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Farmaci “miracolosi” che fanno perdere tanto peso riducono anche il desiderio di bere alcol

Un team di ricerca statunitense ha determinato che i farmaci come Ozempic, Wegovy e Mounjaro, noti per far perdere molto peso, riescono anche ad abbattere il desiderio di bere alcol. Perché è una notizia molto positiva.
A cura di Andrea Centini
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I nuovi farmaci considerati estremamente efficaci nel favorire la perdita di peso – come la semaglutide e la tirzepatide, capaci di eliminare decine di chilogrammi – risultano molto validi anche nel ridurre il desiderio di consumare alcol, in base a quanto emerso da un nuovo studio. Poiché l'abuso di alcol è considerata una delle principali minacce alla salute pubblica – è associato ad elevata mortalità per molteplici malattie – e poiché esistono pochi trattamenti per il contrasto di questa condizione, la scoperta che i farmaci antiobesità (e antidiabetici) come Ozempic, Wegovy, Mounjaro e Rybelsus possono anche abbattere il consumo di alcol è una notizia estremamente positiva.

A determinare che la semaglutide e la tirzepatide riescono a ridurre anche il desiderio di “alzare il gomito” è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Fralin Biomedical Research Institute del Virginia Tech, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Medicina Virginia Tech Carilion e del Virginia Polytechnic Institute & State University di Blacksburg. I ricercatori, coordinati dai professori Alexandra G. DiFelicentonio e Warren K. Bickel, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto due studi distinti. Nel primo hanno analizzato statisticamente decine di migliaia di post in centinaia di "subreddit" nei quali si parlava di consumo di alcol e dell'utilizzo dei sopracitati farmaci. In tutto hanno isolato circa 1.600 post scritti da quasi 1.000 utenti unici nei quali vi era correlazione tra i gli elementi. Dall'indagine è emerso che oltre il 70 percento degli utenti a seguito dell'assunzione dei farmaci ha ridotto il consumo dell'alcol (oltre che l'appetito e le conseguenze negative legate al bere, come le sbornie e il mal di testa).

Nel secondo studio hanno invece coinvolto 153 soggetti con obesità (indice di massa corporea o BMI pari o superiore a 30), tutti attuali bevitori di alcolici che hanno dichiarato di aver assunto semaglutide e la tirzepatide per almeno un mese. Sono stati messi a confronto con un gruppo di controllo composto da partecipanti che non avevano assunto tali farmaci o altri antidiabetici. Dall'analisi dei dati è emerso che, nei gruppi che assumevano i due farmaci, i ricercatori hanno osservato un numero “significativamente più basso” di abbuffate, consumo di alcol aut-riferito, numero di bevande consumate per ogni episodio di bevuta e disturbi legati all'utilizzo delle bevande alcoliche rispetto a chi non aveva preso i farmaci. Tale differenza è stata riscontrata anche negli stessi soggetti, prima e dopo la prescrizione dei medicinali "miracolosi".

“Questi risultati si aggiungono a una letteratura crescente secondo cui questi farmaci possono frenare le pericolose abitudini di consumo di alcol”, ha affermato in un comunicato stampa il professor Bickel, docente di ricerca sulla salute comportamentale presso l'ateneo della Viriginia. “I partecipanti hanno riferito di bere di meno, di sperimentare meno effetti dell'alcol quando lo bevevano e di diminuire le probabilità di abbuffarsi”, gli ha fatto eco la professoressa DiFeliceantonio, con particolare riferimento al secondo studio. Poiché ad oggi sono stati approvati pochissimi farmaci contro il disturbo da abuso di alcol – come il disulfiram, il naltrexone e l'acamprosato che hanno ricevuto il via libera dall'FDA – e i loro risultati non sono poi così soddisfacenti, sapere che principi attivi approvati contro l'obesità e il diabete di tipo 2 possono avere anche questo “effetto collaterale” di ridurre il consumo di alcol può avere un impatto significativo sulla salute pubblica.

Le prove sull'efficacia di semaglutide e tirzepatide continuano ad accumularsi, ma saranno necessari studi più approfonditi e con un campione superiore di partecipanti per avere tutte le conferme del caso. Vanno anche anche tenuti presenti i limiti di indagini i cui i risultati sono stati autoriferiti. Recentemente un team di ricerca del Kathleen Lonsdale Institute for Human Health Research dell'Università Maynooth ha anche dimostrato che la semaglutide ha proprietà anticancro. I dettagli della ricerca “Semaglutide and Tirzepatide reduce alcohol consumption in individuals with obesity” sono stati pubblicati su Scientific Reports.

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