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La Terra avvolta da vento solare che soffia a 2,5 milioni di km/h: tempeste geomagnetiche per giorni

La CIR che ha innescato la forte tempesta solare del 29 maggio continua a premere sul campo magnetico della Terra, con vento solare che soffia a velocità spaventose. La NOAA ha diramato l’allerta per possibili tempeste geomagnetiche anche nei prossimi giorni.
A cura di Andrea Centini
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Vento solare si infrange contro la magnetosfera terrestre. Credit: iStock
Vento solare si infrange contro la magnetosfera terrestre. Credit: iStock

A partire dalle 04:16 ora italiana di giovedì 29 maggio si è innescata un'inaspettata tempesta geomagnetica forte (G3), i cui effetti continuano a farsi sentire ancora adesso e proseguiranno anche nei prossimi giorni. Come indicato dal portale specializzato in meteo spaziale Spaceweather.com, infatti, il vento solare – una combinazione di plasma (particelle cariche elettricamente) e campi magnetici – sta soffiando intorno alla Terra a un'impressionante velocità superiore a 700 chilometri al secondo (km/s), pari a oltre 2,5 milioni di chilometri orari. “Questo – evidenzia l'astrofisico Tony Phillips che gestisce il sito – sta esercitando pressione sul campo magnetico del nostro pianeta e causando tempeste geomagnetiche di classe G1 / G2 , prolungando la tempesta di ieri fino al 30 maggio”.

La ragione di questa prolungata attività magnetica risiede nel fatto che il vento solare è stato innescato da una regione di interazione co-rotante, meglio conosciuta con l'acronimo di CIR. Si tratta di peculiari zone di transizione nelle quali interagiscono flussi di vento solare a velocità differenti. Quando si scontrano, questi flussi generano delle onde d'urto simili alle espulsioni di massa coronale (CME) che si verificano sul Sole, in grado di accelerare il plasma e favorire l'innesco di tempeste solari e aurore polari. “Una regione di interazione co-rotante (CIR) ha colpito la Terra il 29 maggio, innescando 24 ore di tempesta geomagnetica ininterrotta. La giornata è iniziata con un'intensità elevata (G3) prima di stabilizzarsi in un periodo prolungato di perturbazioni da lievi a moderate”, ha evidenziato Phillips. “Le CIR sono zone di transizione tra flussi di vento solare veloci e lenti. Sono come delle mini-CME. Contengono onde d'urto e campi magnetici amplificati che contribuiscono efficacemente all'innesco di tempeste geomagnetiche e aurore”, ha chiosato l'esperto.

Un dettaglio significativo di questo fenomeno risiede nella velocità del vento solare, che come indicato supera da decine di ore i 700 chilometri al secondo, oltre 2,5 milioni di chilometri orari. Nel momento in cui stiamo scrivendo, nel pomeriggio di venerdì 30 maggio, il portale Spaceweatherlive.com indica una velocità di 774,3 chilometri al secondo, pari alla spaventosa velocità di circa 2,8 milioni di chilometri orari. Anche se il costante flusso di particelle ionizzate e campi magnetici continua a premere sulla magnetosfera del nostro pianeta, al momento l'indice kP (che misura l'attività magnetica) si attesta su 3,5 circa, quindi un valore piuttosto basso, che può riflettersi nella possibilità di aurore polari (boreali nell'emisfero nord e australi in quello sud) soltanto alle elevate latitudini. Non dobbiamo aspettarci fenomeni aurorali come SAR e simili in Italia, dato che in genere serve un indice kP almeno doppio. Ricordiamo che la scala di questa misura va da 1 a 9.

Allerta per possibili tempeste geomagnetiche nei prossimi giorni. Credit: NOAA
Allerta per possibili tempeste geomagnetiche nei prossimi giorni. Credit: NOAA

È interessante notare che il fenomeno iniziato con la tempesta geomagnetica G3 di ieri continuerà ad avere i suoi effetti anche nei prossimi giorni. Lo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l'agenzia federale statunitense che si occupa di oceani, atmosfera e meteo spaziale, ha infatti diramato un'allerta per possibili tempeste geomagnetiche minori (G1) anche per sabato 31 maggio e domenica 1 giugno. Per oggi ancora possibili tempeste moderate G2. Anche se non sono minimamente paragonabili con gli effetti delle tempeste geomagnetiche estreme (G5), potenzialmente catastrofiche, anche le G1 possono avere conseguenze significative sulla Terra. Come indicato dalla NOAA, infatti, sono possibili problemi alle reti elettriche dei Paesi alle alte latitudini così come disturbi alle operazioni satellitari, inoltre gli animali migratori che fruttano la magnetoricezione per spostarsi potrebbero manifestare anomalie comportamentali. L'effetto collaterale più affascinante sono proprio le aurore boreali, che in occasioni simili diventano ben visibili nei Paesi a nord come quelli della Penisola Scandinava.

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