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Grandi e misteriose “sfere” trovate sotto un albero caduto in Amazzonia: la macabra scoperta all’interno

Il crollo di un grande albero nella Foresta Amazzonica ha portato alla luce sette oggetti sferoidali, di cui due di grandi dimensioni. Furono realizzati da una cultura indigena sconosciuta secoli o migliaia di anni fa, secondo gli archeologi. Ecco di cosa si tratta e cosa è stato trovato al loro interno.
A cura di Andrea Centini
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Uno dei grandi oggetti sferoidali trovati sotto l'albero caduto in Amazzonia, preparato per il trasporto. Credit: Georgea Holanda
Uno dei grandi oggetti sferoidali trovati sotto l'albero caduto in Amazzonia, preparato per il trasporto. Credit: Georgea Holanda

In una pianura alluvionale del remoto comune brasiliano di Fonte Boa, sito nel cuore della regione del Medio Solimões in Amazzonia, sono stati scoperti sette grandi oggetti sferoidali risalenti a secoli o addirittura migliaia di anni fa. Secondo gli esperti che li stanno studiando furono realizzati da una cultura indigena attualmente sconosciuta. I reperti, che si trovavano a poco meno di mezzo metro di profondità nel terreno, sono emersi dopo la caduta di un grande albero che ha esposto completamente le sue imponenti radici.

Inizialmente gli autoctoni della comunità di São Lázaro do Arumandubi non diedero troppa importanza a quelle strane “sfere” spuntate dal fango; tuttavia alcuni decisero di inviare le foto al dottor Walfredo Cerqueira, che gestisce il sito di Lago do Cochila di cui fa parte la sopracitata pianura alluvionale. In breve tempo le immagini giunsero sotto gli occhi dell'archeologo Márcio Amaral, che ha così avviato tutti i passi per il complesso recupero di questi strani oggetti, in strettissima collaborazione con la gente del posto. Ora si trovano nei laboratori della città di Tefé – a circa 200 km di distanza in linea d'aria dal luogo del ritrovamento – per tutte le analisi di rito. Ma cosa sono esattamente?

Il recupero di una delle urne. Credit: Marcio Amaral
Il recupero di una delle urne. Credit: Marcio Amaral

Si tratta, spiegano gli scienziati del Gruppo di Ricerca in Archeologia Amazzonica e Gestione del Patrimonio Culturale dell'Istituto Mamirauá che hanno curato la spedizione, di affascinanti e antiche urne funerarie. Due sono grandi, come si evince dalle fotografie, mentre le altre sono più piccole. Al loro interno sono state trovate ossa umane e di altri animali, come tartarughe e pesci. Ciò, secondo gli archeologi, suggerisce che facevano parte di misteriosi rituali funebri che probabilmente coinvolgevano anche il cibo.

Il sito in cui sono state trovate è particolarmente significativo dal punto di vista archeologico. È infatti una vasta pianura alluvionale dove le persone, in tempi remoti, non solo erano di passaggio, ma avevano ideato un modo ingegnoso per stabilirvisi. Il sito si caratterizza per la presenza di grandi isole artificiali, progettate per sostenere i villaggi anche durante il periodo degli intensi allagamenti. “Queste isole artificiali sono strutture archeologiche costruite in zone alluvionali più elevate, con materiale prelevato da altre aree e mescolato a frammenti di ceramica, posizionati intenzionalmente per fornire supporto. Si tratta di una tecnica ingegneristica indigena molto sofisticata, che dimostra la gestione del territorio e la significativa densità di popolazione del passato”, ha spiegato in un comunicato stampa l'archeologo Márcio Amaral.

Credit: Georgea Holanda
Credit: Georgea Holanda

Prelevare le grandi urne da luogo così remoto, lontano dalle grandi comunità e accessibile soltanto via fiumi e torrenti dopo tantissime ore di navigazione, è stato possibile solo grazie al notevole e rispettoso contributo della comunità locale, che ha realizzato anche una impalcatura alta alcuni metri per permettere agli scienziati di prelevare in sicurezza i reperti.

Tra i dettagli più significativi di queste urne, realizzate in ceramica, vi è l'assenza di un coperchio; secondo gli studiosi in origine furono chiuse con materiale organico che deve essersi decomposto col passare del tempo. Tra i materiali impiegati da chi costruì le urne un tipo di argilla di colore verde – raramente usata anche da altre popolazioni della regione – e una peculiare pasta d'argilla chiamata “engobos”, utilizzata sulle ceramiche per modificare la tinta naturale. Presenti anche alcune bande rosse. Questi elementi non sono tuttavia utili all'identificazione degli autori.

Come indicato, infatti, gli archeologi non sanno quale cultura realizzò questi affascinanti oggetti, che potrebbero dunque restare un mistero, come tanti altri che caratterizzano la meravigliosa foresta pluviale amazzonica. Proprio qui, recentemente, è stato scoperto che gli anziani della popolazione semi-nomade degli Tsimané o Chimane, che vivono dispersi in alcuni villaggi dell'Amazzonia in Bolivia, presentano una salute cardiovascolare e cognitiva sensibilmente superiore rispetto a quella dei coetanei che vivono nei Paesi industrializzati, pur avendo un limitatissimo accesso alla sanità. Va comunque ricordato che in queste tribù la vita media non supera i 50 anni.

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