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Perché il tempo sembra non passare mai quando ci si allena

Durante l’attività fisica, la percezione del tempo viene alterata, indipendentemente dall’intensità dell’esercizio: secondo gli studiosi, la distorsione temporale potrebbe dipendere da un aumento del livello di consapevolezza dell’esperienza di allenamento, che porta alla percezione di un rallentamento del tempo.
A cura di Valeria Aiello
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La percezione del tempo è relativa al contesto in cui ci si trova e l’attività fisica sembra essere uno di questi casi: certamente non perché ci si allena muovendosi alla velocità della luce, il che ci farebbe vivere un’esperienza del tempo diversa da quella di una persona che rimane ferma, ma per ragioni correlate a come il nostro cervello elabora il tempo, restituendoci una percezione alterata. Una serie di recenti esperimenti è riuscita addirittura a quantificare il ritardo che sperimentiamo durante l’attività fisica, dimostrando che l’esercizio aumenta del 9% la nostra percezione del tempo.

In questi test, che forniscono la prima dimostrazione scientifica di una percezione rallentata del tempo, gli studiosi hanno osservato che questo effetto non è influenzato dall’intensità dell’esercizio, nonostante lo sforzo percepito aumentasse durante le prove. Per l’analisi, i ricercatori hanno chiesto a 33 persone, in buona forma fisica ma non atleti professionisti, di completare una serie di prove ciclistiche di 4 km su una cyclette dotata di uno schermo, in cui veniva simulato il percorso di gara.

Per valutare invece la percezione temporale, a ciascun partecipante è stato chiesto di stimare la durata del tempo percepito, esprimendo verbalmente "fine" quando ritenevano fosse trascorso un periodo di tempo di 30 secondi, sia prima che durante la prova ciclistica. I dettagli dei test e i risultati sono stati illustrati in un articolo di ricerca pubblicato sulla rivista Brain and Behavior.

L’attività fisica rallenta la percezione del tempo

Durante l’attività fisica si verifica un’alterazione nella percezione temporale, che ci fa sembrare che il tempo scorra più lentamente di quando siamo a riposo. Questo effetto è indipendente dall’intensità dell’esercizio, ma sembra essere legato allo stimolo dell’attività fisica, che aumenta la consapevolezza dell’esperienza, portando a una percezione di rallentamento del tempo.

In termini sportivi, questo probabilmente significa che la percezione soggettiva del tempo trascorso peggiora a causa di una maggiore consapevolezza delle sensazioni fisiche di disagio che non sono evidenti a riposo – spiegano i ricercatori – . Queste osservazioni potrebbero avere importanti implicazioni su come l’allenamento fisico sia progettato per massimizzare il divertimento, il coinvolgimento e quindi le sane pratiche di attività fisica in una vasta gamma di attività”.

In particolare, l’obiettivo degli studiosi è stato quello di valutare delle soluzioni che possano motivare le persone a fare l’esercizio fisico, evitando o attenuando le associazioni negative con il tempo, oppure di trovare un modo per provare a usare questo apparente senso di rallentamento a vantaggio di chi si allena. “Il nostro studio è il primo a dimostrare sperimentalmente che l’esercizio fisico determina una distorsione del tempo percepito – hanno aggiunto gli studiosi – . Considerato il piccolo campione, non possiamo ancora dire che questi risultati siano generalizzabili, ma offrono una prima importante occhiata su come la nostra percezione del tempo possa essere distorta e forse un indizio su come ottimizzare l’esperienza dell’attività fisica”.

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