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Guerra in Ucraina

Il lancio su Marte del rover Rosalind Franklin slitta per la guerra in Ucraina: improbabile nel 2022

L’ESA ha annunciato che ritiene improbabile il lancio del rover Rosalind Franklin su Marte entro il 2022. La missione è gestita in collaborazione con la Russia.
A cura di Andrea Centini
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Il rover Rosalind Franklin. Credit: ESA
Il rover Rosalind Franklin. Credit: ESA
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Alla luce dello scoppio della guerra in Ucraina è ritenuto improbabile che il rover Rosalind Franklin, cuore pulsante della missione ExoMars, possa essere lanciato nel 2022. Ad annunciarlo con un comunicato stampa l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), che gestisce la missione in stretta collaborazione con la Roscomos, l'Agenzia Spaziale Russa. ExoMars è considerata la più importante missione congiunta tra la Russia e l'Unione Europea dopo la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Essa prevede infatti il lancio di un rover su Marte per andare a caccia delle prove dell'esistenza della vita (passata e presente), analizzando e campionando rocce con i suoi strumenti all'avanguardia.

Il rover Rosalind Franklin, il cui nome è dedicato alla celebre chimica britannica che ebbe un ruolo fondamentale nella scoperta del DNA, sarebbe dovuto decollare nel 2018, ma dopo due rinvii si è arrivati fino al 2022. A causa delle orbite di Marte e della Terra attorno al Sole, infatti, le finestre ideali per il lancio di veicoli spaziali verso il Pianeta Rosso si presentano ogni due anni circa, permettendo un notevole risparmio in termini di carburante e tempo per la durata del viaggio. Per questo motivo le più recenti missioni verso Marte della Cina, degli Stati Uniti e degli Emirati Arabi Uniti sono state tutte lanciate nell'estate del 2020. ExoMars ha già “perso due treni”, ma adesso era tutto pronto per la partenza, prevista per luglio dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana francese, da dove il rover sarebbe decollato a bordo di un razzo russo Proton-M. È previsto anche che il Rosalind Franklin ammarti con l'ausilio di un lander russo chiamato Kazachok; ciò evidenzia ulteriormente l'importanza della Roscomos per la riuscita dell'impresa. Ma la situazione geopolitica è precipitata drammaticamente nell'ultima settimana e ora c'è il significativo rischio che ExoMars perda anche questa opportunità. Se la missione non sarà lanciata entro settembre 2022, inoltre, sarà necessario attendere l'estate del 2024 per un nuovo tentativo.

“Deploriamo le vittime umane e le tragiche conseguenze della guerra in Ucraina. Diamo la priorità assoluta all'adozione di decisioni adeguate, non solo per il bene della nostra forza lavoro coinvolta nei programmi, ma nel pieno rispetto dei nostri valori europei, che hanno sempre plasmato in modo fondamentale il nostro approccio alla cooperazione internazionale”, si legge nel comunicato dell'ESA, sottolineando che si tratta di un'organizzazione intergovernativa guidata da 22 Stati membri. “Stiamo attuando pienamente le sanzioni imposte alla Russia dai nostri Stati membri. Stiamo valutando le conseguenze su ciascuno dei nostri programmi in corso condotti in collaborazione con l'agenzia spaziale statale russa Roscosmos e allineando le nostre decisioni alle decisioni dei nostri Stati membri in stretto coordinamento con i partner industriali e internazionali (in particolare con la NASA sulla Stazione Spaziale Internazionale )”, si legge ancora nel comunicato.

Le sanzioni imposte al Cremlino hanno già determinato la sospensione dei lanci delle navette soyouz dallo spazioporto di Kourou; la Roscomos ha infatti deciso di ritirare il proprio personale dalla struttura. Al momento prosegue invece senza particolari problemi la collaborazione per la Stazione Spaziale Internazionale, nonostante le riflessioni del direttore generale dell'agenzia russa. Attualmente sono previsti i normali avvicendamenti degli equipaggi (in primavera partirà anche la nostra Samantha Cristoforetti). Resta invece improbabile il lancio del rover nel 2022, alla luce “delle sanzioni e del contesto”. “Il Direttore Generale dell'ESA analizzerà tutte le opzioni e preparerà una decisione formale sulla via da seguire da parte degli Stati membri dell'ESA. L'ESA continua a monitorare la situazione in stretto contatto con i suoi Stati membri”, conclude l'agenzia spaziale.

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