“La penisola iberica sta ruotando in senso orario”: la scoperta di uno studio sulle placche tettoniche

"La penisola iberica sta ruotando in senso orario". È questa la conferma che arriva da uno studio guidato dall'Università dei Paesi Baschi (EHU), in collaborazione con l'Università di Palermo e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che si è concentrato sull'area di contatto tra la grande placca eurasiatica e quella africana.
Anche se per i non esperti di geologia la frase "la penisola iberica sta ruotando" potrebbe suonare alquanto bizzarra, bisogna tenere in mente un concetto fondamentale dello studio della superficie terrestre, quello della tettonica a placche. Secondo questa teoria lo strato più esterno della crosta terrestre, la litosfera, è composto da grandi blocchi, le placche, in lento ma costante movimento in diverse direzioni, anche le une verso le altre. I movimenti tra queste grandi placche – le principali sono dieci – sono responsabili, tra le altre cose, dei terremoti.
Lo studio
“Ogni anno la placca eurasiatica e quella africana si avvicinano di 4-6 mm l'una all'altra", spiega Asier Madarieta, ricercatore dell'Università dei Paesi Baschi, che in questo studio si è concentrato sul confine tra le due placche corrispondente al sud della penisola iberica. Questo infatti "è molto più sfocato e complesso" rispetto a quello corrispondente all'Oceano Atlantico e all'Algeria.
Per studiare questa specifica sezione di confine tra le due placche, i ricercatori hanno cercato di comprendere quali fossero le cause delle deformazioni in superficie e di quelle più in profondità nella crosta terrestre. Attraverso lo studio dei dati ottenuti dai satelliti e quelli relativi ai terremoti avvenuti negli ultimi anni, è stato possibile stabilire come queste deformazioni siano in realtà strettamente connesse al movimento di confine e quindi al "campo di stress" generato nell'area di contatto tra le due placche, nell'area compresa tra la penisola iberica e il Nord Africa.
Perché la penisola iberica si muove in senso orario
Dal confronto tra i processi geodinamici, ovvero la deformazione della crosta terrestre, e i movimenti tettonici, i ricercatori sono riusciti a individuare con maggiore precisione le varie forze in gioco lungo il confine tra placca eurasiatica e quella africana in questa specifica sezione. In questa zona geologica svolge infatti un ruolo fondamentale l'Arco di Gibilterra, una regione a forma di arco che circonda il Mar di Alborán, tra la penisola iberica e il Nord Africa. Qui infatti sono sorte due importanti catene montuose, la Cordigliera Betica, in Spagna, e il Rif, proprio per effetto del movimento di convergenza delle due placche.
In questo complesso contesto, i ricercatori sostengono siano attivi due movimenti tettonici di direzione opposta. A est dello Stretto, l'Arco di Gibilterra sta assorbendo la deformazione causata dalla collisione tra le due placche, creando una sorta di scudo che impedisce alle sollecitazioni di arrivare alla penisola iberica. D'altra parte, a ovest dello Stretto, le due placche sono in collisione diretta. Questo "potrebbe – spiegano i ricercatori – influenzare le sollecitazioni trasmesse nella regione a sud-ovest dell'Iberia". Secondo la loro tesi, queste sollecitazioni stanno facendo ruotare la penisola iberica in senso orario.
Oltre al dato in sé, studiare gli effetti di queste sollecitazioni tettoniche sulla deformazione della superficie terrestre è fondamentale anche per per individuare le faglie attive e il ruolo che potrebbero avere in eventuali terremoti futuri . "Questi campi di stress e deformazione ci dicono dove dobbiamo andare per cercare queste strutture – spiega Madarieta – E in questo modo, potremmo scoprire che tipo di pieghe e faglie ci sono, com'è il loro movimento e quindi il tipo e l'entità dei terremoti che potrebbero causare".
