaccinale che nel nostro Paese è inferiore al 95 percento, che è la soglia di sicurezza raccomandata dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) per l’immunità di gregge e prevenire così epidemie e casi autoctoni o di importazione.

Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa e, soprattutto, pericolosa, causata da un virus della famiglia Paramyxoviridae e del genere Morbillivirus, che si trasmette principalmente per via aerea. L’infezione si manifesta con sintomi come febbre alta, eruzioni cutanee (esantema), tosse, naso che cola e congiuntivite, con il rischio di varie complicazioni, che ancora oggi sono una delle principali cause di morte nei bambini.

Pertanto, la prevenzione è fondamentale: attualmente, il vaccino – il trivalente morbillo, parotite e rosolia (Mpr), che in Italia è obbligatorio per i minori da 0 a 16 anni – assicura protezione contro tutti i genotipi e varianti del morbillo, inclusa la nuova variante in circolazione (una forma mutata del genotipo D8, chiamata 8491) che ha mostrato di poter sfuggire ad alcuni test molecolari ma contro cui il vaccino continua ad essere efficace.

Quali sono i sintomi del morbillo

Il morbillo è una malattia virale molto contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxovirus del genere Morbillivirus, che provoca un quadro clinico che può essere suddiviso in tre fasi (prodromica, eruttiva e di convalescenza) cui corrispondono sintomi diversi e di differente severità. I primi sintomi del morbillo, simili a quelli di un raffreddore, si manifestano tra i 7 e i 14 giorni in seguito all’infezione e comprendono:

  • febbre alta
  • naso che cola
  • tosse secca
  • congiuntivite

In questa prima fase (prodromica), che dura dai 4 ai 6 giorni, sono inoltre spesso presenti le caratteristiche macchie di Köplik, delle lesioni della mucosa della bocca, localizzate all’altezza del secondo molare, che compaiono 2-3 giorni prima dell’eruzione cutanea (esatema) e scompaiono il terzo giorno. La seconda fase (eruttiva) è invece caratterizzata dalla comparsa di un esantema maculopapulare, l’eruzione cutanea caratteristica del morbillo, che si manifesta prima sul viso, dietro le orecchie e ai lati del collo, come macule irregolari, miste a papule, e che nel giro di 24-48 si estende al tronco e alle estremità (compresi i palmi delle mani e le piante dei piedi).

La terza fase (convalescenza) si verifica nei 3-4 giorni successivi alla iniziale scomparsa dell’esantema, nello stesso ordine in cui è apparso, lasciando macchie marroni e producendo una sottile desquamazione della pelle. La febbre (che durante il picco di gravità della malattia può superare i 40 °C) scompare due o tre giorni dopo l’inizio dell’eruzione cutanea, così come il malessere generale.

Le complicanze del morbillo

Il virus del morbillo infetta circa 10 milioni di persone e provoca circa 100.000-200.000 morti ogni anno, soprattutto tra i bambini non vaccinati, a causa di complicazioni della malattia.

È il caso della panencefalite sclerosante subacuta (PESS), una complicanza rara, tardiva (può verificarsi mesi o anni dopo l’infezione) e solitamente fatale del morbillo, che può verificarsi in circa 7-300 casi per milione di casi ma la cui incidenza, alla luce delle nuove epidemie, potrebbe essere più elevata (40 e 1700 casi per milione di casi), in particolare nei bambini che hanno contratto l’infezione sotto i 2 anni di età.

Più frequente è l’encefalite, un’infiammazione del cervello che si verifica in 1 bambino su 1.000, solitamente da 2 giorni a 2 settimane dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. “Spesso inizia con una recrudescenza di febbre alta, mal di testa, convulsioni e comaprecisano gli specialisti – . Può risolversi in circa 1 settimana o può persistere più a lungo, causando morbilità o morte”.

Altre complicazioni includono la polmonite, che si verifica in circa il 5% dei casi di morbillo, anche durante un’infezione apparentemente non complicata, e spesso è causa di morte nei neonati, e altre superinfezioni batteriche, come laringotracheobronchite (croup) e l’otite media. In alcuni rari casi si può sviluppare una riduzione importante delle piastrine (porpora trombocitopenica acuta) che può causare lividi e sanguinamenti. Le donne incinte, i neonati e i pazienti immunocompromessi sono i soggetti a maggior rischio di complicanze.

