174 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Covid mette a dura prova la salute del cuore: “Rischi fino a 1 anno dopo la guarigione”

Lo indicano i risultati del più grande studio finora condotto sugli effetti a lungo termine del Covid, che mostrano come l’impatto dell’infezione sia spesso duraturo anche in chi ha superato una forma lieve o moderata della malattia.
A cura di Valeria Aiello
174 CONDIVISIONI
Immagine

Chi è guarito dal Covid ha un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari fino a un anno dopo l’infezione. Lo indicano i dati di un ampio studio, il più grande finora condotto sugli effetti a lungo termine del Covid, che ha mostrato come l’impatto dell’infezione sia spesso duraturo non solo nei guariti che hanno superato una forma grave della malattia, ma anche tra chi ha avuto una forma lieve o moderata e non ha richiesto il ricovero o cure in terapia intensiva.

L’analisi, svolta negli Stati Uniti dalla Washington University School of Medicine di St. Louis, ha preso in esame i dati sanitari contenuti nelle cartelle cliniche elettroniche messe a disposizione dal Dipartimento degli affari per i veterani, valutando gli esiti di quasi 154.000 casi di Covid che si sono verificati nel periodo compreso tra marzo 2020 e gennaio 2021, ovvero prima che i vaccini fossero ampiamente disponibili.

Pertanto, la quasi totalità delle infezioni (99,7%) valutate dai ricercatori è stata contratta da veterani che non erano vaccinati, consentendo di stimare l’insorgenza di problemi cardiovascolari a lungo termine in persone non vaccinate. “Abbiamo riscontrato un aumento del rischio di problemi cardiovascolari negli anziani e nei giovani, nelle persone con e senza diabete, con o senza obesità e in chi fumava e in chi non ha mai fumato” ha affermato Ziyad Al-Aly, epidemiologo clinico presso la Washington University di St. Louis e autore senior dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine.

Rischio di esiti cardiovascolari a 12 mesi in pazienti con Covid-19 non ospedalizzati (verde), ricoverati in ospedale per Covid-19 (arancione) e ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 durante la fase acuta dell'infezione (blu). Nelle colonne a sinistra, gli esiti compositi: disturbi cerebrovascolari (ictus e attacco ischemico transitorio), aritmie (fibrillazione atriale, tachicardia sinusale, bradicardia sinusale, aritmie ventricolari e flutter atriale), cardiopatia infiammatoria (pericardite e miocardite), cardiopatia ischemica (coronaropatia acuta, infarto del miocardio, cardiomiopatia ischemica e angina), altri disturbi cardiaci (insufficienza cardiaca, cardiomiopatia non ischemica, arresto cardiaco e shock cardiogeno), disturbi trombotici (embolia polmonare, trombosi venosa profonda e trombosi venosa superficiale), MACE (mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio) e qualsiasi esito cardiovascolare. I risultati sono stati accertati 30 giorni dopo il test positivo per Covid-19 fino alla fine del follow-up (1 anno) / Nature Medicine.
Rischio di esiti cardiovascolari a 12 mesi in pazienti con Covid-19 non ospedalizzati (verde), ricoverati in ospedale per Covid-19 (arancione) e ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 durante la fase acuta dell'infezione (blu). Nelle colonne a sinistra, gli esiti compositi: disturbi cerebrovascolari (ictus e attacco ischemico transitorio), aritmie (fibrillazione atriale, tachicardia sinusale, bradicardia sinusale, aritmie ventricolari e flutter atriale), cardiopatia infiammatoria (pericardite e miocardite), cardiopatia ischemica (coronaropatia acuta, infarto del miocardio, cardiomiopatia ischemica e angina), altri disturbi cardiaci (insufficienza cardiaca, cardiomiopatia non ischemica, arresto cardiaco e shock cardiogeno), disturbi trombotici (embolia polmonare, trombosi venosa profonda e trombosi venosa superficiale), MACE (mortalità per tutte le cause, ictus e infarto del miocardio) e qualsiasi esito cardiovascolare. I risultati sono stati accertati 30 giorni dopo il test positivo per Covid-19 fino alla fine del follow-up (1 anno) / Nature Medicine.

L’analisi, in particolare, ha rivelato che il Covid-19 ha aumentato il rischio di sviluppare tutti i 20 disturbi cardiovascolari presi in esame dagli studiosi, inclusi infarti, aritmie, ictus, attacchi ischemici transitori, insufficienza cardiaca, malattie cardiache infiammatorie, embolia polmonare e trombosi venosa profonda. Aumenti significativi sono emersi, ad esempio, in relazione al rischio di insufficienza cardiaca, incrementato del 72% fino a un anno dopo l’infezione, il che si è tradotto in quasi 12 casi di insufficienza cardiaca in più ogni 1000 infezioni da coronavirus.

Nel complesso, ogni 1000 casi di Covid, 45 persone in più hanno sviluppato una qualsiasi delle 20 condizioni studiate rispetto a coloro che non hanno contratto l’infezione. “L’aumento del rischio è evidente indipendentemente da età, razza, sesso e altri fattori di rischio cardiovascolare, inclusi obesità, ipertensione, diabete, malattie renali croniche e iperlipidemia – hanno spiegato gli studiosi – . I rischi erano evidenti anche in persone senza alcuna malattia cardiovascolare prima del Covid, fornendo prove che questi rischi potrebbero manifestarsi anche in persone a basso rischio di malattie cardiovascolari”.

Un tale aumento del rischio, evidenziano i ricercatori, implica che milioni di guariti possano subire conseguenze cardiovascolari a lungo termine, mettendo a dura prova i sistemi sanitari negli anni a venire. “Ma quello che mi preoccupa davvero – ha aggiunto Al-Aly –  è che alcune di queste condizioni sono croniche e segnano letteralmente le persone per tutta la vita. Non è che svegliandosi domani, improvvisamente, non si ha più l’insufficienza cardiaca”.

174 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views