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Cos’è il bisfenolo A e perché l’Autorità Ue per la sicurezza dei cibi parla di rischi per la salute

La sostanza chimica, ampiamente utilizzata nella produzione di plastiche per uso alimentare, può avere effetti dannosi sul sistema immunitario.
A cura di Valeria Aiello
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L’esposizione al bisfenolo A (BPA) attraverso gli alimenti è un pericolo per la salute dei consumatori di tutte le fasce di età. Lo afferma l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (ESFA), l’agenzia dell’Unione europea che fornisce consulenza scientifica sui rischi associati alla catena alimentare, i cui esperti hanno appena concluso un’ampia valutazione sulla sicurezza del BPA, individuando effetti potenzialmente dannosi sul sistema immunitario. Ma cos’è il bisfenolo A? E dove si trova questa sostanza chimica?

Allarme bisfenolo A, cos’è e dove si trova

Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nella produzione di plastiche in policarbonato, un tipo di plastica trasparente e rigida impiegata per realizzare contenitori per la conservazione degli alimenti e bottiglie per bevande riutilizzabili. Altri usi, in campo non alimentare, vanno dalla carta termica degli scontrini alle resine epossidiche impiegate in edilizia, oltre alla produzione di rivestimenti protettivi di metalli (ad esempio per lattine e vasche).

Il bisfenolo A è considerato un interferente endocrino, ovvero una sostanza che altera la normale funzionalità ormonale dell’apparato endocrino, già in passato sospettato di essere dannoso per la salute e oggetto di diversi studi che hanno suggerito una relazione tra l’esposizione al BPA e la comparsa di effetti avversi, come cancro, infertilità, diabete e obesità.

La nuova analisi dell’ESFA sui rischi del bisfenolo A

Sostanze chimiche come il bisfenolo A possono essere rilasciate dai recipienti agli alimenti e bevande che contengono, con effetti che, precisa la nuova valutazione dell’ESFA, sono “un problema per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce di età”. In particolare, la nuova analisi fa seguito alla prima valutazione completa dell’ESFA sul rischi associati all’esposizione al BPA datata 2006, chiarendo importanti incertezze sulla tossicità di questa sostanza. “Per questa rivalutazione, abbiamo esaminato una vasta quantità di pubblicazioni scientifiche, inclusi oltre 800 nuovi studi pubblicati da gennaio 2013 – ha affermato il dottor Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti scientifici dell'EFSA sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi e i coadiuvanti tecnologici – . Negli studi, abbiamo osservato un aumento della percentuale di un tipo di globuli bianchi, chiamato T helper, nella milza. Svolgono un ruolo chiave nei nostri meccanismi immunitari cellulari e un aumento di questo tipo potrebbe portare allo sviluppo di infiammazioni polmonari allergiche e malattie autoimmuni”.

Il gruppo di esperti scientifici ha inoltre tenuto conto di altri effetti potenzialmente dannosi sul sistema riproduttivo, dello sviluppo e metabolico, che sono stati identificati nella valutazione del rischio. “Per analizzare il gran numero di studi pubblicati dal 2013, quale punto limite della nostra precedente valutazione nel 2015, abbiamo applicato un metodo sistematico e un approccio trasparente – ha aggiunto dottor Henk Van Loveren, presidente del gruppo di lavoro dell'EFSA per la rivalutazione del BPA – . Abbiamo sviluppato in anticipo un protocollo per la selezione e la valutazione di tutte le prove con il contributo delle parti interessate e delle autorità competenti degli Stati membri”.

Rispetto alla precedente valutazione del 2015, il gruppo di esperti dell’EFSA ha abbassato significativamente la dose giornaliera tollerabile (tolerable daily intake, TDI) di BPA, la quantità che può essere ingerita quotidianamente nel corso della vita senza presentare un rischio apprezzabile per la salute, stabilendo un TDI di 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno rispetto ai 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno fissati nel 2015 come soglia temporanea di TDI. Ciò significa che la nuova dose giornaliera tollerabile è circa 20.000 volte inferiore alla precedente.

L’esposizione al bisfenolo A

Confrontando la nuova dose giornaliera tollerabile con le stime dell’esposizione alimentare al BPA, gli esperti dell’ESFA hanno concluso che “i consumatori con un’esposizione sia media sia elevata al BPA in tutte le fasce d’età superavano la nuova TDI, indicando problemi di salute – precisa l’Agenzia in una nota – . Sebbene il nostro gruppo di esperti abbia utilizzato le stime dell’esposizione dalla loro valutazione nel 2015, riconosciamo che le restrizioni introdotte dai legislatori dell’UE dopo il 2015 su alcuni usi della sostanza potrebbero aver ridotto l’assunzione attraverso la dieta. Ciò significa che il nostro scenario è conservativo”.

Dal 2017, il bisfenolo A è stata classificato nell’Ue come candidato alla sostituzione e dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni. I prossimi passi per i responsabili delle decisioni nell’Ue, vale a dire la Commissione europea e i rappresentanti degli Stati membri, sarà la definizione “dei limiti sulla quantità di una sostanza chimica che può migrare dagli imballaggi alimentari agli alimenti – conclude l’Agenzia – . La consulenza scientifica dell’EFSA sul BPA informerà i legislatori dell’UE sulle misure normative appropriate da adottare per proteggere i consumatori”.

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