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I vaccini possono proteggere da alcune forme di cancro

Si tratta dei vaccini che prevengono l’infezione da papillomavirus umano e da virus dell’epatite B, due agenti in grado di causare diversi tipi di tumore.
A cura di Valeria Aiello
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Circa un quinto di tutti i tumori umani è causato da virus. Ad oggi, sono almeno sette gli agenti infettivi, tecnicamente chiamati virus oncogenici, che sono stati collegati a diverse forme di cancro, di cui cinque appartenenti a famiglie di virus persistenti, ovvero quelli che in seguito all’infezione possono rimanere nell’organismo per tutta la vita.

I virus che causano il cancro

Questi primi cinque virus sono il papillomavirus umano (HPV) e noto per essere la causa del cancro alla cervice uterina, appartiene alla famiglia dei papillomi. Il virus di Epstein-Barr , che causa il linfoma di Hodgkin, e il virus associato al sarcoma di Kaposi , entrambi nella famiglia degli herpes. Il virus linfotropico T delle cellule umane, che può causare un tipo di leucemia, e fa parte dei retrovirus. E il virus del polioma a cellule di Merkel, che causa il carcinoma a cellule di Merkel, ed è un membro della famiglia dei poliomavirus.

Tutti e cinque questi virus contengono il codice genetico di una o più proteine ​​che insegnano alle cellule come evitare la morte cellulare, il che le rende le cellule colpite immortali e promuove la crescita cellulare. Le cellule tumorali che possono svilupparsi contengono tutte le informazioni genetiche del virus che le ha inizialmente infettate, anche se queste compaiono anni dopo l’infezione, sebbene solo una piccola percentuale delle persone contagiate da uno di questi virus oncogenici alla fine sviluppa la forma di cancro associata.

Gli altri due virus sono quello dell’epatite B, della famiglia degli epadnavirus , e quello dell’epatite C, della famiglia dei flavivirus, che si comportano però in maniera diversa, in quanto la maggior parte delle persone infettate da questi due agenti patogeni sono in grado di guarire spontaneamente grazie all’intervento del sistema immunitario che elimina il virus. Tuttavia, nelle persone che non sono in grado di combattere questi virus, le infezioni a lungo termine causano spesso danni estesi al fegato, aumentando il rischio di sviluppare un tipo di cancro al fegato chiamato carcinoma epatocellulare, perché i tentativi dell’organismo di riparare il tessuto epatico danneggiato aumentano la possibilità di mutazioni correlata al cancro. In altre parole, i virus dell’epatite B e dell’epatite C non insegnano alle cellule del fegato a diventare immortali o a trasformarsi, come invece fanno gli altri cinque virus oncogeni alle cellule che prendono di mira.

Questi tumori indotti da virus sono gravi minacce per la salute – ha spiegato in un intervento a The Conversation Ronald Desrosiers, professore di patologia presso l’Università di Miami – . Il carcinoma epatocellulare, ad esempio, uccide circa 800.000 persone l’anno, rappresentando così il terzo tumore più mortale al mondo. Circa tre quarti delle vittime di carcinoma epatocellulare hanno avuto infezioni da virus dell’epatite in passato”.

Anche l’HPV è altrettanto pericoloso. “Il cancro alla cervice uterina che provoca questo virus, uccide circa 311.000 persone l’anno in tutto il mondo, un numero che fino a poco tempo fa ha reso questa forma tumorale la più mortale nelle donne – ha aggiunto Desrosiers – . Questo numero include 36.000 donne negli Stati Uniti , ma l’HPV non mette a rischio solo le donne. Un numero simile di americani muore ogni anno a causa di tumori del canale anale e della gola legati all’HPV”.

I tumori prevenibili con i vaccini

Sia i tumori causati dall’infezione da papillomavirus umano e sia quelli provocati da virus dell’epatite B possono essere prevenuti grazie alla protezione offerta da due vaccini approvati da diversi anni dalle principali agenzie di regolamentazione dei farmaci e ampiamente disponibili a livello globale.

La vaccinazione contro l’HPV, in particolare, in Italia è raccomandata per le ragazze e i ragazzi nel corso del 12° anno di età, ovvero prima che diventino sessualmente attivi, ed è gratuita se effettuata in questa fascia d’età. La vaccinazione anti-epatite B è invece stata resa obbligatoria dal 1991 per tutti i neonati dal primo anno di vita e per tutti gli adolescenti al compimento del 12° anno di età (per i nati prima del 1991).

I numeri dei tumori prevenuti e delle vite salvate dai vaccini contro il virus dell'epatite B e il papillomavirus umano sono enormi e indiscutibili – ha sottolineato l’esperto – . Tuttavia, come per i vaccini anti-Covid, l’esitazione nei confronti della vaccinazione è un problema continuo. Le campagne vaccinali hanno sradicato il vaiolo ed efficacemente eliminato la poliomielite, il morbillo e altre malattie infettive. La speranza è anche i tumori indotti dall’HPV e dal virus dell’epatite B diventino un ricordo del passato”.

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