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Farmaco contro l’ipertensione allunga la vita in test su animali: possibile “anti aging” nell’uomo

La rilmenidina, un farmaco normalmente prescritto contro la pressione alta, è in grado di allungare la via in modelli animali imitando gli effetti di una dieta ipocalorica. Forse può ritardare l’invecchiamento anche nell’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Un farmaco per controllare la pressione alta (un antipertensivo) ha dimostrato di allungare la vita di modelli animali in test di laboratorio. Il medicinale, chiamato rilmenidina, imita gli effetti di una dieta ipocalorica – considerata il metodo “anti aging” più efficace nella ricerca – ma senza presentarne gli effetti collaterali, che nell'essere umano possono risultare significativi. Poiché si tratta di un farmaco ampiamente prescritto, sicuro e ben tollerato, secondo gli autori della ricerca potrebbe essere agevolmente impiegato per ritardare l'invecchiamento delle persone, posto che dimostri questa proprietà anche nella nostra specie.

A determinare che la rilmenidina prolunga la longevità di modelli animali (e che potrebbe essere efficace nell'uomo) è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dell'Institute of Aging and Chronic Disease dell'Università di Liverpool, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio di rigenerazione della matrice extracellulare – Istituto di medicina traslazionale dell'ETH di Zurigo (Svizzera), del Dipartimento di Medicina del Brigham and Women's Hospital dell'Università di Harvard e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor João Pedro Magalhães, oggi docente presso l'Università di Birmingham, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto esperimenti con una specie di verme, il nematode Caenorhabditis elegans, considerato uno dei modelli animali migliori per condurre esperimenti, avendo molti geni in comune con i nostri.

Il professor Magalhães e i colleghi hanno analizzato diversi composti alla ricerca di uno in grado di innescare un'espressione genica paragonabile a quella di una dieta ipocalorica, che come indicato è considerato il miglior metodo sperimentale per prolungare la longevità di modelli animali. Tra i vari candidati hanno scoperto che proprio l'antipertensivo rilmenidina aveva il profilo migliore, imitando gli effetti della restrizione calorica nelle cellule. Testato sia su vermi giovani che su esemplari in età avanzata, il farmaco ha dimostrato di allungare la vita in modo statisticamente rilevante, rispetto a quanto osservato nei vermi del gruppo di controllo (non trattati). Alcuni parametri legati alla salute innescati dal trattamento col farmaco, inoltre, erano paragonabili a quelli ottenuti attraverso la restrizione calorica.

Alla luce di questi risultati, gli autori dello studio ritengono che il farmaco possa fornire benefici contro l'invecchiamento anche nella nostra specie, in modo sicuro ed efficace. Il farmaco, come indicato, è ampiamente prescritto e gli effetti collaterali noti sono rari (fra essi palpitazioni, insonnia e sonnolenza). “Con una popolazione globale che invecchia, i benefici del ritardare l'invecchiamento, anche se leggermente, sono immensi. Il riutilizzo di farmaci in grado di prolungare la durata della vita e della salute ha un enorme potenziale non sfruttato nella geroscienza traslazionale. Per la prima volta, siamo stati in grado di dimostrare negli animali che la rilmenidina può aumentare la durata della vita. Ora siamo ansiosi di esplorare se la rilmenidina possa avere altre applicazioni cliniche”, ha dichiarati il professor Magalhães in un comunicato stampa.

Gli scienziati non solo hanno scoperto che il composto allunga la vita nei vermi, ma che per funzionare necessita del supporto di un recettore biologico chiamato nish-1. Senza di esso gli effetti anti aging nei nematodi svaniscono. Questo risultato suggerisce che anche nish-1 possa diventare un bersaglio per futuri trattamenti contro l'invecchiamento. Saranno fondamentali ulteriori indagini per dimostrare l'effettiva efficacia della rilmenidina nel promuovere la longevità anche nell'uomo. I dettagli della ricerca “Rilmenidine extends lifespan and healthspan in Caenorhabditis elegans via a nischarin I1-imidazoline receptor” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Aging Cell.

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