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Il 90% dei casi di cancro allo stomaco è legato a un batterio comune: perché non sottovalutare il bruciore

L’Helicobacter pylori è presente nello stomaco di oltre 24 milioni di italiani. Nella maggior parte dei casi è innocuo, ma può innescare un’infiammazione cronica che aumenta il rischio di cancro allo stomaco. I sintomi vengono spesso confusi con un semplice bruciore, ritardando la diagnosi.
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Il 90% dei casi di cancro allo stomaco diagnosticati al mondo è associato a un batterio molto comune, ma che se non trattato in modo adeguato può innescare un processo infiammatorio cronico a carico della mucosa gastrica molto pericoloso. Il batterio in questione si chiama Helicobacter pylori e attualmente si trova nello stomaco di oltre 24 milioni di italiani, ma molti non lo sanno e rischiano di rimanerne all'oscuro.

A segnalare i rischi di questo batterio è la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC). Come spiega il presidente, il Professor Maurizio Muscaritoli, il problema nasce dal fatto che in genere l'infezione da Helicobacter pylori si manifesta inizialmente con sintomi molto simili al bruciore di stomaco, “che viene trattato in maniera sintomatica con la prescrizione di inibitori di pompa o con farmaci di automedicazione”. L'uso di questi farmaci rischia però di silenziare i sintomi dell'infezione, lasciando il batterio libero di agire.

Cos'è il batterio Helicobacter pylori

Anche se il batterio è così comune, questo non significa che la sua presenza implichi in automatico uno stato di infiammazione: spesso infatti può rimanere silente nello stomaco, dove prolifera grazie a un enzima che riduce l'acidità gastrica, senza causare problemi, ma a volte – spiega Quotidiano Sanità – può aggredire la mucosa gastrica, attivando un processo di infiammazione che aumenta il rischio di mutazioni tumorali e quindi di sviluppare, se non viene bloccata l'infezione, il carcinoma gastrico. In generale, non solo per il cancro allo stomaco, il 13% dei tumori è dovuto a infezioni da virus e batteri che aumentano il rischio oncologico.

Uno dei rischi maggiori deriva proprio dal fatto che l'infezione da Helicobacter pylori può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi poco specifici, spesso confondibili con i sintomi del bruciore di stomaco. Questo può rivelarsi rischioso perché molte persone, quando avvertono questi sintomi, iniziano ad assumere i farmaci da banco per l'acidità di stomaco. In questo modo però rischiano di nascondere l'infezione, creando una "pericolosa illusione di benessere", mentre il batterio potrebbe invece essere attivo e i danni nella mucosa gastrica già in corso.

Questi comportamenti rischiano di rendere più difficile o allungare i tempi necessari per la diagnosi in caso di malattia oncologica. Secondo i dati riferiti da SINuC, nella maggior parte dei casi la diagnosi di carcinoma gastrico arriva quando il tumore è in stadio avanzato, ha già superato la parete dello stomaco e inizia a diffondersi ai linfonodi regionali. Dei 15.000 nuovi casi all'anno, solo un paziente su cinque riceve una diagnosi precoce.

A questi fattori di rischio per il carcinoma gastrico, si aggiunge il fenomeno dell'antibiotico-resistenza, ovvero il fenomeno per cui l'esposizione continua agli antibiotici può rendere alcuni batteri resistenti e quindi difficili da curare in caso di infezione. Questo sta succedendo anche con l'Helicobacter pylori: stanno emergendo ceppi di Helicobacter pylori sempre più resistenti agli antibiotici, che si traducono in un tasso di successo inferiore sia nei trattamenti di prima lineache quelli di seconda linea. Man mano che l'infezione diventa più difficile da estirpare, aumenta il tempo di esposizione al rischio oncologico.

Cosa fare in caso di sintomi

Se si avvertono spesso sintomi che fanno pensare all'acidità o bruciore di stomaco, è importante quindi non affidarsi ai farmaci da banco senza prima aver chiesto un consiglio al proprio medico. In caso in cui il medico sospetterà la presenza del batterio, esistono diversi esami idonei a intercettare la presenza del batterio, come il Breath Test, ovvero il test del respiro, o l'analisi delle feci.

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