Lupo spaventato dal rumore di un jet militare in Abruzzo: il video della reazione
Un lupo grigio appenninico (Canis lupus italicus) riposa placidamente su una delle montagne attorno ad Aschi, una frazione di Ortona dei Marsi in Abruzzo, quando all'improvviso viene prima sorpreso e poi spaventato dal passaggio di un jet militare. La reazione dell'animale è stata colta in un video dal ricercatore e fotografo naturalista Enrico Villa, che lo stava riprendendo da grande distanza con la sua attrezzatura. Anche lui è stato spaventato dal fortissimo boato, come ha raccontato a Fanpage.it.
A sorprendere entrambi non è stato un boom sonico, il boato che si produce quando gli aerei supersonici sfondano il muro del suono superando la velocità di MACH 1 (pari a 1.235,16 km/h a una temperatura di 20 °C), ma un'amplificazione repentina del frastuono “regolare” del motore a razzo. A concorrevi, molto probabilmente, la topografia del luogo, aperto ma circondato da alte montagne. Quando le onde sonore hanno superato la barriera naturale delle vette si sono abbattute con violenza sulla vallata sottostante che ha fatto un po' da cassa acustica, cogliendo così di sorpresa persone e animali non umani. L'altitudine del luogo e la quota di volo verosimilmente ridotta hanno ulteriormente contribuito a esacerbare l'effetto acustico.

Il filmato che potete vedere in testa all'articolo mostra l'evidente impatto antropico su un animale selvatico, colto di sorpresa da un fenomeno dirompente che non può comprendere e che per questo risulta ancora più spaventoso. Del resto, se ci sono limiti ben definiti per il sorvolo dei jet sulle città, non solo per ragioni di sicurezza ma anche per il disturbo acustico che possono comportare, immaginate le conseguenze su animali selvatici con sensi sviluppatissimi per garantire la sopravvivenza in natura. Un'esperienza del genere deve essere terrorizzante.

Chiaramente nessuno vuole demonizzare gli aerei militari, che svolgono un ruolo necessario e prezioso per la sicurezza di tutti noi, ma desideriamo evidenziare le conseguenze che il rumore eccessivo può avere sulla fauna selvatica. In tutte le sue forme. Pensiamo agli imminenti e anacronistici botti di Capodanno, che uccidono o feriscono un numero enorme di animali uccisi per via dello spavento; alle fucilate dei cacciatori (ma i silenziatori sarebbero ancora peggiori); o ai concerti rock a tutto volume svolti negli ambienti naturali. La reazione di questo giovane lupo ci ricorda quanto può essere difficile la vita degli animali esposti alle fonti di disturbo antropiche.

Nel filmato del dottor Villa, che studia balene e delfini alle Azzorre e coltiva una profonda passione per i lupi, la reazione iniziale dell'esemplare – un giovane nato a giugno – è di sospetto, mentre il suono si avvicina e cresce di intensità; prima si volta verso sinistra e poi ruota l'orecchio sinistro in direzione della fonte del rumore. Quando il fragore del motore a razzo supera le cime delle montagne e viene amplificato dalla vallata, abbattendosi sui timpani, il lupo si alza in piedi di scatto, si volta verso l'alto, annusa l'aria, gira la testa. È chiaramente confuso e molto spaventato. Nel frattempo continua a guardare anche in direzione di Enrico, che pur trovandosi a grandissima distanza dall'animale – il fotografo usa potenti teleobiettivi per immortalarli senza arrecare loro alcun disturbo – veniva comunque tenuto “sott'occhio”. Il lupo spaventato comunque non tenta la fuga, resta seduto e controlla l'area circostante, fino a quando non si tranquillizza, mentre il boato si dissipa e con esso la paura dell'ignoto.

Il giovane ripreso da Enrico Villa fa parte di una cucciolata nata a giugno da una coppia riproduttiva che da tempo ha scelto il territorio di Aschi come casa. Potete vedere le foto dei fratelli e delle sorelle – in tutto dovrebbero essere otto – in questo articolo. Lo scorso anno abbiamo parlato di questo luogo nel cuore dell'Abruzzo in un precedente articolo, trattandosi di un vero e proprio punto di riferimento per la convivenza pacifica e rispettosa tra uomini e lupi (e orsi). In diversi altri luoghi d'Italia e non solo, i grandi predatori sono spesso vittime dell'ideologia e della propaganda politica, che li svende e demonizza solo per raccogliere consensi.

