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Covid 19

La variante Omicron sembra accelerare i tempi di ricovero in ospedale

Sulla base dei dati degli ospedali di Londra, la nuova forma mutata di Sars-Cov-2 avrebbe ridotto a 6 giorni il tempo che intercorre tra un test Covid positivo e l’ospedalizzazione.
A cura di Valeria Aiello
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La velocità con cui la variante Omicron (B.1.1.529) si sta diffondendo a livello globale potrebbe non essere il solo “primato” appannaggio della nuova forma mutata di Sars-Cov-2. Secondo i dati che arrivano dal Regno Unito, dove attualmente sono stati sequenziati circa 5mila casi di Omicron, l’ondata epidemica sostenuta dalla nuova variante sta determinando un aumento della velocità delle ospedalizzazioni, misurata come il tempo che intercorre da un test Covid positivo e il ricovero in ospedale, rispetto alla variante Delta. Un fenomeno simile sta emergendo anche in Danimarca, sebbene i casi di Omicron finora sequenziati nei laboratori danesi siano poco più di 270.

Gli ultimi dati sui ricoveri ospedalieri a Londra, come condivisi in un tweet dal fisico ed esperto di dati Covid Robert Whitehurst, mostrano l’ondata di Omicron avrebbe ridotto a 6 giorni il tempo che intercorre tra un tampone positivo e il ricovero in ospedale, rispetto ai 9-10 giorni nei casi di Covid da variante Delta. I modelli matematici suggeriscono inoltre che la gravità della malattia è simile a quella causata da Delta, e non “più lieve” come invece è stata inizialmente descritta dai medici sudafricani.

Per quanto poco rassicuranti, i dati si basano su un numero ancora limitato di casi, per i quali non sappiamo, ad esempio quanti dei pazienti ricoverati erano o meno vaccinati. Prove preliminari, sottoposte all’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione dell’ultima riunione dell’agenzia delle Nazioni Unite, indicano che la variante Omicron può parzialmente sfuggire all’immunità indotta dai vaccini e da infezioni naturali causate da varianti virali precedenti, ma che la risposta cellulare rimane in gran parte preservata.

La risposta immunitaria cellulo-mediata dovrebbe dunque continuare a costituire una forte difesa contro la variante, il che potrebbe aiutare a prevenire lo sviluppo di forme gravi di Covid e dunque il rischio di ospedalizzazione e morte. Gli ultimi dati hanno anche indicato che la somministrazione di booster vaccinali (terza dose) o l’esposizione dei vaccinati all’infezione accresce la risposta anticorpale, aumentando la protezione dall’infezione, ma anche che questa risposta potrebbe diminuire rapidamente (entro 3 mesi).

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