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L’oggetto 3I/ATLAS ha una misteriosa coda rivolta verso il Sole: dovrebbe puntare la direzione opposta

Grazie alle immagini catturate dal Telescopio Spaziale Hubble, gli scienziati hanno rilevato che l’oggetto interstellare 3I/ATLAS presenta una strana coda prominente rivolta verso il Sole. Dovrebbe puntare la parte opposta. La scoperta continua ad alimentare le suggestioni sull’entità artificiale della “cometa aliena”, ma c’è una possibile spiegazione scientifica.
A cura di Andrea Centini
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La cometa aliena 3I/Atlas. Credit: NASA, ESA, David Jewitt. Joseph DePasquale
La cometa aliena 3I/Atlas. Credit: NASA, ESA, David Jewitt. Joseph DePasquale

Il terzo oggetto interstellare scoperto nel Sistema solare continua a sorprendere gli scienziati. La cometa aliena 3I/ATLAS, infatti, ha una coda di polvere rivolta verso il Sole; in pratica, punta nella direzione opposta rispetto a quella che normalmente dovrebbe avere. Anche le comuni comete provenienti dalla Nube di Oort e altre regioni gelide e remote del nostro sistema possono sviluppare una cosiddetta “anti-coda”, ma nel caso di 3I/ATLAS risulta essere quella prominente. È un'anomalia curiosa che continua ad alimentare le suggestioni sull'esatta natura di questo oggetto. Nelle scorse settimane, ad esempio, è balzata agli onori della cronaca internazionale la teoria del fisico teorico Avi Loeb della prestigiosa Università di Harvard, secondo la quale 3I/ATLAS potrebbe essere un'astronave aliena. Traiettoria improbabile, perielio “nascosto” dal Sole e caratteristiche spettrali del gas cometario sarebbero indizi in grado di suggerire l'ardita ipotesi, anche se lo stesso Avi Loeb sostiene che molto probabilmente siamo innanzi a un oggetto cometario proveniente da un altro mondo.

A svelare la presenza dell'anomala coda rivolta verso il Sole è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi dell'Università della California di Los Angeles (UCLA), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Osservatorio Astronomico di Shanghai (Cina), dello Space Telescope Science Institute di Baltimora (Stati Uniti) e dell'Istituto per la Geofisica e della Fisica Extraterrestre della TU Braunschweig (Germania). I ricercatori, coordinati dal professor David Jewitt, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Planetarie e Spaziali dell'ateneo californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver puntato l'oggetto alieno alla fine di luglio con il famosissimo Telescopio Spaziale Hubble, che nonostante la veneranda età – fu lanciato nel lontano 1990 – continua a giocare un ruolo preziosissimo nella ricerca scientifica.

Le immagini catturate dal telescopio mostrano la chiara presenza di una chioma sfocata e di una coda, caratteristiche ben note degli oggetti cometari, anche molto lontani. 3I/ATLAS, del resto, si trova attualmente a circa mezzo miliardo di chilometri dalla Terra e raggiungerà il perielio il prossimo 29 ottobre, a una distanza di 270 milioni di chilometri, 1,8 UA (unità astronomiche, la distanza che separa il Sole dalla Terra, pari a circa 150 milioni di chilometri). Curiosamente, come specificato, la coda di polvere non è orientata nella direzione opposta al Sole, dove in genere vengono sospinte le code cometarie dalla pressione di radiazione. Secondo Jewitt e colleghi, come riportato dall'astrofisico Tony Phillips sul portale Spaceweather.com, ciò avrebbe una spiegazione, ovvero la “sublimazione preferenziale del ghiaccio sul lato caldo del nucleo, quello diurno, e alla quasi assenza di sublimazione sul lato notturno”.

Le code di polveri e detriti delle comete, spesso responsabili di spettacolari sciami meteorici, si generano proprio per il processo di sublimazione, ovvero la trasformazione del ghiaccio “sporco” in gas a causa del riscaldamento indotto dal Sole. Nel caso di 3I/ATLAS le particelle sarebbero tuttavia troppo grandi per essere diffuse dalla pressione di radiazione in una coda normale, rivolta in opposizione al Sole. Secondo gli scienziati, questa cometa aliena sarebbe antichissima – si stima abbia 7 miliardi di anni – e per questo, viaggiando nel cuore della nostra galassia, è stata esposta a un bombardamento di raggi cosmici molto più intenso e duraturo di quello delle "comuni" comete del Sistema solare. Ciò avrebbe indurito la crosta a tal punto da non farle emettere polveri di piccole dimensioni, ma solo particelle grandi che non vengono sospinte dalla pressione di radiazione. Solo nei prossimi mesi, avvicinandosi sempre più al Sole, questa crosta potrebbe fondere e far emergere le particelle sottostanti, dando vita a una coda tipica e non solo a un'anti-coda anomala di macro particelle.

Chiaramente sono tutte speculazioni, ma possono fornire una spiegazione scientifica al comportamento anomalo e affascinante di 3I/ATLAS. Grazie alle osservazioni con Hubble, inoltre, Jewitt e colleghi sono riusciti a stimare in modo più preciso le dimensioni della cometa, che sarebbe molto più piccola di quanto calcolato in precedenza (circa 20 km). Il nucleo, infatti, avrebbe dimensioni comprese tra 320 metri e 5,6 chilometri. Purtroppo la notevole distanza, al momento, non permette di fare stime più precise.

Nel frattempo la cometa sta sfrecciando nello spazio alla mostruosa velocità di 209.000 chilometri orari, circa 60 chilometri al secondo, un vero e proprio proiettile che probabilmente ha acquisito questa velocità spinto dalle accelerazioni gravitazionali dei vari corpi celesti che ha visitato. Sempre che non si tratti di un'astronave aliena e ostile, secondo la teoria della Foresta Oscura citata da Avi Loeb. I dettagli della nuova ricerca “Hubble Space Telescope Observations of the Interstellar Interloper 3I/ATLAS” sono stati pubblicati su ArXiv.

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