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Cos’è la ninidrina spruzzata in studio a Chi l’ha visto: chi la inala può avere effetti collaterali

Durante la puntata di Chi l’ha visto? di ieri sera, mercoledì 28 maggio, si è verificato un piccolo imprevisto quando la criminalista Raffaella Sorropago ha spruzzato all’interno di una teca ninidrina spray. Si tratta di un reagente chimico utilizzato dalla scientifica per rilevare eventuali impronte digitali non altrimenti visibili.
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CHI L’HA VISTO? | Momenti dalla puntata di mercoledì 28 maggio su Rai 3
CHI L’HA VISTO? | Momenti dalla puntata di mercoledì 28 maggio su Rai 3

Durante la puntata di Chi l'ha visto? di ieri, mercoledì 28 maggio, si è verificato un piccolo imprevisto in studio quando una delle ospiti, la dottoressa Raffaella Sorropago, criminalista e perita balistica, attraverso una bomboletta spray ha spruzzato su un foglio all'interno di una teca una particolare sostanza chimica, la ninidrina.

Qualcosa però non è andato come previsto: nonostante la presenza della teca, necessaria perché come detto in studio "la ninidrina è tossica", sia Federica Sciarelli che la genetista forense Marina Baldi, anche lei ospite in studio, hanno lamentato un "odore terribile". In particolare, Baldi ha iniziato a tossire e la dottoressa Sorropago è subito intervenuta dandole la sua mascherina, che ha indossato per pochi istanti, così come gli operatori in studio che le hanno dato un bicchiere d'acqua per far passare il fastidio.

L'esperimento con la ninidrina

Sia chiaro, non è successo nulla di grave: la conduttrice ha fatto portare via dallo studio la teca e il tutto si è chiuso con una risata: "Non so se fra poco rimarrà Vittorio Romano da solo perché noi saremo tutte e tre svenute perché vi assicuro che questa ninidrina ha un odore veramente terribile", ha detto Sciarelli in modo chiaramente ironico prima di passare all'argomento successivo.

Il cattivo odore avvertito in studio e i colpi di tosse di Baldi sono stati infatti molto probabilmente una conseguenza dell'inalazione della ninidrina. Fanpage.it ne aveva già parlato in questo articolo, all'indomani della notizia dell'attribuzione nella recente perizia della Procura di Pavia dell'impronta 33 ad Andrea Sempio, amico di Marco Poggi e attualmente indagato per omicidio in concorso.

Infatti, anche l'esperimento in studio da Chi l'ha visto? voleva mostrare agli spettatori  le modalità con cui è stata evidenziata e repertata nell'agosto 2007 dai Ris di Parma l'ormai famosa impronta 33, il dettaglio su cui si stanno concentrando le nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi e che secondo alcuni potrebbe essere rilevante per la posizione di Sempio.

Che cos'è la ninidrina

La ninidrina è infatti una sostanza chimica utilizzata dalla scientifica per rilevare eventuali impronte digitali altrimenti non visibili. Non è utilizzabile per scopi privati ma è destinata all'uso di laboratorio. Nello specifico, si tratta di un reagente chimico che riesce a rilevare la presenza di amminoacidi. È questa sua qualità che lo rende idoneo a rilevare le impronte umane.

Questa sostanza chimica reagisce infatti – spiega questo documento dell'Università di Genova – con la componente aminoacidica del sudore, dando una colorazione rosso porpora che rende visibile i ridges", ovvero le creste delle impronte. La colorazione può assumere una tonalità che varia tra il viola, il porpora e il blu.

Nello specifico, la reazione coinvolge il gruppo amminico dell'amminoacido libero e avviene in tempi molto rapidi, ma talvolta per velocizzare il processo è necessario il riscaldamento per pochi minuti. Questo prodotto è spesso utilizzato in formulazione spray, così che una volta spruzzato su una superficie può rendere visibili eventuali impronte presenti.

Le schede tecniche di sicurezza per l'utilizzo di questo prodotto – qui quella elaborata dall'Organizzazione mondiale della salute (Oms) e l'International Labour Organization – indicano tra i possibili effetti collaterali in caso di inalazione tosse e mal di gola, per cui raccomandano di prevenirli attraverso "aspirazione localizzata o dispositivi di protezione delle vie respiratorie".

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