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Ora sappiamo qual è il modo migliore per attirare l’attenzione di un gatto

Lo ha scoperto un team di ricerca francese che, in nuovo studio che ha coinvolto i gatti di due cat café, ha sperimentato diverse tecniche di richiamo.
A cura di Valeria Aiello
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Come tra gli umani, anche nel mondo dei felini ci sono delle vere e proprie tecniche per fare in modo che i gatti interagiscano con noi nel modo in cui speriamo, senza graffi o evitando che scappino via di corsa. Quando si tratta di richiamarli, pare però che ci sia un metodo che più di altri assicura di attirare la loro attenzione. Ad individuarlo è stato un team di ricerca francese che nell’ambito di un nuovo studio ha testato tre diverse tecniche, scoprendo qual è la migliore per far interagire un gatto con noi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Animals, ha messo alla prova la sensibilità dei gatti ai segni umani, esplorando quale modalità di comunicazione fosse la più efficace. In particolare, i ricercatori hanno valutato l’impatto di segnali visivi e vocali, testando quattro diversi approcci – solo segnali visivi, solo segnali vocali, la combinazione di entrambi o nessuno dei due (come controllo) – con l’aiuto di 18 gatti domestici (8 femmine e 10 maschi) che avevano una storia lavorativa di almeno tre anni in due diversi cat café, metà a Bordeaux e metà a Tolosa, in Francia.

Questa loro esperienza ha fatto in modo che l’esperimento non rappresentasse la “prima volta” che un umano sconosciuto tentava un approccio. D’altra parte, per il team che ha esplorato il comportamento dei gatti, il test era lungi dall’essere il primo esperimento di analisi delle reazioni feline. “Sapendo che i gatti hanno sviluppato vocalizzazioni specifiche per interagire con gli umani, abbiamo ipotizzato che sarebbero stati più propensi ad avvicinarsi a un essere umano impegnato nella comunicazione vocale rispetto alla comunicazione visiva” hanno spiegato gli studiosi.

E invece, le diverse condizioni sperimentali hanno rivelato che in realtà i gatti interagivano molto più velocemente in risposta alla comunicazione visiva e bimodale (visiva e vocale insieme) rispetto ai soli segnali vocali.  Gli studiosi hanno anche osservato che i gatti mostravano un'agitazione della coda significativamente maggiore in assenza di comunicazione (condizione di controllo), indicando che erano meno a loro agio in questa situazione, oltre a mostrare più scodinzolamento in risposta alla comunicazione vocale rispetto alla comunicazione bimodale.

Complessivamente – hanno concluso gli studiosi – i nostri dati suggeriscono che i gatti mostrano una marcata preferenza per i segnali visivi e bimodali di esseri umani non familiari rispetto ai soli segnali vocali. Questi risultati possono servire come base per lo sviluppo di raccomandazioni pratiche nei codici delle interazioni uomo-gatto”.

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