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Cambiamenti climatici

Il più grande ghiacciaio galleggiante della Groenlandia sta perdendo 38 metri di spessore all’anno

Il cambiamento climatico sta divorando il ghiacciaio Nioghalvfjerdsbrae, il più grande tra quelli galleggianti della Groenlandia. La lingua di ghiaccio ha infatti perso ben 38 metri di spessore all’anno dal 2018.
A cura di Andrea Centini
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Lo spessore di un grande ghiacciaio della Groenlandia – il più maestoso tra quelli galleggianti – si è ridotto del 42 percento in soli 25 anni, con una perdita mostruosa di 38 metri all'anno a partire dal 2018. Sebbene esternamente il ghiacciaio sembra essersi ridotto di poco meno di 8 metri all'anno, la fusione più significativa si è verificata nella parte sommersa nell'Oceano Atlantico. Le temperature dell'acqua marina sempre più alte, infatti, hanno letteralmente scavato sotto la lingua di ghiaccio, assottigliandola in modo estremo nel giro di pochi decenni. Secondo i ricercatori la riduzione del Nioghalvfjerdsbrae, questo il nome del ghiacciaio, è da attribuire al cambiamento climatico e ai suoi effetti drammatici che innescano un vero e proprio circolo vizioso.

Credit: Zeising et al. 2023
Credit: Zeising et al. 2023

A determinare che il ghiacciaio della Groenlandia Nioghalvfjerdsbrae (o 79NG, per via del fatto che si trova a 79 gradi di latitudine nord) si è assottigliato di quasi la metà dal 1998 è stato un team di ricerca tedesco guidato da scienziati dell'Alfred Wegener Institute – Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina di Bremerhaven, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Geoscienze dell'Università di Kiel e del Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Brema. I ricercatori, coordinati dal professor Ole Zeising, hanno valutato lo stato di salute del ghiacciaio grazie ai dati radar raccolti durante ricognizioni aeree condotte sin dal 2010. Come indicato, infatti, dall'esterno il ghiacciaio risulta essersi ridotto di “soli” 7,6 metri all'anno, mentre la riduzione reale dello spessore è stata molto più importante, portando a un assottigliamento di 38 metri l'anno a partire dal 2018.

Il ghiacciaio . Credit: Hedwig Storch
Il ghiacciaio . Credit: Hedwig Storch

Grazie i dati aerei è stato scoperto un immenso canale subglaciale alto 500 metri e largo 1 chilometro sotto la lingua di ghiaccio che dalla terraferma si estende verso l'oceano. È lunga 80 chilometri e larga 20 chilometri. Lo scioglimento del ghiaccio causato dall'acqua marina più calda – nello specifico acqua intermedia dell'Atlantico più salina e densa con temperatura superiore a 1° C – fa finire l'acqua dolce direttamente in mare, che a sua volta catalizza lo scioglimento. Essa, infatti, essendo meno densa sale verso la superficie e contribuisce a scavare il canalone principale dall'interno, ma ha dato vita anche ad altri canali subglaciali minori. Questo processo in uno specifico punto del ghiacciaio ha determinato una riduzione dello spessore di 57 metri dal 2010; sopra questo punto del Nioghalvfjerdsbrae restano solo 190 metri di ghiaccio, il 30 percento del ghiaccio circostante.

Credit: Zeising et al. 2023
Credit: Zeising et al. 2023

Secondo i ricercatori il ghiacciaio della Groenlandia, uno fra i pochi “galleggianti” della più grande isola del pianeta, è stato esposto a una temperatura superiore a 0°C per il 50 percento del tempo a partire dal 2005 su un'area lunga 70 chilometri. Ciò ha generato crepe e favorito il progressivo scioglimento. Secondo un recente studio la crisi climatica in atto presenta le condizioni per determinare il quasi completo o totale scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, con un impatto catastrofico a livello globale. Il mare, infatti, si innalzerebbe di oltre 7 metri. Secondo i calcoli degli esperti negli ultimi decenni il solo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia ha determinato un innalzamento del mare di 1,4 millimetri all'anno. Un recente video della NASA ha mostrato che il mare si è alzato di oltre 9 centimetri a partire dal 1993. I dettagli della nuova ricerca “Extreme melting at Greenland’s largest floating ice tongue” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Cryosphere.

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