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La devitalizzazione dei denti può proteggere da infarto, ictus e diabete, secondo uno studio

Un team di ricerca internazionale ha seguito pazienti sottoposti a devitalizzazione dei denti a causa di una parodontite apicale, tra le più diffuse patologie del cavo orale. Dopo l’intervento odontoiatrico, le analisi del sangue hanno evidenziato significativi miglioramenti nei parametri associati alle malattie cardiovascolari e al diabete di tipo 2.
A cura di Andrea Centini
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La devitalizzazione dei denti può essere un intervento odontoiatrico estremamente prezioso non solo per la salute orale, ma anche per quella del cuore e metabolica. Secondo un nuovo studio, infatti, a mesi e anni dal trattamento endodontico si registrano miglioramenti significativi nei livelli di infiammazione del sangue, oltre che dei valori glicemici e lipidici osservati nelle analisi. Poiché questi fattori sono strettamente associati al rischio di infarto, ictus, diabete di tipo 2 e altre condizioni cardiometaboliche, si può affermare che trattare infezioni e determinate malattie dentali offre enormi benefici per la salute.

La ricerca pubblicata sul Journal of Translational Medicine suffraga quanto emerso dalla recente letteratura scientifica. Sono infatti numerose le ricerche che hanno trovato una stretta associazione tra igiene orale, salute del cavo orale e rischio di malattie cardiovascolari, che sono la principale causa di morte nei Paesi occidentali. Ad esempio, lo studio “Viridans Streptococcal Biofilm Evades Immune Detection and Contributes to Inflammation and Rupture of Atherosclerotic Plaques” ha rilevato batteri orali nelle placche aterosclerotiche dei pazienti affetti da coronopatia, mentre un'alta ricerca ha determinato che il batterio orale batterio Porphyromonas gingivalis può arrivare fino al cuore e innescare la fibrillazione atriale.

La correlazione tra igiene orale e rischio di infarto, ictus e altre malattie cardiovascolari è legata al fatto che la scarsa cura del cavo orale, infezioni, carie, parodontiti e altre condizioni non trattate, a lungo andare posso favorire il passaggio dei patogeni nel flusso sanguigno, dove possono alterare i meccanismi di controllo glicemico, catalizzare l'infiammazione e raggiungere direttamente organi e tessuti vitali. Un recente studio ha persino rilevato che non lavarsi i denti con regolarità può triplicare il rischio di tumore del pancreas, mentre un altro ha determinato che farlo può proteggere il cervello.

È alla luce di tutte queste ricerche che gli autori della nuova indagine hanno voluto studiare l'associazione tra la devitalizzazione dei denti e i biomarcatori metabolici e infiammatori correlati a malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 (che a sua volta catalizza il rischio di infarto e altre gravi malattie). Ricordiamo che la devitalizzazione dei denti, come spiegato dalla Mayo Clinic, una delle principali associazioni sanitarie degli Stati Uniti, “è un trattamento che mira a riparare e salvare un dente gravemente danneggiato o infetto, anziché rimuoverlo”. “Il termine "devitalizzazione" – aggiungono gli esperti – deriva dalla pulizia dei canali all'interno della radice del dente”, ovvero dalla rimozione della polpa.

A determinare che questo trattamento odontoiatrico può proteggere da malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Facoltà di Odontoiatria, Scienze Orali e Craniofacciali del Guy's Dental Hospital presso il King's College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Wolfson SpaRC e del dipartimento di Malattie orali e maxillo-facciali dell'Università di Helsinki (Finlandia). I ricercatori, coordinati dalla professoressa Sadia Ambreen Niazi, si sono concentrati su 65 pazienti sottoposti a devitalizzazione dei denti presso il Guy's and St Thomas' NHS Foundation Trust.

Tutti erano affetti da parodontite apicale, una diffusa patologia dentale la cui presenza “può aumentare il carico infiammatorio sistemico ed è associata a disturbi cardiometabolici, tra cui maggiori rischi cardiovascolari e alterato controllo glicemico”, hanno spiegato gli scienziati nell'abstract dello studio. I pazienti sono stati sottoposti a specifiche analisi del sangue – la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (RMN) – con controllo dei metaboliti e di vari biomarcatori, prima e dopo il trattamento. Come indicato, a mesi e anni dall'intervento i ricercatori hanno osservato benefici sostanziali.

“I risultati hanno suggerito un miglioramento del metabolismo del glucosio e dei lipidi, nonché una riduzione del carico infiammatorio, come evidenziato da una significativa riduzione degli aminoacidi a catena ramificata alla revisione a 3 mesi, una significativa diminuzione di glucosio e piruvato alla revisione a 2 anni, una riduzione a breve termine dei livelli di colesterolo, colina e acidi grassi e un progressivo aumento del triptofano”, hanno scritto Niazi e colleghi nell'abstract dello studio.

Questi miglioramenti suggeriscono benefici sostanziali per la salute cardiovascolare e metabolica. “I nostri risultati dimostrano che la devitalizzazione non solo migliora la salute orale, ma può anche contribuire a ridurre il rischio di gravi patologie come diabete e malattie cardiache. È un potente promemoria del fatto che la salute orale è profondamente legata alla salute generale”, ha chiosato la professoressa Niazi in un comunicato stampa. I dettagli della ricerca “Successful endodontic treatment improves glucose and lipid metabolism: a longitudinal metabolomic study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Translational Medicine.

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