Il vulcano sottomarino Axial innanzi agli USA pronto a eruttare: cosa sta succedendo

A circa 500 chilometri dalla costa dell'Oregon, negli Stati Uniti, si trova un grande vulcano sottomarino chiamato Axial Seamount che è in procinto di eruttare. Dalla fine del 2024, infatti, gli scienziati hanno osservato deformazioni della struttura – in particolar modo un significativo sollevamento – e numerosi terremoti che suggeriscono un'eruzione imminente, o comunque entro la fine dell'anno. Geologi e geofisici dell'Università dell'Oregon e del National Centers for Environmental Information (NCEI) della NOAA, l'agenzia federale statunitense deputata allo studio di oceano, atmosfera e meteo spaziale, indicano che le dinamiche rilevate sono analoghe a quelle che hanno preceduto le ultime tre eruzioni, verificatesi nel 1998, nel 2011 e nel 2015.
La prevista eruzione dell'Axial Seamount, un grande vulcano a scudo, cioè con una sommità piatta e vasta e pendii poco ripidi, fortunatamente non rappresenta un pericolo per l'incolumità pubblica, sia a terra che in mare. La ragione risiede nel fatto che la sua è un'attività effusiva e non esplosiva. Il magma accumulato nelle camere magmatiche, infatti, è piuttosto fluido e non viscoso; il rigonfiamento osservato di queste strutture non porta a un punto critico con conseguente esplosione dovuta alla pressione estrema, ma determina spaccature nello strato solidificato di roccia, da cui la lava inizia a fluire in modo effusivo e "delicato". Inoltre va considerato che la cima di questo colosso, alto circa 1.100 metri, si trova a ben 1.400 metri di profondità nel cuore dell'Oceano Pacifico, non rappresentando un rischio nemmeno per le navi che dovessero trovarsi a navigare nell'area nel momento dell'eruzione. Non è previsto il rischio tsunami.
Grazie alle sue caratteristiche l'Axial Seamount può essere considerato un “gigante buono”, ma studiarlo è importantissimo perché altri vulcani sottomarini sono tutto fuorché innocui. Alcuni piuttosto minacciosi si trovano anche nelle acque innanzi all'Italia, come il famigerato Marsili, che in caso di esplosione potrebbe generare tsunami catastrofici e altri impatti. L'Hunga Tonga-Hunga Ha'apai nel 2022 ha innescato un'esplosione colossale – la più grande del secolo e paragonabile a 500 bombe atomiche di Hiroshima – con conseguente maremoto e il rilascio di un immenso pennacchio di vapore e cenere, che ha raggiunto persino la stratosfera. Prevedere l'esplosione di queste strutture celate ai nostri occhi è estremamente importante e l'Axial Seamount rappresenta un vero e proprio laboratorio sommerso per migliorare le capacità di previsione.

Non a caso si tratta del vulcano sottomarino più monitorato al mondo, grazie al progetto New Millennium Observatory (NeMO) che lo mette in collegamento con la costa dell'Oregon tramine una lunghissima e fitta rete di cavi sommersi, tra cui fibre ottiche. Questi cavi sono collegati a molteplici strumenti di monitoraggio, non solo per lo studio delle dinamiche geologiche, ma anche di quelle biologiche. Per gli scienziati, infatti, è importante capire come un'eruzione sia in grado di modificare i delicati equilibri dell'ecosistema locale e i tempi della sua ripresa. Il grande e significativo cablaggio dell'Axial Seamount è comunque rischioso perché una eventuale eruzione potrebbe facilmente distruggere gli strumenti strumenti e reti; purtroppo non è possibile prevedere da che punto sgorgherà la lava, che sta gonfiando come una sorta di palloncino le camere magmatiche del vulcano a scudo.
L'Axial si trova esattamente al limite della placca tettonica di Juan de Fuca, strettamente associata alla placca del Pacifico che dà vita alla cosiddetta “Cintura di Fuoco”, una delle zone geologicamente più attive della Terra, dove si trova oltre il 70 percento dei vulcani attivi. Anche il recente e violentissimo terremoto di magnitudo 8.8 verificatosi al largo della Kamchatka (Russia) è stato innescato dall'estrema instabilità di quest'area. L'Axial, sito a 480 chilometri dalla Cannon Beach in Oregon, ne viene direttamente influenzato ed è per questo che risulta così attivo. L'eruzione potrebbe verificarsi da un momento all'altro da qui alla fine del 2025 e gli scienziati sperano di raccogliere dati preziosi sul comportamento dei colossi sottomarini.