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La plastica danneggia la salute dei bambini: aumenta i rischi per cuore, fertilità e cervello

L’esposizione quotidiana alla plastica, soprattutto durante l’infanzia, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiache, infertilità, asma e disturbi dello sviluppo cerebrale. Un nuovo studio scientifico ne rivela le conseguenze a lungo termine.
A cura di Valeria Aiello
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L’esposizione quotidiana alla plastica, soprattutto durante l’infanzia, può avere segni profondi e duraturi sulla salute. Le sostanze chimiche utilizzate per produrre gli articoli in plastica, come gli imballaggi e gli articoli di uso comune, possono provocare squilibri ormonali, innescare infiammazioni croniche e problemi nello sviluppo cerebrale, comportando un aumento del rischio per malattie cardiache, infertilità, asma e altre malattie croniche che hanno inizio nell’infanzia.

È quanto emerge da un nuovo studio che ha preso in esame centinaia di recenti ricerche sull’argomento, pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Child & Adolescent Health. Nel rapporto, i ricercatori hanno illustrato decenni di prove, che dimostrano come le sostanze chimiche spesso aggiunte a prodotti industriali e domestici possano contribuire a malattie e disabilità, in particolare se introdotte in età precoce. La revisione si concentra su tre classi di sostanze chimiche: gli ftalati, utilizzati per rendere flessibile la plastica, i bisfenoli, che conferiscono rigidità, e le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), che contribuiscono a rendere i materiali resistenti al calore e idrorepellenti.

I risultati degli studi, che hanno valutato nel complesso migliaia di madri in gravidanza, feti e bambini, hanno collegato queste sostanze a un’ampia gamma di problemi di salute a lungo termine, tra cui malattie cardiache, obesità, infertilità e asma. “I nostri risultati indicano il ruolo della plastica nelle prime fasi di molte malattie croniche che si ripercuotono sull’adolescenza e sull’età adulta – ha affermato l’autore principale dello studio e pediatra, Leonardo Trasande – . Se vogliamo che i bambini rimangano sani e vivano più a lungo, dobbiamo seriamente limitare l’uso di questi materiali”.

Gli effetti dell’esposizione alla plastica sulla salute dei bambini

Nei bambini, l’esposizione alle sostanze chimiche contenute nella plastica può interferire con processi biologici cruciali, come lo sviluppo ormonale e cerebrale. Queste sostanze chimiche si trovano in una vasta gamma di articoli, dagli imballaggi alimentari, ai prodotti cosmetici fino alle ricevute cartacee, ha osservato il professor Trasande, che è anche direttore della Divisione di pediatria ambientale della NYU Grossman School of Medicine e del Centro per l’indagine sui rischi ambientali della NYU Langone Health.

Quando la plastica viene utilizzata, riscaldata o trattata chimicamente, microplastiche e nanoparticelle vengono rilasciate e ingerite. “È stato dimostrato che le sostanze chimiche utilizzate nei materiali plastici provocano una risposta immunitaria iperattiva (infiammazione) in tutti i tessuti corporei e interrompono la funzione degli ormoni coinvolti in molti processi corporei –  hanno evidenziato gli autori dello studio – . Si ritiene inoltre che queste sostanze influenzino lo sviluppo cerebrale, con numerosi studi che collegano l’esposizione precoce alla perdita di quoziente intellettivo e problemi di neurosviluppo, come l’autismo e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività”.

Lo studio ha anche esplorato strategie per ridurre l’uso della plastica e contribuire a salvaguardare la salute umana. “Esistono misure semplici e sicure che i genitori possono adottare per limitare l’esposizione dei propri figli alla plastica senza spendere una fortuna – ha aggiunto il professor Trasande – . Sostituire i contenitori di plastica con quelli di vetro o acciaio inossidabile ed evitare di usare la plastica nel microonde o di lavarla in lavastoviglie può rivelarsi particolarmente utile”.

I medici, suggerisce inoltre Trasande, dovrebbero collaborare con le scuole e le organizzazioni comunitarie per sensibilizzare le giovani generazioni sui rischi per la salute derivanti dall’esposizione alla plastica. A livello politico, i ricercatori chiedono misure normative più severe per ridurre l’uso di articoli di plastica non essenziali, in particolare nelle comunità a basso reddito con profonde disparità sanitarie.

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