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Cosa sappiamo sul bolide che ha infiammato i cieli d’Italia: iniziata la caccia al meteorite

Nel giorno di San Valentino, poco prima delle 19:00, uno spettacolare bolide è esploso nei cieli italiani. Ecco cosa sappiamo su origine, dimensioni, traiettoria e resti dell’oggetto che per alcuni istanti ha illuminato a giorno Puglia e Basilicata.
A cura di Andrea Centini
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II bolide ripreso da una frazione del Comune di Pisticci. Credit: Manuel Tristano
II bolide ripreso da una frazione del Comune di Pisticci. Credit: Manuel Tristano

Alle 18:58 ora italiana di martedì 14 febbraio 2023, giorno di San Valentino, i cieli dell'Italia centrale e meridionale sono stati illuminati da uno spettacolare bolide verdastro, che ha attraversato il firmamento per alcuni secondi e, per pochi istanti, lo ha illuminato a giorno. Perlomeno su alcune zone della Puglia e della Basilicata. Le immagini più spettacolari, infatti, arrivano proprio da queste due Regioni, in particolar modo dal materano, dove la webcam del dottor Manuel Tristano installata in una frazione di Pisticci (a circa 45  chilometri dalla “Città dei Sassi”) ha colto lo spettacolare bagliore provocato dall'ablazione dell'oggetto celeste.

Il fenomeno è stato ben visibile in larga parte dell'Italia e i social sono stati inondati da una miriade di segnalazioni dell'avvistamento, tra meraviglia e anche un pizzico di preoccupazione. Forse i continui avvistamenti / abbattimenti di “UFO” di questi giorni in Nord America e anche l'impatto di un piccolo asteroide (un meteoroide) nei cieli della Manica, avvenuto il 13 febbraio, hanno suggestionato il grande pubblico. Ma si è trattato di un affascinante fenomeno naturale relativamente comune, tutto da gustare. Chi ha potuto ammirarlo e ascoltarlo – dopo la luce si è sentito un boato, caratteristico dei bolidi – è stato solo molto fortunato. Ma cos'è accaduto esattamente nel cielo?

Innanzitutto spieghiamo cos'è un bolide. Come indicato dal Center For Near Earth Object Studies (CNEOS) della NASA per bolide si intende una meteora particolarmente luminosa. Le meteore, o “stelle cadenti”, sono prodotte da polveri e piccoli detriti rilasciati da asteroidi e comete che impattano contro l'atmosfera terrestre, distruggendosi attraverso un fenomeno chiamato ablazione. Se i detriti sono più grandi, come piccoli asteroidi chiamati meteoroidi, può nascere un bolide, che dà vita a una scia luminosa molto più evidente seguita spesso da un boato (si verifica dopo per via del fatto che il suono viaggia a velocità inferiori). Il colore del bolide dipende dalla composizione dell'oggetto che si disintegra durante l'attrito. Come spiegato elegantemente in un post di Passione Astronomia, il verde suggerisce una ricchezza di Magnesio; l'arancione di Sodio; il giallo di Ferro; il rosso di Ossigeno; e il viola di Calcio.

Per quanto concerne il bolide della sera di San Valentino 2023, in base alle testimonianze e ai video esso è stato principalmente di colore verde e con sfumature giallognole, dunque era composto soprattutto da Magnesio e da un po' di Ferro. Ricordiamo che i bolidi possono essere generati non solo da oggetti naturali, come i frammenti di asteroidi più grandi di natura rocciosa o metallica, ma anche dalla spazzatura spaziale che rientra nell'atmosfera.

La traiettoria preliminare dell'oggetto che ha provocato il bolide è stata calcolata dalla rete Prisma, un network di sorveglianza delle meteore e altri fenomeni celesti guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L'oggetto ha viaggiato lungo una linea che collega Bari a Matera, in direzione Sud Ovest. Come spiegato da Prisma, attraverso calcoli più accurati si proverà a determinare anche l'esatta origine del piccolo corpo celeste. Solitamente i bolidi originano da asteroidi che orbitano nella Fascia principale tra Marte e Giove.

La traiettoria del bolide. Credit. Prisma
La traiettoria del bolide. Credit. Prisma

L'aspetto più interessante è che gli oggetti che danno vita ai bolidi non sempre si disintegrano completamente contro l'atmosfera, ma sopravvivono e giungono al suolo come meteoriti. Secondo i calcoli degli esperti, la massa del "sasso spaziale" esploso nel cielo del Sud Italia era di circa 2,5 chilogrammi. Ciò significa che, come indicato da Prisma, potrebbero essere sopravvissuti 200 grammi di materiale. Non moltissimo, ma comunque estremamente prezioso per la ricerca scientifica. È dunque già iniziata la caccia nelle zone di caduta più probabili. Nel 2020, proprio grazie al network Prisma, è stato possibile recuperare il cosiddetto meteorite Cavezzo.

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