Perché 3I/ATLAS è ancora a livello 4 sulla Scala di Avi Loeb: “Con questi dati pronto a cambiare”

Il professor Abraham Avi Loeb, docente presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, assieme ad alcuni colleghi è l'autore della cosiddetta “Scala Loeb”, uno strumento che serve a classificare la potenziale natura degli oggetti interstellari – come la cometa 3I/ATLAS – sulla base delle loro caratteristiche e anomalie. In parole semplici, si tratta di una scala astrobiologica e tecnologica, dove lo 0 si attribuisce agli oggetti squisitamente naturali come asteroidi e comete, mentre il 10 a oggetti artificiali (alla stregua di un'astronave) che possono rappresentare una minaccia per l'umanità.
Poco dopo la scoperta di 3I/ATLAS, avvenuta il 1 luglio del 2025 grazie alle immagini catturate dal sistema di sorveglianza ATLAS ( acronimo di Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) sito in Cile, lo scienziato israeliano naturalizzato statunitense ha classificato la cometa interstellare al livello 4 sulla Scala Loeb, più o meno a metà strada. Da allora ha riscontrato 15 anomalie relative al visitatore interstellare, giunto da una zona remota della Via Lattea – la nostra galassia – dopo aver viaggiato per miliardi di anni (si ritiene sia più antico del Sistema solare). Fra esse figurano traiettoria poco probabile, allineamento multiplanetario, composizione, dimensioni, getti, anti-coda, polarizzazione della luce e altre.
Sebbene queste anomalie possano essere spiegate tutte da fenomeni naturali – come sottolineato a Fanpage.it dal professor Paolo De Bernardis fondamentalmente sono legate a velocità estrema e mancata interazione con altre stelle per tempi lunghissimi – Avi Loeb ha sempre sostenuto di non voler trascurare l'ipotesi tecnologica, alla luce del rischio di un evento “cigno nero”. Con questo termine si identifica un evento poco probabile ed estremamente raro, ma con impatto enorme e una prevedibilità retrospettiva. L'avvicinamento alla Terra di una grande astronave madre aliena con intenzioni ostili scambiata per una cometa rientra pienamente nella descrizione di cigno nero (il termine è legato alla Teoria del Cigno Nero formulata da Nassim Nicholas Taleb).
È doveroso sottolineare che il professor Loeb non ha mai detto “3I/ATLAS è un'astronave aliena”, nei suoi interventi ha sempre sostenuto che molto probabilmente abbiamo a che fare con un oggetto naturale, ciò nonostante ha accostato le anomalie emerse all'ipotesi alternativa – e controversa – dell'oggetto tecnologico. In un recente articolo pubblicato su Medium, lo scienziato ha spiegato che gli è stato chiesto di aggiornare lo status di 3I/ATLAS sulla Scala Loeb alla luce dei nuovi dati raccolti, ma ha affermato che non lo farà “finché non saranno pubblicati e analizzati nuovi dati relativi al periodo che comprende il suo massimo avvicinamento alla Terra”, avvenuto in questi giorni, venerdì 19 dicembre. Il professor Loeb sottolinea che la pubblicazione dei nuovi dati “potrebbe non concludersi prima che 3I/ATLAS raggiunga il punto più vicino a Giove, il 16 marzo 2026”, pertanto potrebbe volerci ancora qualche mese prima che lo studioso cambi la classificazione del visitatore interstellare (in pratica, che gli venga assegnato un punteggio diverso dal 4).
Loeb spiega che gli scienziati “non sono abituati a una ‘mentalità da cigno nero', perché le loro ricerche raramente hanno implicazioni immediate e significative per la società”; in virtù della sua mentalità aperta è pronto a rivedere la classificazione di 3I/ATLAS ma solo quando verranno pubblicati dati chiari. Quelli più rilevatori, secondo lo studioso, riguardano le analisi spettroscopiche dell'anomala anti-coda dell'oggetto interstellare, un getto che si estende verso il Sole per centinaia di migliaia di chilometri. “Misurare la velocità e la composizione del getto anti-coda permetterebbe di distinguere tra un'origine derivante dalla sublimazione di sacche di ghiaccio naturali sulla superficie di una roccia e un propulsore tecnologico. Nel primo caso, dovremmo trovare gas di CO₂, CO e H₂O che si muovono a una velocità massima di centinaia di metri al secondo, mentre nel secondo caso la composizione del getto potrebbe apparire anomala e la velocità di scarico potrebbe essere di ordini di grandezza maggiore”, ha spiegato il professor Loeb.
Lo scienziato ha anche aggiunto di non sottovalutare il possibile rilascio di sonde, la presenza di luci e manovre inaspettate, tutti indizi sibillini sulla possibile natura artificiale. In assenza di una chiara firma tecnologica Avi Loeb ha affermato che rivedrà al ribasso la posizione di 3I/ATLAS sulla scala che porta il suo nome. Recentemente lo strumento è stato aggiornato per valutare la classificazione degli oggetti interstellari “in tempo reale” e in “evoluzione radiale”, man mano che arrivano i dati raccolti.