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In Europa siamo esposti a livelli di bisfenolo A oltre la soglia di sicurezza: quali sono i rischi

L’Agenzia Europea dell’ambiente (AEA) ha presentato i risultati di un nuovo studio di biomonitoraggio, evidenziando che i cittadini europei sono esposti a livelli di bisfenolo A ben superiori alla soglia di sicurezza per la salute. Cos’è questa sostanza e quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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I cittadini europei sono esposti a livelli potenzialmente pericolosi di bisfenolo A (o BPA), un composto chimico praticamente onnipresente, utilizzato in molteplici oggetti di uso comune e in particolar modo negli imballaggi dei prodotti alimentari, bevande comprese. Le concentrazioni rilevate sono infatti superiori alla soglia di sicurezza per la salute stabilita dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (ESFA). È quanto emerso da un nuovo, approfondito studio condotto dagli esperti dell'Agenzia Europea dell'ambiente (EEA o AEA), secondo i quali siamo “ben al di sopra” di livelli accettabili.

I dati fanno seguito all'allarme lanciato lo scorso aprile proprio dall'ESFA, che aveva evidenziato potenziali rischi per il sistema immunitario, la fertilità e lo sviluppo. Non a caso nella sua più recente valutazione il gruppo di ricerca aveva deciso di abbattere – letteralmente – la dose giornaliera tollerabile di BPA, facendola passare dai 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno del 2015 a soli 0,2 nanogrammi. Ciò significa che è stata ridotta di ben 20.000 volte, un valore che ben evidenzia la preoccupazione degli esperti. Anche l’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) aveva classificato il BPA come tossico per l'apparato riproduttivo.

Il nuovo studio dell'AEA, che evidenzia i pericoli dell'esposizione al bisfenolo A, è stato condotto come parte del progetto europeo di biomonitoraggio umano “HBM4EU”, con la raccolta dati avvenuta tra gennaio del 2017 e giugno 2022. I ricercatori hanno analizzato le urine di 2.756 adulti provenienti di 11 diversi Paesi (fra i quali Portogallo, Svizzera, Francia, Germania e Polonia, ma non l'Italia), osservando tassi di superamento dei livelli di sicurezza compresi tra il 71 e il 100 percento. Tenendo presente il metodo di indagine utilizzato, tuttavia, i ricercatori sospettano che tale superamento possa essere del 100 percento in tutti e 11 i Paesi coinvolti.

È un dato inaccettabile, reso ancor più drammatico dal fatto che anche i livelli dei “sostituti” ritenuti più sicuri del BPA, ovvero il bisfenolo S e il bisfenolo F, sono risultati ben superiori alla soglia di sicurezza sanitaria. E anche questi ultimi si sono mostrati nocivi per la salute. Dal 2018 il BPA è vietato nei biberon e nei contenitori per il cibo dei bimbi sotto i 3 anni di età, ma tutti noi siamo esposti a questa sostanza, che troviamo persino nelle tubature che portano l'acqua potabile nelle nostre case. È presente nelle bottiglie delle bevande, negli imballaggi per il cibo, nelle vernici, nei tessuti, negli apparecchi elettronici, nei giocattoli, nei materiali da costruzione e in un'infinità di altri prodotti e oggetti di uso quotidiano. Ne siamo praticamente sommersi.

Ma perché il bisfenolo A è pericoloso per la salute? Tecnicamente si tratta di un composto chimico definito interferente endocrino, cioè in grado di alterare la normale funzionalità dei meccanismi ormonali. A causa di ciò il bisfenolo A è stato associato soprattutto a disturbi dello sviluppo e all'infertilità, ma anche al cancro, al diabete, a malattie cardiovascolari, a disturbi del neurosviluppo, a disfunzioni immunitarie, all'obesità e a patologie metaboliche di vario genere. Non c'è da stupirsi che si voglia ridurre sempre più l'esposizione a questa sostanza, nonostante alcuni attriti tra le varie agenzie di valutazione europee.

“Grazie all'innovativo progetto di ricerca dell'UE sul biomonitoraggio umano siamo in grado di vedere che il bisfenolo A rappresenta un rischio per la nostra salute molto più diffuso di quanto si pensasse in precedenza. Dobbiamo prendere sul serio i risultati di questa ricerca e intraprendere maggiori azioni a livello europeo per limitare l’esposizione alle sostanze chimiche che rappresentano un rischio per la salute degli europei”, ha dichiarato in un comunicato stampa la dottoressa Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell'AEA. La speranza è che si giunga al più presto a una soluzione normativa ad hoc che metta la sicurezza della salute al primo posto. Sono milioni le persone potenzialmente a rischio a causa di questa sostanza.

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