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Porta sua figlia in ospedale per un mal di pancia, ma scopre che la bambina ha la sindrome di Raperonzolo

È il caso di Sophie, una bambina di 9 anni che, a causa della tricofagia, aveva un ammasso di capelli aggrovigliati nello stomaco: la condizione, poco conosciuta, è chiamata sindrome di Raperonzolo ma, nonostante il nome da fiaba, può mettere a serio rischio la vita.
A cura di Valeria Aiello
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Poteva sembrare un normale accesso al pronto soccorso per un mal di pancia un po’ più forte del solito, ma per Sophie, 9 anni, che quella notte aveva cominciato a piangere e vomitare, il dolore all’addome non era il sintomo di una comune indigestione o di un’infezione intestinale, come le gastroenteriti che spesso si riscontrano nei bambini della sua età. Sophie non aveva la febbre, ma apparentemente solo un dolore addominale diffuso e marcato, accompagnato da episodi di vomito che suggerivano un problema a livello gastrointestinale di diverso tipo.

Sua mamma, Megan Sayce, non si aspettava però di sapere dai medici che sua figlia aveva la sindrome di Raperonzolo, una condizione di cui non aveva mai sentito parlare e che, nonostante il nome da fiaba, non immaginava che stesse mettendo in pericolo la vita della sua bambina. “Ricordo che quando siamo arrivati al Norfolk and Norwich University Hospital, Sophie urlava dal dolore – ha raccontato la donna ai media locali – . È stato qui che i medici hanno visto che aveva un ammasso di capelli che le stava divorando lo stomaco”.

Operata d’urgenza, i medici sono riusciti a rimuovere la massa aggrovigliata, in un intervento durato quattro ore e mezzo. Sophie è poi rimasta ricoverata dieci giorni in ospedale, prima di poter tornare a casa. “Sulla sindrome di Raperonzolo non si hanno molte informazioni, perché ciò che la causa sembra un gesto del tutto innocuo – ha detto la donna – . Ma siamo stati fortunati con Sophie, perché se non l’avessimo portata in ospedale avrebbe avuto la sepsi e poi chissà cosa sarebbe potuto succedere”.

Cos’è la sindrome di Raperonzolo

La sindrome di Raperonzolo è una condizione gastrointestinale rara ma pericolosa, causata dall’ingestione di capelli, un disturbo psichiatrico noto come tricofagia. La sindrome si verifica quando un ammasso di capelli aggrovigliati e di altro materiale ingerito ma non digerito (tricobezoario) rimane incastrato nello stomaco, estendendosi talvolta fino all’intestino tenue: ciò fa sì che dall’ammasso si formi una lunga coda di capelli, come quella di Raperonzolo, il personaggio dell’omonima fiaba dei fratelli Grimm, nota per i suoi capelli lunghi.

I sintomi della sindrome di Raperonzolo includono forte dolore addominale, nausea e vomito, a cui possono associarsi alito cattivo, gonfiore di stomaco, appetito ridotto e perdita di peso. Essendo, come detto, una sindrome causata dall’ingestione di capelli (tricofagia), nelle persone che si strappano e mangiano i propri capelli si osservano anche chiazze di alopecia sul cuoio capelluto. Le persone che manifestano questa sindrome possono quindi soffrire di altri problemi di salute mentale, come la tricotillomania – il disturbo compulsivo che porta a strapparsi i capelli) e la pica, che consiste nell’impulso a ingerire cose che non sono cibo.

Perché la sindrome di Raperonzolo è pericolosa

Un ammasso di capelli che cresce nello stomaco (tricobezoario) può non causare sintomi evidenti nelle fasi iniziali, che tuttavia si manifestano quando la massa raggiunge certe dimensioni e si estende all’intestino: ciò può comportare una serie di gravi complicazioni, come l’ostruzione gastrica, il blocco intestinale, la peritonite e, nei casi più gravi, la perforazione gastrica, che può mettere in serio pericolo la vita.

Quando non ancora troppo grande, l’ammasso di capelli può essere rimosso per via endoscopica, generalmente estraendolo attraverso la bocca ma, quando supera certe di dimensioni (in letteratura sono documentati casi di ammassi che superavano anche 1,5 chilogrammi – può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Oltre però alla rimozione, alle persone che soffrono di sindrome di Raperonzolo vengono consigliate terapie cognitivo-comportamentali, che possono aiutare ad affrontare il problema psichiatrico sottostante. Talvolta, può essere inoltre necessaria l’assunzione di farmaci che permettano di gestire l’impulso.

Cosa sappiamo del caso di Sophie, la bambina con la sindrome di Raperonzolo

Sophie, la bambina di 9 anni operata d’urgenza al Norfolk and Norwich University Hospital (Regno Unito) per un ammasso di capelli bloccato nello stomaco, come conseguenza della sindrome di Raperonzolo, aveva già sofferto di un episodio simile, ma né i suoi genitori né, come raccontato dalla mamma di Sophie, i medici che avevano visitato la bambina in precedenza avevano sospettato la condizione.

I problemi sono iniziati quando Sophie aveva circa 18 mesi – ha raccontato la donna – . Sophie si strappava i capelli e li mangiava, come un modo per consolarsi e addormentarsi”.

Poi, quando aveva quattro anni, si ammalò gravemente e vomitò una palla di capelli – ha aggiunto la madre di Sophie – . In entrambe le occasioni l’abbiamo portata da un medico, ma non sapevano davvero cosa avrebbe potuto fermarla. Alla fine è guarita, non si mangiava più i capelli e questi sembravano crescere bene, quindi non ci abbiamo fatto troppo caso”.

Tuttavia, visto quanto poi accaduto, la bambina ha continuato a strapparsi e mangiare i suoi capelli, di nascosto dai genitori. “Poi il 12 dicembre dell’anno scorso mi sono svegliata e l’ho sentita piangere: diceva che si sentiva come se stesse per morire, stava vomitando ed è svenuta. Così, con mio marito, abbiamo chiamato il 111 e l’abbiamo portata d’urgenza al pronto soccorso”. I medici hanno quindi scoperto che nello stomaco di Sophie c’era una massa di capelli che “era grande quanto la sua pancia, che le stava causando ulcere e creando un buco nello stomaco”. Dopo l’intervento di rimozione e il ricovero in ospedale, Sophie ha fatto ritorno a casa. “Ora – dice la donna – Sophie è guarita”.

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