Cos’è la febbre aftosa e perché il Regno Unito ora vieta di portare formaggi e carni dall’Unione Europea

La febbre aftosa, o afta epizootica, è una malattia virale altamente contagiosa di ruminanti e suini che, in alcuni Paesi dell’Unione Europea, è tornata a preoccupare dopo alcuni recenti focolai di infezione confermati in Germania, Ungheria e Slovacchia.
L’ultima segnalazione, in ordine di tempo, risale al 21 marzo 2025, notificata dalla Slovacchia in alcuni allevamenti vicini al confine ungherese, da cui è emerso che il virus dell’afta epizootica che ha infettato il bestiame era pienamente corrispondente al virus già rilevato in un focolaio scoppiato agli inizi di marzo in una contea dell'Ungheria nord-occidentale. All’inizio di gennaio, anche la Germania aveva segnalato un focolaio di infezione nel Brandeburgo.
Febbre aftosa, UK vieta di portare formaggi e carni dall'Ue
Nonostante le misure di controllo e sorveglianza applicate dell’Ue, il timore che l’epidemia possa diffondersi anche al di fuori dei Paesi colpiti ha spinto il Regno Unito ad inasprire i divieti di importazione di ruminanti, suini e prodotti derivati già applicati a Germania, Ungheria, Slovacchia e Austria, estendendo la limitazione anche a carni e formaggi introdotti dai viaggiatori provenienti da tutti i paesi dell’Unione europea.
“I viaggiatori non possono più introdurre carne di bovini, ovini, caprini e suini, nonché latticini, dai paesi dell’Unione europea in Gran Bretagna per uso personale, al fine di tutelare la salute del bestiame britannico, la sicurezza degli agricoltori e la sicurezza alimentare” si legge nella nota diffusa dal Defra, il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito .
Il divieto si applica panini, formaggi, salumi, carni crude o latte, indipendentemente dal fatto che siano confezionati o impacchettati o che siano stati acquistati al duty free. “Sebbene la febbre aftosa non rappresenti un rischio per gli esseri umani e non vi siano casi nel Regno Unito, si tratta di una malattia virale altamente contagiosa che colpisce bovini, ovini, suini e altri animali con zoccoli come cinghiali, cervi, lama e alpaca –precisa il Defra – . L’epidemia nel continente rappresenta un rischio significativo per le aziende agricole e il bestiame del Regno Unito”.
Il timore del governo britannico è che si ripeta quanto accaduto nel 2001, quando un’epidemia di febbre aftosa portò all’abbattimento di oltre sei milioni di animali e perdite stimate in circa 8 miliardi di sterline. “Le nuove restrizioni tutelano meglio il Regno Unito dal rischio di diffusione della malattia e forniscono regole chiare per i viaggiatori – prosegue la nota – . Le nuove restrizioni si applicano ai soli viaggiatori in arrivo in Gran Bretagna dall’Ue e non riguardano le importazioni personali di carne e latticini da parte di viaggiatori provenienti dall’Irlanda del Nord, da Jersey, da Guernsey o dall’Isola di Man”.
Multe fino a 5mila sterline
I viaggiatori in arrivo nel Regno Unito dall’Unione europea che vengono trovati in possesso dei prodotti sottoposti a divieto rischiano multe fino a a 5.000 sterline (circa 6.000 euro). Se introdotti, i prodotti vietati dovranno essere consegnati alla frontiera, dove verranno sequestrati e distrutti.
Cos'è l'afta epizootica e quali sono i rischi per l'uomo
L'afta epizootica, o febbre aftosa, è una malattia altamente contagiosa di ruminanti e suini che prende il nome dalle lesioni ulcerose (afte) che provoca nella bocca e alle estremità distali degli arti degli animali colpiti: nonostante sia particolarmente pericolosa per gli animali suscettibili (una volta introdotta in un gruppo di animali, la malattia si diffonde rapidamente) non rappresenta un rischio per la salute umana: nei rari casi di infezione registrati negli umani in seguito al contatto con animali infetti, le lesioni aftose sono guarite senza complicazioni.
Il virus dell’afta epizootica è un patogeno del genere Aphtovirus, appartenente alla famiglia delle Picornaviridae, di cui si conoscono sette diversi sottotipi: si trasmette con il materiale proveniente da vescicole, secrezioni ed escrezioni (spruzzi di latte, saliva, scolo nasale) di animali infetti ed è molto persistente nell’ambiente, creando condizioni favorevoli al contagio anche in forma indiretta, ad esempio attraverso il contatto con oggetti contaminati, prodotti di origine animale e per inalazione di virus trasportato dal vento. Anche l’uomo può essere veicolo di infezione per gli animali, ad esempio accudendo il bestiame o manipolando materiale infetto. Negli animali, l’infezione si manifesta con uno stato febbrile e la comparsa di afte, causando il decesso mediamente nel 5% dei casi.
In Italia, l’ultima epidemia animale di febbre aftosa risale al 1993, quando il virus venne probabilmente introdotto con bovini infetti provenienti dalla Croazia.