52 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Finalmente sappiamo qual è il primo animale esistito sulla Terra e che aspetto aveva

A risolvere il secolare mistero sono i risultati di un’analisi genomica dettagliata che ha rivelato qual è stato il primo animale multicellulare esistito sul pianeta.
A cura di Valeria Aiello
52 CONDIVISIONI
Hormiphora californensis, chiamata uva spina di mare della California, è una gelatina a pettine, o ctenoforo, comune nelle acque costiere della California / Credit: MBARI
Hormiphora californensis, chiamata uva spina di mare della California, è una gelatina a pettine, o ctenoforo, comune nelle acque costiere della California / Credit: MBARI

Da sempre, i biologi si sono chiesti che aspetto avessero i primi animali quando comparvero per la prima volta negli antichi oceani della Terra, più di mezzo miliardo di anni fa. A fornire una risposta definitiva alla domanda sono i risultati di una nuova analisi genomica, che ha rivelato qual è stato il primo animale multicellulare esistito sul nostro pianeta. Negli anni, gli scienziati avevano gradualmente ristretto le possibilità a due gruppi: le spugne (poriferi) che sono state a lungo le principali contendenti al titolo per la loro semplicità anatomica, come la mancanza di sistema nervoso; e le gelatine a pettine (ctenodoti) che, contrariamente alle apparenze, sono solo lontanamente imparentate con le meduse.

Qual è primo animale esistito sulla Terra

Il nuovo studio, pubblicato questa settimana su Nature, ha risolto il secolare mistero, trovando che le gelatine a pettine sono state le prime a diramarsi dall’albero della vita animale. Le spugne furono le successive, seguite dalla diversificazione di tutti gli altri animali, compreso il lignaggio che ha portato agli umani. “Il più recente antenato comune di tutti gli animali è vissuto probabilmente 600 o 700 milioni di anni faha spiegato Daniel Rokhsar, professore di biologia molecolare e cellulare dell’Università della California a Berkeley e co-corrispondente dell’articolo insieme a Darrin Schultz e Oleg Simakov dell’Università di Vienna. “Questi erano animali dal corpo molle, che non hanno lasciato una traccia fossile diretta, per cui è difficile sapere come fossero, ma determinando i loro genomi e confrontandoli con quelli dei moderni animali possiamo conoscere i nostri antenati comuni” . 

Per arrivare a stabilire l’ordine degli eventi evolutivi tra gli organismi, i ricercatori hanno basato la loro analisi sulla valutazione dell’organizzazione dei geni nei cromosomi, superando le limitazioni delle precedenti indagini incentrate sulle sequenze geniche condivise, che avevano portato a risultati contradditori. Confrontando invece la disposizione delle sequenze geniche altamente conservate nei cromosomi, gli studiosi hanno trovato modelli che indicano chiaramente l’ordine degli eventi evolutivi tra microrganismi.

Nello specifico, i ricercatori hanno determinato la struttura cromosomica della medusa a pettine e due spugne marine, confrontandola con quella di due animali unicellulari (choanoflagellati e ameba) un parassita microbico dei pesci correlato sia agli animali sia ai funghi (ittiosporea), e altri animali più moderni. E hanno così scoperto che ctenofori e non animali condividono particolari combinazioni gene-cromosoma, mentre i cromosomi delle spugne e di altri animali sono riorganizzati in modo nettamente diverso.

Abbiamo trovato una manciata di riarrangiamenti condivisi da spugne e animali non ctenofori – precisa Rokhsar . Al contrario, i ctenofori assomigliavano ai non animali. La spiegazione più semplice è che i ctenofori si siano ramificati prima che si verificassero i riarrangiamenti”.

Le impronte digitali di questo antico evento evolutivo sono ancora presenti nei genomi degli animali centinaia di milioni di anni dopo” ha affermato Schultz, autore principale dello studio ed ex studente laureato e ricercatore presso l’UC Santa Cruz presso il Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI), che è ora ricercatore post-dottorato presso l’Università di Vienna. “Questa ricerca ci fornisce un contesto per capire cosa rende gli animali realmente animali, aiutandoci a capire le funzioni di base che tutti condividiamo, come il modo in cui percepiamo l’ambiente circostante, come mangiamo e come si muoviamo”.

52 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views