Ecco la tempesta solare più estrema che ha colpito la Terra: è stato un fenomeno spaventoso

La tempesta solare più forte mai rilevata si è verificata circa 14.300 anni fa, quando la Terra fu bombardata da un enorme e velocissimo flusso di particelle solari. L'evento, centinaia di volte più intenso della tempesta geomagnetica più potente in epoca satellitare, è stato scoperto grazie a un nuovo modello computazionale chimico-climatico che ha permesso agli scienziati di rilevare gli effetti di questi violenti fenomeni anche al di là dell'Olocene. Fino ad oggi, infatti, era possibile determinare la forza delle tempeste solari “soltanto” all'interno degli ultimi 12.000 anni; col nuovo sofisticato modello, chiamato SOCOL:14C-Ex, è stato possibile spingersi ancora più indietro nel tempo, fino alla parte finale dell'ultima era glaciale.
In questo periodo gli scienziati avevano già rilevato una tempesta solare estrema, ma non era possibile stabilirne con precisione la potenza senza un modello ad hoc, essendosi verificata in un contesto climatico molto diverso da quello dell'Olocene, molto più caldo e stabile. Ora, grazie a SOCOL:14C-Ex, è stato determinato che la tempesta di particelle solari dell'anno 12.350 avanti Cristo è stata circa il 20 percento più forte dell'Evento di Myake del 775 dopo Cristo, considerato fino ad oggi la più violenta tempesta geomagnetica mai registrata. Il famigerato Evento di Carrington del 1859 non è stato esattamente un “extreme solar particle events (ESPE), ma è comunque riconosciuto come la tempesta solare che in tempi recenti che ha avuto gli impatti più significativi, tra telegrafi andati a fuoco, brutte scosse agli operatori e dispositivi accesi e funzionanti (come le pile e gli stessi telegrafi) senza essere collegati, a causa delle “correnti parassite”. Un evento del genere ai giorni nostri ci rispedirebbe direttamente in un medioevo tecnologico per settimane o addirittura mesi. Il recente blackout verificatosi in Spagna e Portogallo sarebbe solo un assaggio di un evento del genere.
A scoprire e descrivere la più forte tempesta solare mai registrata è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati finlandesi dell'Università di Oulu, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti il CEREGE dell'Università di Aix-Marseille (Francia), il Physikalisch-Meteorologisches Observatorium Davos und World Radiation Center (PMOD/WRC) di Davos (Svizzera) e il Laboratorio di ricerca sullo strato di ozono e sull'atmosfera superiore dell'Università statale di San Pietroburgo (Russia). I ricercatori, coordinati dalla professoressa Kseniia Golubenko dell'Unità di ricerca sulla fisica spaziale e l'astronomia e dell'Osservatorio geofisico Sodankylä, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i picchi di radiocarbonio negli anelli degli alberi. Gli eventi estremi di particelle solari o ESPE sono talmente potenti da alterare profondamente la produzione di isotopi cosmogenici, come appunto il radiocarbonio 14C, le cui tracce restano impresse in “archivi naturali terrestri”, come spiegato dagli autori dello studi. Tra questi archivi, i più preziosi sono proprio gli anelli degli alberi. Grazie a questi dati è infatti possibile stabilire con precisione quando si è verificata una tempesta geomagnetica particolarmente violenta, con la Terra investita da un flusso di particelle cariche ad altissima energia.
Grazie al modello al nuovo modello SOCOL:14C-Ex, che è stato istruito a partire dai dati dell'Evento di Myake del 775 d.C. e plasmato per funzionare sia in climi glaciali che olocenici, per l'evento del 12.350 avanti Cristo è stato osservato il più grande picco di radiocarbonio 14C mai rilevato, che è risultato essere “quasi il doppio di quello del 775 d.C.”. Gli scienziati hanno stabilito che la tempesta di particelle solari è stata più intensa del 18 percento (con un margine di +/- 11 percento) e che si è verificata tra i mesi di gennaio e aprile, con l'inizio di marzo ritenuto come datazione più probabile. È stato anche determinato che il fenomeno ha avuto una potenza di 500 volte superiore rispetto alla tempesta solare del 2005, la più forte conosciuta in era satellitare. “L'evento antico del 12350 a.C. è l'unico evento estremo di particelle solari noto al di fuori dell'Olocene, gli ultimi circa 12.000 anni di clima caldo stabile”, ha dichiarato la professoressa Golubenko in un comunicato stampa. “Il nostro nuovo modello supera l'attuale limitazione all'Olocene ed estende la nostra capacità di analizzare i dati del radiocarbonio anche in condizioni climatiche glaciali”, ha chiosato la scienziata.
L'evento è stato infinitamente più forte dell'Evento di Carrington e per questo getta un'ombra sulle conseguenze catastrofiche che simili tempeste di particelle possono avere in un mondo ipertecnologico e iperconnesso come il nostro. “Questo evento stabilisce un nuovo scenario peggiore. Comprenderne la portata è fondamentale per valutare i rischi che le future tempeste solari pongono alle infrastrutture moderne come satelliti, reti elettriche e sistemi di comunicazione”, ha chiosato la professoressa Golubenko. Proprio in questi giorni la Terra è minacciata dalla macchia solare AR 4087 caratterizzata da campi magnetici molto instabili, che potrebbe scagliare una violenta espulsione di massa coronale (CME) verso la Terra. Chiaramente non ci si aspetta fenomeni così rari ed eccezionali come gli eventi di Myake, ma una tempesta solare estrema G5 è un'ipotesi da non scartare, con annesse aurore boreali e SAR anche nei cieli d'Italia. I dettagli della ricerca "New SOCOL:14C-Ex model reveals that the Late-Glacial radiocarbon spike in 12350 BC was caused by the record-strong extreme solar storm" sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Earth and Planetary Science Letters.