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Covid 19

Le miocarditi dopo la terza dose di vaccino Covid sono lo 0,006% nei giovani tra i 16 e 19 anni

Il rischio è di circa 1 caso ogni 15.000 somministrazioni, secondo i risultati di uno studio israeliano condotto dopo la somministrazione della terza dose di Pfizer-BionTech.
A cura di Valeria Aiello
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Il rischio di miocardite dopo la terza dose di vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech è di circa 1 caso ogni 15mila somministrazioni nei giovani di età compresa tra i 16 e i 19 anni. Lo indicano i risultati di uno studio israeliano pubblicato sulla rivista Circulation, che preso in esame una serie di lavori e ricerche precedenti allo scopo di stimare la probabilità di sviluppare un’infiammazione del tessuto muscolare del cuore (miocardio) nei ragazzi, per i quali diversi rapporti di agenzie di salute pubblica in tutto il mondo, inclusi i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno evidenziato una possibile connessione e un potenziale aumento del rischio di miocardite dopo la somministrazione dei vaccini a mRNA.

Generalmente, la miocardite può essere causata da un’infezione virale e può indebolire temporaneamente o permanentemente il muscolo cardiaco e causare aritmie. Nella popolazione generale, prima della pandemia, ogni anno venivano diagnosticate dai 10 ai 20 casi di miocardite ogni 100.000 persone, secondo i dati dell’American Heart Association sulla miocardite, per cui una possibile correlazione tra questa rara condizione cardiaca e i vaccini Covid ha generato notevole preoccupazione, non solo tra i ricercatori, che si è focalizzati nel monitorarne la prevalenza.

I risultati dello studio hanno mostrato che dopo un follow-up di 30 giorni dalla somministrazione della terza dose, sono stati segnalati meno di 100 casi (91) di miocardite su quasi 4 milioni di terze dosi in tutte le fasce di età, inclusi 35 casi che si sono verificati entro i primi 30 giorni dalla ricezione del booster.

Inoltre, 28 casi di miocardite erano probabili o confermati e 18 si sono verificati entro i primi sette giorni dopo aver ricevuto la dose di richiamo del vaccino Pfizer-BioNTech. I 28 casi di miocardite sono stati clinicamente definiti come lievi e i pazienti sono guariti dopo una media di 3,5 giorni in ospedale.

Tra tutti i gruppi di età, i tassi di rischio di sviluppare la miocardite erano quasi nove volte superiori negli uomini rispetto alle donne (1,42 vs 0,16). I maschi di età compresa tra 16 e 19 anni presentavano il rischio più elevato, con 6 pazienti su 100.000 – pari allo 0,006% – che hanno ricevuto una diagnosi di miocardite, seguiti dai maschi di età compresa tra 20 e 24 anni (5,21 casi ogni 100.000), da 30 a 39 anni (1,81 casi ogni 100.000) e da 25 a 29 anni (0,79 casi ogni 100.000).

Secondo gli studiosi, per spiegare da cosa possano dipendere queste differenze, saranno necessari ulteriori approfondimenti. "Dovremo capire i meccanismi fisiopatologici coinvolti e il motivo per cui gli uomini sembrano associati a un rischio più  elevato, anche se comunque basso, di sviluppo di miocardite – ha affermato l'autore principale dello studio, il dottor Dror Mevorach, professore di medicina e capo dell'Istituto israeliano di immunologia-reumatologia presso l'Hadassah Ein Karem Medical Center di Gerusalemme- . Comprendere le connessioni tra questa rara condizione cardiaca e i vaccini COVID-19 è importante, in modo da poter monitorare la prevalenza della miocardite e prestare ulteriore attenzione ai soggetti più a rischio".

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