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L’eruzione del vulcano in Islanda ora minaccia una centrale geotermica, cosa può succedere

Dalle immagini satellitari sembra che il sollevamento della crosta, dovuto al magma che si accumula in profondità, stia aumentando minacciando infrastrutture e città.
A cura di Elisabetta Rosso
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Il terreno sotto la centrale geotermica di Svartsengi si alza sempre più velocemente. “Il flusso di magma in questa camera di stoccaggio, che si trova a una profondità di 4,5 chilometri, è dalle 8 alle 10 volte superiore rispetto al 10 novembre. È passata da 7 metri cubi al secondo, a circa 50”, ha spiegato Thorvaldur Thordarson, docente di vulcanologia presso l'Università dell'Islanda. “Il Paese sta crescendo più velocemente ora e il magma sta sollevando la superficie della terra”, poi aggiunge: “Che cosa accadrà, è difficile dirlo. Potremmo avere un’eruzione, potremmo avere una ripetizione delle attività accadute il 10 novembre o semplicemente qualcosa di completamente nuovo."

Svartsengi è una centrale geotermica a circa 4 km a nord di Grindavík, 4.000 persone sono state obbligate a lasciare la città dopo che le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza. È stata costruita nel 1976 da HS Orka, è stata la prima centrale geotermica combinata al mondo per la produzione di energia elettrica e acqua calda per il teleriscaldamento. Dal 2008 e fornisce acqua calda al sistema di teleriscaldamento dell'intera penisola di Reykjanes, a più di 21.000 famiglie. Sulla base delle immagini radar del 18 e 19 novembre 2023, l’ultimo interferogramma dell’intrusione di magma mostra un significativo sollevamento della crosta nelle vicinanze di Svartsengi.

Secondo Thordarson è importante prendere in considerazione misure preventive. “Ci troviamo in una situazione inedita e siamo entrati in una nuova fase di eruzione, quindi è necessario capire cosa possiamo fare prima che si verifichi per ridurre il suo impatto sulla società e sulle infrastrutture”

Quali aree sono a rischio

L'interferogramma è stato esaminato dagli esperti dell'Ufficio meteorologico islandese, dell'Università dell'Islanda e del Dipartimento di protezione civile e gestione delle emergenze. I modelli geodetici derivati ​​dalle immagini satellitari mostrano che l'area di Svartsengi si sta alzando sempre più rapidamente. Il sollevamento della crosta è dovuto al magma che si accumula in profondità.

Da anni si verifica nella penisola Reykjanes un'intensa attività sismica. A partire dal 2021 sono state già registrate tre eruzioni nei pressi del vulcano Fagradalsfjall: una a marzo del 2021, una nell'agosto del 2022 e l'ultima a luglio del 2023. Sempre lontane dai centri abitati e dalle infrastrutture, ora invece l'attività sismica ha colpito la città di Grindavik e altri piccoli centri, che potrebbero essere completamente distrutti dalla lava. Le ultime immagini inseriscono anche la centrale di Svartsengi nelle aree a rischio.

Il tunnel di magma

L'11 novembre, l'Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha spiegato che a circa 15 km da Sundhnúk, fino a Grindavík si è formato un "tunnel di magma". Secondo Freysteinn Sigmundsson, geofisico dell'Università dell'Islanda, il sollevamento nella regione è dovuto proprio al flusso, "cosa accadrà dipenderà dalla velocità con cui si muove il magma", lo scenario più probabile, spiega Sigmundsson, è che si verifichi un'eruzione sopra il tunnel di magma.

Per l'IMO il rischio di eruzione è elevato e il magma in determinate aree si troverebbe ad appena 800 metri sotto la superficie. Da alcune crepe prodotte dall'attività sismica fuoriescono anche fumarole, segno che gas e fluidi dell'attività vulcanica iniziano a trovare sfoghi verso la superficie, e secondo le stime dell'IMO la fuoriuscita di magma potrebbe verificarsi a nord di Grindavik.

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