Perché le energie rinnovabili sono la svolta scientifica del 2025 per la rivista Science

Il Breakthrough of the Year è il riconoscimento che la prestigiosa rivista Science assegna alle scoperte scientifiche più importanti e significative dell'anno. È un premio che coinvolge tutti i campi della ricerca e può spaziare dalle cure per una malattia a un traguardo in campo tecnologico; ad ogni modo, viene riconosciuta nel complesso la capacità di offrire un avanzamento decisivo – finanche rivoluzionario – per la salute, la società, l'ambiente e la conoscenza dell'Universo in cui viviamo. Nel 2020, ad esempio, sono stati premiati i vaccini (come quelli a mRNA) per combattere la pandemia di COVID-19, sviluppati in tempi record e dalla notevole efficacia; nel 2021 ha vinto il ruolo dell'intelligenza artificiale (IA) nello sviluppo della struttura delle proteine; nel 2022 è stato premiato il potentissimo (e costosissimo) Telescopio Spaziale James Webb; nel 2023 i farmaci della classe GLP-1 contro l'obesità come la Semaglutide; e nel 2024 il farmaco antiretrovirale Lenacapavir contro l'infezione da virus dell'HIV (responsabile dell'AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita).
Per il 2025 l'autorevole rivista dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) ha fatto una scelta diversa dal solito, decidendo di premiare l'avanzamento di un intero settore, quello delle energie rinnovabili. Più nello specifico, il riconoscimento è andato “all'inarrestabile ascesa” delle fonti verdi, in particolar modo eolica e solare, che quest'anno hanno raggiunto tanti e significativi record. Il premio è soprattutto un riconoscimento all'impegno della Cina, che pur essendo ancora il Paese che emette più CO2 (anidride carbonica) al mondo, circa 1/3 del totale, è anche quello che sta investendo più di tutti nelle rinnovabili, permettendo il raggiungimento di vari primati.
Come spiegato da Science, infatti, nel 2025 per la prima volta nella storia le energie rinnovabili hanno superato il carbone come principale fonte al mondo di energia elettrica, con 5.072 terawattora (Twh) prodotti contro i 4.896 del combustibile fossile (tra gennaio e giugno). Ciò ha portato le rinnovabili a un quota produttiva pari al 34,3 percento del totale, mentre il carbone è sceso al 33,1 percento. Il tutto nonostante la decisa marcia indietro degli Stati Uniti – tra i principali emettitori al mondo – sull'approccio “verde” all'energia e allo sviluppo. Nei primi sei mesi dell'anno eolica e solare sono state anche in grado di soddisfare l'intero aumento della domanda mondiale di elettricità, che è cresciuta del 2,6 percento per un totale di 369 terawattora (Twh).
Durante questo intervallo temporale, come evidenziato nel rapporto “Global Electricity Mid-Year Insights 2025” di Ember, la produzione di energia solare è aumentata del 31 percento (+ 306 Twh rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno), mentre quella generata dal vento del 7,7 percento, segnando un + 97 Twh. La somma di questi risultati evidenzia come l'espansione delle energie rinnovabili è stata in grado di sopperire all'aumento della domanda globale, in un mondo sempre più “assetato” di corrente elettrica ma minacciato dalla gravissima crisi climatica in corso. Sono proprio le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti a rappresentare il volano del riscaldamento globale catalizzato dalle attività umane, considerato la principale minaccia esistenziale per la nostra specie e la tenuta dell'ambiente. Ondate di calore mortali, innalzamento del livello del mare catastrofico, estinzioni di massa, stravolgimento degli ecosistemi, depauperamento delle risorse, diffusione delle malattie tropicali, eventi meteo sempre più estremi e frequenti, siccità, incendi devastanti e migrazioni mai viste nella storia dell'umanità sono solo alcune delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che possono essere contrastati solo attraverso un rapido e incisivo passaggio alle fonti rinnovabili.
Come indicato, il ruolo del leone in questo processo virtuoso è giocato proprio dalla Cina, che sulle energie verdi sta investendo cifre enormi. Le rinnovabili rappresentano il 10 percento dell'economia del dragone, che è il principale produttore dei dispositivi che permettono di raccogliere e accumulare l'energia offerta dalla natura: non a caso produce l'80 percento delle celle solari per gli impianti fotovoltaici; il 70 percento delle turbine eoliche per gli impianti e il 70 percento delle batterie al litio, che troviamo nei nostri dispositivi tecnologici e nei veicoli (di concerto con lo sviluppo di nuove tecnologie basate su elementi come vanadio, sodio e zinco). Lo sviluppo degli impianti eolici e fotovoltaici è talmente estremo da aver trasformato interi territori e paesaggi, dai parchi di pannelli solari di centinaia di chilometri quadrati nei deserti alle piattaforme di turbine galleggianti, alcune delle quali alte centinaia di metri. Ricordiamo ad esempio la turbina eolica MySE 16-260 alta 152 metri e con pale da 123 metri accesa nel 2023, in grado di soddisfare da sola il fabbisogno energetico di 36.000 famiglie per un anno. In un solo anno la Cina è stata in grado di incrementare la produttività di eolico e solare in un modo equiparabile a un centinaio di centrali nucleari.
Grazie a questo sviluppo eccezionale e capillare, la crescita delle emissioni di CO2 in Cina si è quasi fermata, tuttavia non è ancora del tutto ferma perché comunque continua a costruire centrali a carbone (spesso di supporto) e a fare affidamento ai combustibili fossili per diversi settori, come ad esempio quello fondamentale dei trasporti pesanti (necessari per la costruzione delle infrastrutture). Il traino della Cina pone le energie rinnovabili non più come un'alternativa ai combustibili fossili, bensì come la scelta più saggia, economica e sicura, in un mondo che rischia il collasso a causa della crisi climatica in corso. I traguardi raggiunti nel 2025 rendono la transizione verso le fonti verdi irrinunciabile e irreversibile, ecco perché Science ha deciso di premiarla col Breakthrough of the Year.