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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

La storia di Lana, la bambina di Gaza a cui sono diventati i capelli bianchi dopo un bombardamento israeliano

Lana al-Sharif, una bambina palestinese di 10 anni che vive nella Striscia di Gaza, è stata colpita da vitiligine dopo un bombardamento israeliano. La piccola palestinese è vittima di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), una condizione che può innescare la malattia della pelle. A causa dei capelli grigi e delle macchie è conosciuta nel campo profughi di Khan Younis come la “bambina anziana”.
A cura di Andrea Centini
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I capelli di Lana al-Sharif, la "bambina anziana" colpita da vitiligine nella Striscia di Gaza. Credit: Screenshot Facebook/Palestine International Broadcast
I capelli di Lana al-Sharif, la "bambina anziana" colpita da vitiligine nella Striscia di Gaza. Credit: Screenshot Facebook/Palestine International Broadcast
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In questi giorni è diventata virale la storia di Lana al-Sharif, una bambina palestinese di 10 anni colpita da vitiligine, una malattia della pelle “di origine sconosciuta” ma “probabilmente autoimmune”, come indicato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La piccola è conosciuta come la “bambina anziana” per via del suo aspetto, caratterizzato da folti capelli grigi e grandi chiazze chiare sulla pelle, segni evidenti della vitiligine determinati dalla morte (o dal blocco) delle cellule che producono il pigmento melanina.

Lana, che oggi vive con la sua famiglia in un campo profughi a Khan Younis nel Sud della Striscia di Gaza, come raccontato dal padre Khalil al Middle East Eye ha sviluppato la condizione improvvisamente, a seguito di un intenso bombardamento israeliano nel quartiere in cui abitava nel gennaio 2024, pochi mesi dopo il massacro del 7 ottobre organizzato da Hamas. L'attacco dei militari israeliani fu talmente devastante che la bambina, trasferita in ospedale per la crisi di panico, tremò per un giorno intero; al rientro a casa ha iniziato a sviluppare le prime macchie bianche sulla testa, una condizione che è peggiorata progressivamente.

“Le macchie sono diventate più visibili sul suo viso, poi si sono diffuse su tutto il corpo. Negli ultimi sei mesi, la situazione è diventata molto difficile, i suoi capelli hanno lentamente iniziato a ingrigirsi”, ha affermato il padre al quotidiano specializzato in Medio Oriente. “Vediamo medici da oltre un anno. Speravano che i farmaci aiutassero, ma senza cure adeguate – e con i continui bombardamenti che lasciano Lana tremante – le sue condizioni continuano a peggiorare”, ha chiosato l'uomo. La conferma della diagnosi di vitiligine è arrivata quando un'equipe medica straniera è riuscita a visitare la piccola al campo profughi, il cui caso è stato considerato “non prioritario” alla luce delle migliaia e migliaia di altri pazienti che hanno bisogno di cure urgenti, tra ospedali distrutti, medicine carenti o non disponibili e necessità di trattamenti all'esterno della Striscia di Gaza, sottoposta a incessanti e continui attacchi.

Secondo l'OMS nei campi profughi palestinesi ci sarebbero fino a 14.000 persone gravemente malate che necessitano di cure mediche fuori da questa apocalisse, fra le quali circa 4.500 bambini (dato di marzo 2025). Solo poche centinaia di pazienti hanno tuttavia potuto attraversare il valico di Rafah da quando è stato chiuso dalle autorità israeliane. Il caso di Lana, come indicato, non è considerato prioritario, tenendo presente che la vitiligine non è una condizione che mette a repentaglio la vita. Ma ha comunque un impatto psicologico devastante, soprattutto su una bambina già duramente provata dalla guerra in corso e dalla crisi umanitaria legata ai blocchi israeliani degli aiuti. Come affermato dal padre al Middle East Eye, la figlia ha anche paura di uscire dalla sua tenda da sola, temendo di restare vittima di bullismo da parte di altri bambini per il suo aspetto.

Le cause della vitiligine

Lana è solo una dei tantissimi palestinesi vittime di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), che può fare da innesco anche per la vitiligine. Tra le possibili cause della condizione, infatti, figurano anche episodi stressanti, come evidentemente può essere una guerra devastante con bombardamenti che radono al suolo interi quartieri. La Mayo Clinic, una delle principali organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti, evidenzia che fra le cause della malattia vi sono “un disturbo del sistema immunitario (malattia autoimmune), la storia familiare (ereditarietà) e un evento scatenante, come stress, gravi scottature solari o traumi cutanei, come il contatto con una sostanza chimica”. Anche l'ISS indica che eventi stressanti “come il parto” possono innescare la vitiligine, determinata dalla morte delle cellule che producono melanina o comunque da uno stop alla loro funzione. Ricordiamo che la melanina è il pigmento alla base del colore di occhi, pelle, peli e capelli, così come di penne, piume, squame e altri elementi anatomici nel regno animale. Un evento molto stressante può abbattere le difese immunitarie a tal punto da innescare i meccanismi autoimmuni che portano alla vitiligine, che non riguarda solo la pelle. “La condizione può colpire la pelle di qualsiasi parte del corpo. Può colpire anche i capelli e l'interno della bocca”, sottolinea la Mayo Clinic.

Cos'è la Sindrome di Maria Antonietta

Una presunta condizione medica innescata dallo stress e in grado di far ingrigire (o incanutire) i capelli è la famigerata Sindrome di Maria Antonietta, così chiamata in riferimento alla regina di Francia. La donna fu condannata alla ghigliottina a 38 anni da un tribunale della Rivoluzione francese e si narra che, dopo l'ultima notte trascorsa in cella prima dell'esecuzione, i suoi capelli divennero tutti bianchi. Anche in questo caso sarebbe stato lo stress estremo a determinare la perdita di pigmento; la sindrome sarebbe legata a una condizione chiamata alopecia areata, che determina una repentina perdita di colore di tutti i capelli e peli pigmentati.

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