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Gli asmatici potrebbero presto respirare più facilmente grazie a una nuova scoperta

Si tratta di un’alterazione nel metabolismo della carnitina associata all’asma grave che può rappresentare un nuovo obiettivo per il trattamento della malattia.
A cura di Valeria Aiello
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Un’importante scoperta potrebbe presto portare a trattamenti più efficaci per i 262 milioni di malati di asma nel mondo. A farla sono stati gli studiosi di un team internazionale di ricerca guidato dal dottor Stacey Reinke della Edith Cowan University di Perth, in Australia, e dal dottor Craig Wheelock del Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, che hanno individuato un’alterazione nel metabolismo della carnitina associata all’asma grave, suggerendo questo processo biochimico come potenziale bersaglio terapeutico per il trattamento di questa malattia respiratoria cronica.

La carnitina è un metabolita normalmente sintetizzato dall’organismo umano, che svolge un importante ruolo nella generazione di energia cellulare e nella risposta immunitaria. Nei soggetti con asma grave, tuttavia, il metabolismo di questa molecola ha mostrato un importante deficit, risultando diminuito negli asmatici gravi. Ciò va ad incidere direttamente sui livelli di carnitina sistemica, che i ricercatori hanno potuto valutare confrontando la concentrazione di questo metabolita nelle urine di pazienti con asma grave rispetto a persone sane e pazienti con asma da lieve a moderato. “Qualsiasi cambiamento biochimico nei polmoni può entrare nel flusso sanguigno e quindi essere escreto attraverso le urine – ha spiegato il dottor Reinke – . In questo studio siamo stati in grado di utilizzare il metaboloma urinario (l’insieme di tutti i metaboliti contenuti nelle urine, ndr) per identificare differenze fondamentali nel metabolismo energetico che possono rappresentare un obiettivo per nuovi interventi nel controllo dell’asma”.

I risultati dell’indagine, pubblicati in uno studio sull’European Respiratory Journal, mettono in evidenza l’importanza della carnitina e del metabolismo energetico nell’asma, precisano gli studiosi che sottolineano come le alterazioni rilevate non dipendano né rispondano al trattamento con corticosteroidi orali, attualmente impiegati dalla maggior parte degli asmatici per ridurre i sintomi della malattia. “Si tratta di risultati preliminari, ma continueremo a studiare il metabolismo della carnitina per valutarne il potenziale come nuovo obiettivo per il trattamento dell’asma – ha aggiunto il dottor Reike – . Differenze fondamentali nel metabolismo energetico possono rappresentare un target determinante per lo sviluppo di nuovi interventi nel controllo della malattia”.

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