video suggerito
video suggerito

Negli ultimi 40 anni gli spermatozoi si sono dimezzati: cosa vuol dire per la fertilità

Negli ultimi 40 anni la conta degli spermatozoi presenti in media nel liquido seminale si è dimezzata, un dato che conferma come i fattori di infertilità maschile siano sempre più spesso determinanti nelle coppie che non riescono ad avere una gravidanza.
0 CONDIVISIONI
Immagine

Anche se l'infertilità è stata considerata a lungo una condizione esclusivamente femminile, oggi sappiamo che anche la parte maschile può giocare un ruolo determinante nella vita riproduttiva della coppia. Non solo, negli ultimi anni i fattori di infertilità maschile sono diventati sempre più comuni. Come spiega anche l'Irccs Ospedale San Raffaele, oggi si stima che siano presenti nel 50% delle coppie che non riescono ad avere una gravidanza, mentre rappresentano l'unica causa nel 20% delle coppie sterili.

Questo aumento dell'infertilità maschile è secondo gli esperti uno dei fattori che, insieme allo spostamento in avanti dell'età in cui le coppie decidono di avere il primo figlio, sta contribuendo al calo della denatalità a cui stiamo assistendo negli ultimi anni anche in Italia. In questi giorni lo ha ribadito anche Andrea Salonia, urologo e andrologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in occasione del 98° congresso nazionale della Società italiana di urologia.

Com'è cambiata la fertilità maschile negli ultimi anni

Anche se le cause non sono ancora completamente note, o meglio alcune sono state solo ipotizzate, negli ultimi anni è stata osservata a livello globale una significativa riduzione della concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale. Nello specifico, il numero di spermatozoi presenti nello sperma si è dimezzato negli ultimi 40 anni in tutto il mondo.

Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista Human Reproduction Update nel 2022 che aveva analizzato i dati di 57.000 uomini in 53 Paesi, in tutti i continenti, osservando che tra il 1973 ed il 2018, la concentrazione di spermatozoi è diminuita di oltre il 51%, passando da una media di 101,2 milioni a una di 49 milioni di spermatozoi per millilitro di liquido seminale. Inoltre, secondo gli autori dello studio questo trend di diminuzione sembra destinato a proseguire a un ritmo accelerato nei prossimi anni.

Cosa significa il calo del numero di spermatozoi

Ora, questo numero è di certo indicativo di un fenomeno in atto, ma è importante specificare che siamo comunque ancora ampiamente all'interno dei valori considerati normali secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che nel 2021 ha indicato come "normale" una concentrazione di almeno 15 milioni di spermatozoi per millilitro (ml). Inoltre, vale la pena ricordare che la fertilità maschile non si misura solo in base al numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale. Come spiega la Fondazione Humanitas, lo spermiogramma, ovvero l'esame principale per la valutazione della fertilità maschile, misura anche la motilità, la viscosità, il numero di leucociti e altri valori.

Per quanto riguarda le possibili cause di questo fenomeno in atto, non ci sono ancora risposte certe, ma gli studiosi hanno ipotizzato diversi possibili fattori che stanno contribuendo al calo della fertilità maschile. Tra cui – spiega l'Ospedale San Raffaele – i cambiamenti negli stili di vita e nell'alimentazione, sempre più sedentaria, l'obesità, il consumo di alcol, il fumo, ma anche la presenza sempre maggiore di inquinati ambientali nell'ambiente in cui viviamo, in primis alcune sostante note come interferenti endocrini, che possono compromettere la fertilità non solo maschile ma anche femminile.

Il legame con la salute maschile

Quando si parla di fattori di infertilità maschile la prima conseguenza a cui si tende a pensare sono i possibili effetti sulla vita riproduttiva, ma in realtà la costante riduzione della concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale è un campanello d'allarme non solo per la denatalità, influenzata anche dall'età sempre più in avanti della ricerca di una gravidanza, ma anche per la salute generale degli uomini.

Negli ultimi 30 anni diversi studi epidemiologici hanno infatti osservato come l'infertilità maschile sia un fattore predittivo – aveva spiegato Salonia sul sito dell'Ospedale San Raffaele – di diverse malattie croniche normalmente associate all’età avanzata e perfino di una ridotta aspettativa di vita. Per questo indagare le cause di questo fenomeno, e aumentare la diagnosi precoce di eventuali fattori di infertilità maschile, è necessario non solo ai fini della salute riproduttiva maschile, ma anche per migliorare la prevenzione di diverse patologie e perfino l'aspettativa di vita degli uomini.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views