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Polmonite da mycoplasma nei bambini: sintomi, cure e perché è chiamata “sindrome del polmone bianco”

In Italia i primi casi: il batterio responsabile è il Mycoplasma pneumoniae, un agente patogeno che normalmente provoca solo lievi sintomi simil-influenzali ma può causare la polmonite da micoplasma, una forma di polmonite atipica nota anche come sindrome del polmone bianco.
A cura di Valeria Aiello
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Il Mycoplasma pneumonie, il batterio responsabile delle polmoniti tra i bambini in Cina, è anche in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato i primi “due casi di Mycoplasma pneumoniae” in bambini ricoverati con sintomi respiratori a Perugia e altri tamponi positivi sono stati riportati in Emilia Romagna. Una situazione simile si sta osservando negli Stati Uniti e in Europa, in particolare in Francia, Olanda e Danimarca dove il batterio, quasi scomparso durante la pandemia, si sospetta sia tra le cause dell’aumento dei ricoveri per polmonite.

Si cominciano a segnalare casi anche in Italia dove, è bene ribadirlo, il Mycoplasma è sempre circolato in comunità” ha precisato l’Istituto Superiore di Sanità all’indomani della pubblicazione del rapporto di sorveglianza RespiVirNet. I due casi segnalati in Italia, di cui uno relativo alla settimana dal 20 al 26 novembre (coinfezione con rinovirus) e uno alla settimana dal 27 novembre al 3 dicembre, sono “in linea con quanto atteso in questo periodo” e “non rappresentano motivo di preoccupazione” ha assicurato anche la Società italiana di Pediatria (SIP).

Il timore di una nuova epidemia è però legittima, nonostante l’agente responsabile delle polmoniti nei bambini sia un batterio non nuovo, che colonizza il tratto respiratorio, causando infezioni che possono manifestarsi con sintomi lievi (come febbre, tosse e naso che cola) ma anche in forma più severa, provocando una forma di polmonite batterica chiamata atipica, nota anche come “polmonite ambulante” e “sindrome del polmone bianco”.

Il batterio responsabile delle polmoniti

Il batterio responsabile delle polmoniti è il Mycoplasma pneumoniae, un microrganismo di piccole dimensioni che appartiene alla classe dei Millicutes (da “mollis”, che significa morbido e “cutis”, che significa pelle), che generalmente causa infezioni lievi ma che a volte può causare infezioni polmonari che richiedono cure ospedaliere. Il batterio si trasmette principalmente attraverso le goccioline respiratorie (droplet) di un soggetto infetto, in ambienti affollati, come scuole, strutture di assistenza e ospedali.

La caratteristica del Micoplasma pneumoniae è quella di essere privo della parete cellulare, per cui molti antibiotici, come i beta-lattamici (ad esempio, la penicillina) che prendono di mira la parete cellulare dei batteri, non sono efficaci contro questo tipo di infezioni. Il trattamento si basa solitamente sugli antimicrobici di scelta, che sono gli antibiotici macrolidi, una classe di cui fa parte l’azitromicina, nei confronti della quale sono però emersi ceppi resistenti e contro cui il farmaco ha perso di efficacia.

I sintomi delle polmoniti da Mycoplasma pneumoniae nei bambini

Per capire se un bambino ha la polmonite, occorre prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme che permettono di riconoscere in tempo la malattia e rivolgersi al medico in modo tempestivo. Quando non trattata o trascurata, la polmonite può infatti portare a pericolose complicazioni (dal versamento pleurico all’ascesso polmonare a una sepsi generalizzata), fino a risultare pericolosa per la vita. Tuttavia, le polmoniti da Mycoplasma pneumoniae, in genere, mostrano una sintomatologia più lieve di quelle causate da altri agenti patogeni, anche se i sintomi tendono a durare più a lungo.

I sintomi più comuni della polmonite da Mycoplasma pneumoniae sono:

  • febbre, generalmente sopra i 38 °C,
  • tosse, che può essere accompagnata da catarro
  • difficoltà respiratorie, a volte accompagnate da dolore al torace
  • brividi e malessere generale

A questi sintomi possono aggiungersi altri meno comuni, come confusione, mal di testa, perdita dell’appetito, dolori muscolari e sudorazione profusa. Nei casi più gravi, può manifestarsi ipossia (labbra blu) e apnea, infossamento della gabbia toracica (a causa della mancanza di fiato) e talvolta dolore addominale, quando ad essere interessati sono i lobi polmonari. Per avere però la certezza che si tratta di polmonite da micoplasma, esistono esami di laboratorio specifici, come il test sierologico e il rilevamento degli anticorpi.

In cosa differisce da altri tipi di polmonite (sindrome del polmone bianco)

La polmonite da micoplasma è detta atipica, perché causata da microrganismi che hanno caratteristiche molto peculiari, come il Mycoplasma pneumoniae. Normalmente provoca una sintomatologia più lieve delle polmoniti causate da virus e altri agenti patogeni, chiamata anche “polmonite ambulante” (dall’inglese walking pneumonia), per indicare un caso lieve di polmonite. È però nota anche come “sindrome a polmone bianco” (white lung syndrome), un termine non medico con cui ci si riferisce a una polmonite che mostra segni tipici nelle radiografie.

Il termine “bianco”, in particolare, ha origine dalla presenza di macchie bianche distintive nelle radiografie del torace, che possono essere riconducibili a diverse malattie respiratorie, come la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), la microlitiasi alveolare polmonare (PAM) e le condizioni riconducibili all’inalazione di polvere di silice (silicosi). “Queste macchie bianche possono essere dovute da una serie di fattori, tra cui l’accumulo di liquidi nelle sacche d’aria dei polmoni, l’infiammazione del tessuto polmonare e la cicatrizzazione del tessuto polmonare” spiegano gli esperti.

Come si cura la polmonite da micoplasma

Di solito, le polmoniti da micoplasma vengono trattate con antibiotici macrolidi, come l’azitromicina, che è considerato l’antimicrobico di scelta nelle infezioni da Mycoplasma pneumonie. Questo batterio si è però mostrato particolarmente incline a mutare e a sviluppare resistenza nei confronti dell’azitromicina e altri antibiotici della stessa classe.

L’aumento dei ceppi resistenti ai macrolidi è segnalato a livello mondiale, più frequentemente in Asia, ma anche negli Stati Uniti e in Europa (dove le percentuali di resistenza oscillano tra l’1 e il 25% nei diversi Paesi), il che ulteriormente limita ulteriormente le opzioni farmacologiche nei confronti di questo patogeno che, come detto, di per sé non è suscettibile all’azione dei beta-lattamici.

In alternativa all’azitromicina, le infezioni da micoplasma possono essere trattate con doxiciclina o, talvolta, levofloxacina o moxifloxacina (tetracicline) e in alcuni casi con fluorochinoloni.

Come prevenire le infezioni da Mycoplasma pneumoniae

La prevenzione delle infezioni da Mycoplasma pneumonie si basa sull’igiene, dunque sul lavaggio frequente delle mani e altre regole generali come evitare il contatto stretto con soggetti infetti, coprirsi la bocca quandosi tossisce o si starnutisce. Contro il Mycoplasma pneumoniae non esiste un vaccino, né vengono prescritti antibiotici per evitare l’infezione.

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