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Covid 19

L’infezione da Omicron aumenta l’immunità contro la variante Delta

Lo suggeriscono i dati di un nuovo studio condotto in Sudafrica su persone vaccinate e non vaccinate che sono state contagiate dalla nuova variante del coronavirus.
A cura di Valeria Aiello
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L’infezione da Omicron sembra poter aumentare l’immunità contro la variante Delta del coronavirus. Lo suggeriscono i dati di un nuovo studio condotto in Sudafrica e non ancora sottoposto a revisione paritaria che ha esaminato la capacità degli anticorpi indotti da Omicron di neutralizzare la variante Delta.

Per l’indagine, guidata dal virologo Alex Sigal dell’African Health Research Institute, gli studiosi hanno analizzato campioni di sangue di 15 persone, alcune vaccinate e altre no, infettate dalla nuova variante di preoccupazione. I prelievi sono stati effettuati in media dopo 4 giorni dalla comparsa dei sintomi di Covid e a distanza di 14 giorni dal primo prelievo. Due partecipanti sono stati esclusi dallo studio perché i campioni non hanno mostrato di neutralizzare in modo rilevabile Omicron né alla comparsa dei sintomi né dopo due settimane.

Aumento della capacità di neutralizzazione dovuta dall'infezione da Omicron nei confronti della stessa variante Omicron (a sinistra) e della variante Delta (B) /MedRXiv
Aumento della capacità di neutralizzazione dovuta dall'infezione da Omicron nei confronti della stessa variante Omicron (a sinistra) e della variante Delta (B) /MedRXiv

Nei campioni delle restanti 13 persone, i ricercatori hanno osservato un aumento di 14,4 volte della capacità di neutralizzazione contro Omicron nonché un aumento di 4,4 volte della capacità di neutralizzazione nei confronti della variante Delta.

Una più alta capacità neutralizzante è stata osservata nei vaccinati, sebbene gli studiosi non abbiano potuto escludere una precedente infezione, il che significa che la neutralizzazione di Delta non può essere attribuita in modo definitivo all’infezione da Omicron. “I partecipanti a questo studio sono stati probabilmente contagiati da varianti precedenti e più della metà sono stati vaccinati – scrivono gli autori dello studio – . Pertanto, non è chiaro se ciò che osserviamo sia un’efficace neutralizzazione incrociata del virus Delta da parte degli anticorpi indotti da Omicron o sia l’attivazione dell’immunità anticorpale da precedenti infezioni e/o vaccinazioni”.

Sette dei partecipanti allo studio erano stati vaccinati (tre con due dosi di Pfizer, tre con una dose di Johnson & Johnson e uno con due dosi di Johnson & Johnson) e 11 dei 15 inizialmente arruolati sono stati ricoverati in ospedale per Covid, anche se nessuno ha richiesto ossigenoterapia.

Ci si aspettava l’aumento dell’immunità neutralizzante contro Omicron, ovvero contro il virus che ha infettato queste persone – ha spiegato in un tweet Sigal – . Tuttavia, abbiamo anche visto che le stesse persone, specialmente quelle vaccinate, hanno sviluppato una maggiore immunità alla variante Delta”.

Sigal ha anche aggiunto che se è vero che Omicron causa una malattia meno grave, come affermano con cautela i ricercatori, la variante più recente del coronavirus potrebbe sostituire Delta come ceppo dominante, poiché dovrebbe ridurre la probabilità che qualcuno infetto da Omicron contragga nuovamente la variante Delta. “Se questo è vero – ha concluso Sigal – allora l’impatto che il Covid ha causato nelle nostre vite potrebbe ridursi”.

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