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L’elefante Shankar incatenato 17 ore al giorno e solo da 12 anni in uno zoo: appello per salvarlo

Rinchiuso in uno zoo di Delhi dal 1998, l’elefante Shankar è solo da 12 anni e vive in catene 17 ore al giorno. Richiesta la liberazione in un santuario.
A cura di Andrea Centini
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L'elefante Shankar. Credit: Youth For Animals
L'elefante Shankar. Credit: Youth For Animals

Allo zoo di Delhi (NZP), in India, sopravvive un elefante africano (Loxodonta africana) di oltre 24 anni in completo isolamento, sottoposto a stress continuo e gravi sofferenze che mettono seriamente a repentaglio la sua incolumità. Shankar, questo il nome del possente pachiderma maschio, fu regalato all'India nel 1998 dallo Zimbawe, un “dono diplomatico” nominato come il nono presidente indiano, il dottor Shankar Dayal Sharma. Le sue condizioni precarie hanno spinto la studentessa sedicenne Nikita Dhawan – fondatrice dell'associazione Youth For Animals (YFA) – a presentare all'Alta Corte di Delhi un contenzioso di interesse pubblico (PIL) con l'obiettivo di rilasciare lo sfortunato elefante in un santuario africano, dove potrà vivere il resto della sua vita con altri esemplari della sua specie. I giudici DN Patel e Jyoti Singh hanno accolto l'iniziativa della ragazza e hanno fissato una nuova udienza per il 9 marzo con tutte le parti coinvolte, tra le quali anche il governo di Delhi, il Parco zoologico nazionale e l'Animal Welfare Board of India (AWBI).

Sin da quando è stato offerto in dono, Shankar ha vissuto nello zoo dell'enorme metropoli da 30 milioni di abitanti. Per i primi sette anni anni è stato in compagnia di un altro elefante, Bombai, purtroppo deceduto nel 2005. Da allora è in perenne isolamento e mostra i tipici comportamenti di un animale fortemente maltrattato. Vive infatti incatenato per 17 ore al giorno da tantissimi anni e non ha spazio a sufficienza per muoversi liberamente, inoltre da quando è solo ha sviluppato comportamenti aggressivi e per questo lo zoo è stato costretto a chiudere il percorso dei visitatori adiacente al suo recinto, temendo per l'incolumità delle persone. Oltre alle catene, al poco spazio e alla solitudine – una vera tortura per una animale fortemente sociale e intelligente come un elefante – ad aggiungere angoscia e sofferenza vi è una ferrovia che corre a pochi metri di distanza dallo zoo. Gli elefanti hanno un udito estremamente sensibile e il costante sferragliare dei treni acuisce ulteriormente il disagio di Shankar, che manifesta comportamenti ripetitivi come il dondolamento continuo della testa. Lo dimostra questo drammatico video condiviso da Youth For Animals.

Attraverso la sua organizzazione Nikita ha avviato una petizione su change.org (potete firmarla qui) per chiedere allo zoo di Delhi di liberare l'elefante e trasferirlo in un santuario in Africa. Sono state già superate le 53mila firme, nel momento in cui stiamo scrivendo. Da quando la giovane ha portato alla pubblica attenzione la storia di Shankar ha ricevuto il sostegno di altri enti e associazioni animaliste, che forniranno organizzazione e finanziamenti per l'eventuale trasferimento, qualora l'elefante fosse in condizioni fisiche per sopportarlo. Lo zoo in cui l'elefante è tenuto prigioniero non si è ancora espresso su tali richieste, ma dovrà farlo per forza visto l'intervento dell'Alta Corte di Delhi. La speranza è che possano essere accolte tutte le istanze presentate dalla giovane attivista e dai suoi partner, per garantire un futuro più sereno e dignitoso a questo magnifico elefante.

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