video suggerito
video suggerito
Cambiamenti climatici

Perché le acciughe stanno diventando sempre più piccole

L’aumento delle temperature dei mari sta riducendo le zone di upwelling, un fenomeno vitale per gli ecosistemi marini. L’allarme di Confcooperative – Fedagripesca per le conseguenze sulla pesca: “Le acciughe sono più piccole e si spostano al largo”.
0 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il cambiamento climatico non è soltanto una minaccia per il nostro futuro, ma le sue conseguenze sono visibili già oggi e stanno già modificando il nostro presente. Ad esempio, molti lavori stanno facendo i conti con gli effetti dell'aumento delle temperature o dell'inquinamento, dall'agricoltura alla pesca, passando per il settore balneare, come dimostrano le storie di Giorgio e Alessandro che abbiamo raccontato su Fanpage.it.

Nello specifico, la situazione nei mari, anche italiani, mostra già oggi gli effetti del cambiamento climatico. L'aumento delle temperature sta riducendo le zone di upwelling, ovvero quel fenomeno per cui masse di acqua fredda, dense di nutrienti, risalgono in superficie offrendo vere e proprie oasi di nutrimento per i pesci che vivono le acque più basse. Per effetto di questo fenomeno – avverte Confcooperative – Fedagripesca – le acciughe stanno diventando sempre più piccole, oltre a essere costrette a spostarsi al largo per trovare il nutrimento di cui hanno bisogno per sopravvivere. E le cose sono destinate a peggiorare.

Cos'è l'upwelling

L'upwelling è un fenomeno fondamentale per la vita marina: quando le acque fredde e profonde risalgono in superficie spinte dalle correnti portano in superficie i nutrienti dalle acque profonde. Questi, a contatto con la luce solare – spiega la Fondazione Wolrdrise –  fanno fiorire il fitoplancton, ovvero l'elemento alla base della catena alimentare dell'ecosistema marino.

A causa del riscaldamento del mare, però, questo processo è messo a dura prova, in quanto se l'acqua sulla superficie oceanica si riscalda diventa meno densa. Questo modifica la stratificazione delle acque, ostacolando il processo per cui l'acqua in superficie affonda e viene sostituita da quella più profonda. Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative – Fedagripesca, ha spiegato che entro il 2050 i fenomeni di upwelling potrebbero diminuire del 20%, uno scenario che metterebbe in seria difficoltà gli ecosistemi marini e quindi i lavoratori attivi nella pesca.

Gli effetti sulla pesca

Il fenomeno dell'upwelling in Italia è presente soltanto in un numero limitato di aree, come lo Stretto di Messina, Carloforte in Sardegna, la costa Adriatica orientale e il Canale di Sicilia, ma è comunque vitale per diverse specie locali, come sardine, alici e tonni.

Se infatti questo fenomeno diminuisce, le specie marine che abitano le acque meno profonde sono costrette a migrare, come sta già accadendo alle acciughe. Inoltre, il riscaldamento del mare può anche favorire le specie invasive che rappresentano il rischio per le specie autoctone proliferare a spese di quelle autoctone, come sta accadendo già – spiega Confcooperative – Fedagripesca – in Puglia, dove la popolazione dei ricci si è drammaticamente ridotta.

0 CONDIVISIONI
622 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views