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Cos’è il bird strike e perché gli uccelli possono essere pericolosi per gli aerei

L’Aermacchi MB339 delle Frecce Tricolori precipitato nei pressi dell’aeroporto di Torino – provocando la morte di una bimba di 5 anni – potrebbe essere stato coinvolto in un bird strike, un impatto con volatili. Ecco cos’è questo fenomeno, quanto è frequente e quante vittime ha causato dall’inizio della storia dell’aviazione.
A cura di Andrea Centini
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Sabato 16 settembre nei pressi dell'aeroporto di Caselle (Torino) un Aermacchi MB339 delle Frecce Tricolori si è schiantato al suolo provocando l'atroce morte di una bambina 5 anni, rimasta intrappolata in un'auto colpita dal velivolo e andata in fiamme. Tra le ipotesi ritenute più accreditate per la perdita di potenza dell'aereo, “Pony 4” pilotato dal capitano Oscar del Do, vi è l'impatto con volatili, un tipo di incidente definito in aviazione con la terminologia anglosassone “Bird Strike”. Dalle immagini virali catturate da un testimone non si vedono stormi di uccelli o singoli volatili di dimensioni significative collidere con l'aereo, come spiegato a Fanpage.it dall'ex pilota militare Danilo Recine, tuttavia il video è registrato da lontano e dunque non si può affatto escludere che sia successo proprio questo.

Il bird strike è un evento piuttosto frequente – sin dagli albori dell'aviazione – e si verifica principalmente nelle fasi di decollo e atterraggio, dato che a quote basse aumenta il rischio di collisioni, soprattutto in presenza di vegetazione nelle vicinanze degli aeroporti. Le probabilità di incidenti aumentano anche in corrispondenza dei periodi migratori, come tra fine estate / inizio autunno e fine inverno / inizio primavera, caratterizzati da grandi numeri di uccelli che si spostano tra le aree di svernamento e quelle riproduttive. In questo periodo dell'anno molti uccelli presenti in Italia si stanno preparando a migrare verso l'Africa o hanno appena iniziato, formando gruppi numerosi in attesa della partenza. Per fare un esempio, proprio in questi giorni può capitare di osservare aggregazioni di rondini e gruccioni, ma sono numerosissimi anche i limicoli, i rapaci e altri volatili a essere in fermento. Il periodo dell'anno e il momento dell'incidente suggeriscono che Pony 4 possa essere stato coinvolto proprio in un bird strike, anche se al momento non ci sono conferme.

Ovviamente la responsabilità intrinseca di questi incidenti non può essere assolutamente attribuita agli uccelli, che sono animali liberi di volare nel proprio ambiente naturale, ma all'uomo e alla sua invasione di ogni spazio vitale del pianeta. Alcuni aeroporti ingaggiano falconieri per tenere gli stormi lontani dagli scali, inoltre ci sono piani specifici di gestione della vegetazione per ridurre i rischi, tuttavia con i cieli sempre più pieni di velivoli è inevitabile che i bird strike siano in aumento. E di certo non possiamo togliere le ali a questi meravigliosi animali.

Partiamo dai numeri del fenomeno. Secondo lo studio “The Bird Strike Challenge” pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Aerospace da scienziati della Facoltà di Ingegneria Aerospaziale dell'Università della Tecnologia di Delft (Paesi Bassi), negli ultimi anni solo nell'aviazione civile l'incidenza degli impatti con i volatili è stata compresa in una forchetta tra 2,83 e 8,19 casi ogni 10.000 viaggi aerei. Gli impatti sono letali nella stragrande maggioranza dei casi per gli uccelli, mentre raramente si verificano danni ai velivoli. Solo tra il 2 e l'8 percento dei bird strike causa problemi agli aerei civili e solo nel 6 – 7 percento di questi casi viene influenzato negativamente il volo. Secondo l'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile (ICAO) l'11 percento degli impatti danneggia l'aeromobile (oltre 600 aerei sarebbero andati perduti a causa dei bird strike).

Purtroppo in alcuni casi si determinano tragedie. Nello studio di Aerospace, pubblicato nel 2020, viene indicato che il bird strike è stato responsabile della morte di 534 persone dall'inizio dell'era dell'aviazione. Un'altra ricerca pubblicata sulla stessa rivista indica cifre leggermente superiori (568), mentre secondo l'Aviation Safety Network al 2021 sarebbero stati registrati 471 morti e 422 feriti gravi per questa peculiare tipologia di incidente, citata anche nel recente remake di Top Gun di Tom Cruise. Nella maggior parte dei casi le vittime coinvolte erano su voli civili e commerciali, non militari. Il portale specializzato SimpleFlying indica che ogni anno i bird strike costano alle compagnie aeree mondiali fino a 1,2 miliardi di dollari, 400 milioni dei quali solo negli Stati Uniti.

La regione più colpita dai bird strike è proprio l'Europa, con oltre il 30 percento dei casi, seguita dall'Asia (28 percento) e dal Nord America (25 percento). Sebbene il 90 percento degli impatti avvenga durante il decollo o l'atterraggio per i motivi sopracitati, possono verificarsi incidenti anche ad alta quota, dato che alcuni uccelli – come oche, anatre e rapaci – possono volare altissimi. L'oca canadese è tra gli animali più coinvolti negli USA, insieme ad alcune specie di avvoltoio. Gli animali possono impattare contro la fusoliera, l'elica, i carrelli, le ali o il parabrezza / cupolino, provocando danni significativi al velivolo (ovviamente dipende anche dalle dimensioni e dal peso del volatile e se si tratta di uno stormo o meno), ma l'incidente probabilmente più temuto è il risucchio nelle prese d'aria di un motore a reazione, che può danneggiare le delicate componenti della turbina catalizzando il rischio di incendi ed esplosione.

Danni a una turbina dopo il bird strike. Credit: wikipedia
Danni a una turbina dopo il bird strike. Credit: wikipedia

Generalmente i grandi velivoli se la cavano anche dopo un evento di questo tipo, perché hanno più di un motore che permette loro di volare, e dunque possono operare un atterraggio di emergenza all'aeroporto più vicino. Rari incidenti possono coinvolgere tutti i motori dell'aereo, come nel caso del famigerato bird strike del 15 gennaio 2009 che colpì un Airbus A320 in viaggio verso Charlotte da New York. L'incidente, conosciuto come “Miracolo dell'Hudson”, costrinse i piloti Chesley Sullenberger e Jeffrey Skiles a un drammatico ammaraggio sull'omonimo fiume. Tutti si salvarono, l'equipaggio fu insignito di medaglie al valore e la storia venne raccontata nel film “Sully” del 2016 con Tom Hanks.

L'incidente sull'Hudson. Credit: Wikipedia
L'incidente sull'Hudson. Credit: Wikipedia

Nel caso dell'Aermacchi MB339 delle Frecce Tricolori – e di molti altri tipi di velivoli – il motore è uno solo, dunque un bird strike può essere facilmente catastrofico, costringendo il pilota a lanciarsi col seggiolino eiettabile lasciando il velivolo al proprio destino. Nel caso dell'incidente di Torino il capitano del Do ha atteso proprio all'ultimo prima di lanciarsi, molto probabilmente per indirizzare la caduta del mezzo il più lontano possibile dalle abitazioni. Nonostante la manovra (il pilota è rimasto ustionato ed è stato ricoverato) purtroppo è rimasta coinvolta la vettura con una famiglia a bordo, che transitava in una stradina nei pressi dell'aeroporto di Caselle.

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