Gigantesco corno di rinoceronte preistorico emerge dal permafrost della Siberia: è il più lungo mai trovato

Lo scioglimento del permafrost – il cosiddetto ghiaccio perenne – continua a far emergere reperti paleontologici straordinari in Siberia, come il corno di rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis) più lungo mai trovato. Questa gigantesca struttura di cheratina è lunga ben 164,7 centimetri, circa 30 cm in più rispetto al corno che deteneva il primato in precedenza. I corni di questi magnifici animali preistorici, appartenuti all'iconica megafauna del Pleistocene come i mammut, sono sensibilmente più lunghi di quelli dei rinoceronti moderni, con cui sono strettamente imparentati; la specie vivente più vicina dal punto di vista tassonomico è il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), classificata in pericolo critico di estinzione (codice CR) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

A descrivere il corno di rinoceronte lanoso più lungo mai rinvenuto è stato un team di ricerca russo guidato da scienziati dell'Istituto di ecologia ed evoluzione AN Severtsov dell'Accademia russa delle scienze di Mosca, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di geologia dei diamanti e dei metalli preziosi e dell'Università Federale Nord-Orientale “MK Ammosov” di Yakutsk. Il formidabile reperto, analizzato dal team dello zoologo specializzato in vertebrati Ruslan Belyaev, è stato recuperato lo scorso anno da un pescatore e cacciatore lungo un affluente del fiume Kolyma, un grande fiume artico lungo circa 2.000 chilometri che attraversa la Siberia nord-orientale (sfociando nel Mare della Siberia Orientale). Molto probabilmente il corno era sepolto nel permafrost e, dopo lo scioglimento del ghiaccio, è stato trascinato dal fiume fino a dove è stato avvistato. Sono numerosi e straordinari i resti di animali preistorici recuperati dal permafrost in fusione, come un cucciolo di mammut di 50.000 anni e un magnifico cucciolo di tigre dai denti a sciabola vissuto tra i 35.000 e i 37.000 anni fa. Ma torniamo al corno recuperato dal cacciatore e pescatore.
L'uomo ha immediatamente contattato i ricercatori del Museo del Mammut di Jakutsk (Repubblica di Sacha, conosciuta anche come Jacuzia) e in breve tempo il corno è finito nei laboratori per essere analizzato. La datazione, come raccontato da sciencenews.org, è stata effettuata grazie ai resti dei lemming – piccoli mammiferi – trovati assieme al lunghissimo corno e al cranio dell'animale, decisamente più piccolo in proporzione alla struttura cheratinica.
Gli scienziati del laboratorio di Novosibirsk, grazie alla datazione al carbonio-14, hanno determinato che il rinoceronte visse in Eurasia 19.600 anni fa, circa 10.000 anni prima che la sua specie si estinguesse. Secondo gli esperti i rinoceronti lanosi – così chiamati per la folta pelliccia simile a quella dei mammut – e altri animali della megafauna si estinsero per vari fattori concomitanti, tra i quali le conseguenze dell'era glaciale e la caccia spietata perpetrata dall'uomo (Homo sapiens).

Come indicato, il corno del rinoceronte lanoso – un animale che poteva raggiungere i 3,8 metri di lunghezza per 3 tonnellate di peso – è lungo quasi 1,7 metri, più o meno quanto una persona, come mostra anche lo spettacolare scatto con il coautore dello studio e paleontologo Gennadij Boeskorov. Pi+ precisamente si tratta del corno nasale, il secondo e più lungo dei rinoceronti lanosi. Nonostante le dimensioni significative, il cranio recuperato assieme al corno era decisamente piccolo, per questo gli scienziati russi ritengono che si trattasse di un esemplare femmina. Probabilmente le femmine di questi animali erano dotate di corni più lunghi dei maschi, che tuttavia li presentavano più robusti e con le basi più ampie. Secondo i paleontologi i rinoceronti lanosi avevano un corno nasale così lungo per scavare nella neve e cercare le piante di cui si nutrivano. Quello recuperato nel 2024 era usurato più o meno fino alla metà della lunghezza, segno di un intenso utilizzo.
Poiché queste strutture di cheratina cementata (non di osso) presentano un accrescimento simile a quello degli anelli degli alberi, grazie alle bande di cheratina più chiare e scure che si alternano, i ricercatori hanno determinato che quando l'esemplare è morto aveva un'età di almeno 40 anni, quanto i più longevi rinoceronti moderni tenuti in cattività. Come spiegato dagli autori dello studio, i corni dei rinoceronti lanosi recuperati hanno una massa compresa tra i 2,5 e gli 11,4 chilogrammi; quello lungo 1,67 metri pesa circa 9 chilogrammi. “Questa scoperta non solo fornisce informazioni sulle caratteristiche morfologiche dei rinoceronti lanosi, ma offre anche preziose informazioni sulla loro paleoecologia e sul dimorfismo sessuale”, hanno chiosato Belyaev e colleghi nell'abstract dello studio. I dettagli della ricerca “The longest known rhino horn from the permafrost of Yakutia offers insights into woolly rhinoceros morphology, palaeoecology and sexual dimorphism” sono stati pubblicati sul Journal of Zoology.