La Terra colpita da una forte e inattesa tempesta solare oggi 29 maggio: cosa sta succedendo

Il meteo spaziale è piuttosto imprevedibile e ciò che è successo questa notte lo dimostra ampiamente. Gli scienziati hanno infatti registrato una tempesta geomagnetica forte (G3) del tutto inattesa. Come confermato dal portale specializzato Spaceweather.com, infatti, per oggi lo Space Weather Prediction Center della NOAA aveva annunciato una probabile tempesta solare minore (G1), a causa di un flusso di vento solare diretto verso la Terra, tuttavia l'impatto è stato molto più intenso del preventivato e ha dato vita a un fenomeno decisamente più significativo. La coda di quanto accaduto nelle scorse ore è ancora presente e la strumentazione sta registrando una tempesta solare G1. Ma non solo. L'indice kP, ovvero un indicatore che misura l'attività magnetica in corso, come riportato da Spaceweatherlive.com è al momento fissato su 5 (la scala va da 1 a 9); ciò significa che possono verificarsi aurore polari a latitudini molto più basse del normale. Per l'Italia, comunque, servirebbe un indice kP di almeno 7 – come accaduto nel 2024 e a Capodanno 2025 -, senza contare che siamo in orario diurno ed eventuali spettacoli luminosi non sarebbero comunque visibili.
Le conseguenze di una tempesta solare forte
La tempesta geomagnetica G3 di oggi giovedì 29 maggio ha avuto inizio alle 02:16 del Tempo Coordinato Universale – UTC (le 04:16 ora italiana) raggiungendo un indice kP di 7 al picco. Non si può escludere che al punto di massima intensità possano essere stati visibili anche dall'Italia dei SAR o Archi rossi aurorali stabili, fenomeni aurorali legati alla dispersione di energia termica nell'alta atmosfera, a causa di un particolare sistema di correnti ad anello che circonda la Terra. In un paio d'ore il fenomeno si è dissipato e la tempesta geomagnetica G1 si è innescata a partire dalle 06:50 ora italiana.
Ricordiamo che le tempeste geomagnetiche vanno da minori (G1) a estreme (G5) e hanno un impatto sulla Terra crescente, fino a potenziali scenari catastrofici in presenza di eventi di intensità clamorosa. Una tempesta geomagnetica G3 come quella di stanotte, come specificato dalla NOAA, può provocare quanto segue: gravi danni a sistemi di alimentazione e trasformatori, con potenziali e conseguenti blackout; problemi significativi alla guida dei satelliti, che in alcuni casi possono anche deorbitare ed essere perduti (è accaduto alcune volte con gli Starlink di SpaceX); perdita di segnali radio HF e di navigazione satellitare GPS.
Cosa sono le CIR
Ma cosa ha provocato l'inattesa tempesta geomagnetica di stanotte? Come spiegato da Spaceweather.com, la magnetosfera terrestre è stata colpita da una regione di interazione co-rotante (CIR). “Le CIR – spiega l'astrofisico Tony Phillips che gestisce il portale specializzato in meteo spaziale – sono zone di transizione tra flussi di vento solare veloci e lenti. Contengono onde d'urto simili alle CME (espulsioni di massa coronale NDR) che svolgono un ottimo lavoro nell'innescare tempeste geomagnetiche e aurore”. Queste regioni si innescano dall'interazione fra flussi di particelle cariche elettricamente o plasma che si muovono a velocità diverse; quando avviene questa interazione, sottolinea la Scuola di Fisica dell'Università di Sydney, si genera una compressione nella parte posteriore del flusso lento e una rarefazione in quella del flusso rapido. Ciò dà vita a onde d'urto che a loro volta rendono il vento solare più intenso ed energetico del normale. Ecco perché nonostante ci si aspettasse una tempesta G1, alla fine a causa delle CIR abbiamo visto una G3.
In genere le tempeste solari più forti sono innescate da violentissimi brillamenti o eruzioni solari accompagnati dalle CME, durante le quali enormi quantità di materiale dell'atmosfera esterna del Sole (la corona) viene scagliato nello spazio. Normalmente questi fenomeni sono collegati a grandi macchie solari con turbolenti campi magnetici. Attualmente sono strettamente monitorate dagli esperti le macchie solari AR 4099 e AR 4100 nella regione centrale della stella, dalle quali potrebbero scaturire eruzioni solari di classe significativa.