Perché la nuova variante può sfuggire ai test

Di recente, uno studio dell’Università di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha identificato in Italia una nuova variante del morbillo, caratterizzata da tre mutazioni che permettono al virus di sfuggire al rilevamento da parte di alcuni test molecolari in uso. Ciò avviene perché queste tre mutazioni si trovano a livello del gene della nucleoproteina (gene N) del virus del morbillo, in una porzione denominata regione N-450 che, normalmente, viene utilizzata come bersaglio da diversi test diagnostici. Questa perdita di sensibilità da parte dei test, che può comportare falsi negativi nelle analisi, è stata definita “leggera” dall’ISS, che in una nota di approfondimento ha voluto precisare che il problema è stato riscontrato “in uno dei test molecolari in uso, anche se diverso da quello utilizzato maggiormente nel nostro Paese”.

Finora, la nuova variante del morbillo, una forma mutata del genotipo D8, denominata 8491 dai ricercatori, è stata confermata in almeno due casi di infezione, entrambi scoperti in Lombardia (città metropolitana di Milano e aree circostanti) e senza un apparente legame epidemiologico tra loro, pur essendo tutti e due legati a una storia di viaggio (nel Sud Italia in un caso e in Tailandia nell’altro). Le analisi condotte dai ricercatori hanno inoltre mostrato che la sequenza di questa nuova variante condivide il 99,7% di identità con i ceppi identificati a Mosca (Russia) nel 2023, sebbene sia diversa dal ceppo russo e geneticamente distinta anche dalla nuova variante recentemente identificata in Svizzera (8248), caratterizzata comunque da tre mutazioni a livello del gene N, sempre nella regione N-450.

Il vaccino contro il morbillo è efficace anche dalla nuova variante

Come indicato, la nuova variante identificata in Italia è una forma mutata del genotipo D8, uno dei diversi 24 genotipi di morbillo conosciuti, le cui variazioni (presenta tre sostituzioni da T, timina, a C, citosina nella regione C-terminale (N-450) influiscono sulla diagnostica ma non sono collegate a una perdita di efficacia dei vaccini. “Sulla base dei dati a nostra disposizione si può escludere che le mutazioni descritte possano influenzare l’efficacia del vaccino – evidenzia l’ISS -. Disponiamo di un vaccino efficace, sicuro, economico e in grado di conferire immunità permanente”.

La vaccinazione contro il morbillo conferisce infatti protezione contro tutti i genotipi e varianti ad oggi identificati, sia nella formulazione trivalente del vaccino, con rosolia e parotite (MMR), sia nella sua formulazione tetravalente, con il virus varicella-zoster (MPRV). In entrambi i casi, il vaccino contro il morbillo si basa su virus vivo attenuato, derivato dal ceppo Edmonston appartenente al genotipo A, che stimola una risposta immunitaria in grado di conferire protezione efficace e duratura, non influenzata dalla variabilità genetica osservata nei nuovi virus identificati.

Il vaccino anti-morbillo, nella formulazione MMR, è obbligatorio in Italia per i bambini dai 0 ai 16 anni, e comprende due dosi, di cui la prima è consigliabile prima del 24° mese (preferibilmente dal 12° al 15° mese) con un richiamo verso i 5-6 ai o 11-12 anni. “Inoltre, la somministrazione della prima dose di vaccino è in grado in indurre una risposta immunitaria neutralizzante nel 95% degli individui, diretta contro la glicoproteina virale di superfice emoagglutinina H, che funge da recettore virale e la proteina di fusione F” sottolinea l’ISS, indicando che le mutazioni presenti nella nuova variante si trovano in una regione del virus che comunque non consente di neutralizzare il patogeno.

Il recente aumento dei casi, osservato in Italia così come in Europa e negli Stati Uniti, è quindi da ricondurre a una copertura vaccinale non sufficiente che, nello specifico, nel nostro Paese è inferiore al 95 percento, che è la soglia di sicurezza raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’immunità di gregge. Gli ultimi dati disponibili mostrano infatti che. nel 2022. la copertura vaccinale per il morbillo in Italia si è attestata al 92% della popolazione per la prima dose e all’86% per la seconda, in calo rispettivamente dell’1% e del 3% rispetto al 2018. Tuttavia, i dati del 2022, riportano una copertura di circa 94,% nei bambini sotto i 24 mesi, molto vicina al 95% e di certo superiore all’86% del 2016, anno che precedette l’epidemia del 2017.

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